lunedì 26 dicembre 2016

Quante chiese dedicate a Santo Stefano?

   Oggi è il giorno di Santo Stefano. E' stato il primo dei sette diaconi scelti dalla comunità cristiana perché aiutassero gli apostoli nel ministero della fede. Era di origini greche. Fu il primo martire, cioè il primo cristiano ad aver dato la vita per testimoniare la fede in Cristo e per la diffusione del Vangelo. Il suo martirio è descritto negli Atti degli Apostoli dove appare evidente sia la sua chiamata al servizio dei discepoli sia il suo martirio, avvenuto per lapidazione, alla presenza di Paolo di Tarso prima della sua conversione. Quante sono le chiese romane dedicate a questo santo, il primo martire del cristianesimo? La chiesa più importante è quella di Santo Stefano Rotondo al Celio.

     La chiesa venne edificata su di una parte della caserma romana dei Castra peregrina, alloggi delle truppe provinciali e in corrispondenza di un mitreo (anno 180) rimesso in luce negli anni 1973-75. Nei pressi era la domus dei Valeri. La chiesa fu voluta da papa Leone I Magno (440-461) sotto il quale venne costruita anche la chiesa di Santo Stefano a via Latina. Tuttavia dalle fonti sappiamo che la chiesa venne consacrata da papa Simplicio (468-483).
     L'edificio aveva una pianta circolare, costituita in origine da tre cerchi concentrici: uno spazio centrale dal diametro di 22 metri delimitato da 22 colonne architravate sulle quali poggia il tamburo (alto 22,16 metri), intorno a questo spazio centrale c'era un anello in muratura che formava un ambulacro di 42 metri di diametro e di un altezza inferiore rispetto al corpo centrale dell'edificio, questo anello era delimitato da colonne collegate da archi oggi inseriti nel muro continuo. Il terzo anello, quello più esterno oggi è scomparso (diametro 66 metri). Da questo anello più esterno partivano quattro ambienti di maggiore altezza che trasformavano la pianta centrale della chiesa in una pianta a croce greca. Lo spazio del secondo anello era probabilmente scoperto come testimonia il disegno fatto nel Trecento.
   Nel 1580 venne costruito un recinto ottagonale intorno all'altare con affreschi di Niccolò Circignani, detto il Pomarancio, che raffigurano la storia di Santo Stefano. Tre anni dopo lo stesso pittore affrescò il muro che chiude l'ambulacro con 34 scene di martirio impressionanti per la rappresentazione delle atrocità inflitte ai martiri cristiani. Secondo alcuni autori oltre al Pomarancio vi lavorarono anche il Tempesta e allievi. Il ciclo inizia con la Strage degli Innocenti, la Crocefissione di Gesù, il martirio di Santo Stefano con sullo sfondo i supplizi degli Apostoli. Ogni dipinto ha didascalie in latino e italiano. Alcune scene vennero malamente ridipinte dell'Ottocento.

Ma ne esistono altre tre: la chiesa di Santo Stefano del Cacco nei pressi di piazza del Gesù, la basilica paleocristiana di Santo Stefano all'interno dell'area archeologica delle tombe della via Latina (di questa restano solo le basi delle colonne nella navata centrale) e la chiesa di Santo Stefano Maggiore nella Città del Vaticano.



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