martedì 27 dicembre 2016

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova la statua che vedi sotto.
Nella foto di ieri la statua di Pasquino, una delle statue parlanti di Roma.
     E' la più famosa delle statue parlanti, si trova nella piazza omonima a due passi da piazza Navona. La statua fu ritrovata casualmente duranti lavori stradali ai primi del Cinquecento, fu il cardinale Oliviero Carafa a deciderne l’attuale collocazione ad angolo con palazzo Braschi[1]. Si tratta della replica di un famoso gruppo scultoreo greco del III sec. a. C. raffigurante Menelao[2] che sorregge Patrolo. Michelangelo disse che era all’altezza dell’Apollo del Belvedere. La base venne subito utilizzata per esporre pungenti satire anonime, in prosa o versi, in italiano o in latino, contro i potenti del tempo, papi, cardinali, nobili. Questi componimenti presero presto il nome di “pasquinate”. Tra gli autori figura anche Pietro Aretino che si scagliò contro Adriano VI. Particolarmente preso di mira dalle pasquinate era il sistema del nepotismo per cui ogni nuovo pontefice cercava in ogni manera di favorire i membri della propria famiglia.
     A questo proposito Pasquino prese di mira Olimpia Maidalchini, cognata di Innocenzo X, che abitava nel vicino palazzo Pamphili di piazza Navona. Di lei disse: “Olim pia, nunc impia”. In un'altra la battezzò Pimpaccia, e con tale nome è passata alla storia. L’avida signora aveva un maestro di camera di nome Fiume. A Roma si indicavano le piene del Tevere con l’indice della mano puntato all’altezza del livello raggiunto dall’acqua. Appeso alla statua di Pasquino apparve un cartello con il disegno di una donna nuda somigliante ad Olimpia Maidalchini e un indice puntato all’altezza del sesso, seguiva la scritta “Qui arrivò Fiume”.  

   Quando morì Paolo III[3] apparve il disegno della tomba del pontefice con sotto l’epitaffio:

In questa fossa a guisa di orinale
giace Paolo III
e tu viator, pissagli addosso e vale.

     Quando Pio IX[4] stabilì il dogma dell’infallibilità papale, Pasquinò scrisse:

“INRI Io non riconosco infallibilità”.

Parlò di nuovo sullo stessa tema dicendo:

Il concilio è convocato
I vescovi han decretato
Che infallibili due sono
Moscatelli e Pio IX.

Sulle scatole dei fiammiferi del tempo era scritto: Moscatelli Infallibili.

In occasione dei funerali per i caduti pontifici della battaglia di Castelfidardo (1860), tenutosi nella chies di Sant’Ignazio, Pasquino parlò:

Nella mente generale
Vari dubbi sono sorti
Se cotesto funerale
Sia pei vivi o pei morti,
molti a creder son proclivi
che sia fatto per i vivi[5].

     Due giorni prima della presa di Porta Pia, Pasquino parlò ancora:

Santo Padre Benedetto
Ci sarebbe un poveretto
Che vorrebbe darvi un dono:
quest’ ombrello. E’ poco buono,
Ma non ho nulla di meglio
Mi direte: a che mi vale?
“Tuona il nembo Santo Veglio!
E se cade il temporale…”

     Nel 1939, in occasione della visita di Hitler a Roma la città fu addobbata di archi trionfali di cartapesta, finte prospettive di palazzi presi da Cinecittà. Pasquino parlò ancora:

Povera Roma mia de Travertino!
T’hanno vestita tutta de cartone
Pe’ fatte rimirà da ‘n imbianchino!

     Sembra che il nome della statua derivi da quello di un sarto del rione Parione famoso per la lingua mordace. Inutili furono i tentativi del potere clericale di zittire Pasquino, ci provarono Adriano VI, Sisto V e Clemente VIII[6]. Addirittura Benedetto XIII comminò la pena di morte, la confisca dei beni e l’infamia del nome per chi fosse stato scoperto autore delle pasquinate. Durante il conclave che elesse Pio VIII[7] nel 1829 Pasquino fu sorvegliato a vista dai gendarmi.
     La statua di Pasquino è stata restaurata dal I Municipio del Comune, recintata e reinaugurata il 9.3.10.
     La statua di Pasquino si trova sulla piazza omonima che prima era chiamata piazza di Parione, il nome del rione, si è anche chiamata piazza de Librai per la presenza di botteghe di librai. Sulla piazza si trova la chiesa della Natività di Gesù della fine del Seicento con la facciata del 1862. E’ stata sede della Confraternita degli Agonizzanti e dei condannati a morte. Una celebre stampa di Achille Pinelli rappresenta statua, e chiesa da cui escono i confratelli[8]. Da almeno sette anni è diventata la chiesa dei Congolesi di Roma, dei loro riti ne parla in un entusiastico articolo Marco Lodoli della sua rubrica “Isole”[9].


[1] Palazzo Braschi. Fu eretto per i nipoti di Pio VI Braschi dopo il 1792 da Cosimo Morelli nelle forme architettoniche cinquecentesche. E’ l’ultimo palazzo di famiglia papale costruito in Roma. Oggi è sede del Museo di Roma recentemente restaurato ma solo in parte. Pio VI è quel papa che morì in esilio a Valence Drome in Francia nel 1799.
[2] Menelao. Personaggio della mitologia greca, fratello minore di Agamennone, re di Sparta e marito di Elena che Paride portò a Troia causanto la famosa guerra. Oltre che nell’Iliade è nominato in molte tragedie. Patroclo era l’inseparabile compagno di Achille, sarà ucciso da Ettore. La statua completa di Menelao che sorregge Patroclo si trova a Firenze, in piazza della Signoria, sotto la Loggia dei Lanzi.
[3] Paolo III. Alessandro Farnese (Canino 1486 – Roma 1549) papa dal 1534. Convocò il concilio di Trento nel 1545. Ebbe quattro figli prima di essere ordinato sacerdote. Celebre il suo ritratto opera di Tiziano, oggi a Capodimonte -Napoli. La sua tomba è in San Pietro, opera di Guglielmo della Porta.
[4] Pio IX. Giovanni Mastai Ferretti (Senigallia 1792 – Roma 1878) papa dal 1846. E’ il papa che fece inizialmente sperare i patrioti italiani, aderendo anche alla prima guerra di indipendenza, successivamente fu accanitamente anti italiano e ostile ad ogni rinnovamento della Chiesa. Il suo è il pontificato più lungo della storia della Chiesa, dopo quello di San Pietro. Dal 2000 è stato proclamato beato.
[5] Satira de rivoluzionari pel funerale dei morti caduti di Castelfidardo. Da tesi di laurea di Piero Tucci, Analisi di un fondo d’archivio: l’Archivio segreto della direzione generale di polizia (1861-1864), a.a. 1992/93. Il sonetto è stato ritrovato all’Archivio di Stato di Roma.
[6] Adriano VI.  Adriano Florensz (Utrecht Paesi Bassi 1459 – Roma 1523) papa dal 1522, teologo, rettore dell’università di Lovanio (Belgio – Brabante), precettore di Carlo V.   
Sisto V. Felice Peretti (Grottammare 1520 – Roma 1590) papa dal 1585. Represse il brigantaggio, si adoperò per la centralizzazione dello Stato, assesstò le finanze. Progettò il rinnovamento di Roma.     
Clemente VIII. Ippolito Aldobrandini (Fano 1536 – Roma 1605) papa dal 1592. Sotto il suo pontificato ci fu l’esecuzione della condanna a morte di Beatrice Cenci e Giordano Bruno.
[7] Pio VIII. Francesco Saverio Castiglioni. (Cingoli MC 1761 – Roma 1830), papa per soli nove mesi.
[8] Stampa di Achille Pinelli. Da: AA.VV. I rioni di Roma, ed. Newton, 1989, pag. 456. Achille Pinelli (Roma 1809-1841) era figlio del più famoso Bartolomeo, alla raffigurazione di tante chiese romane oggi scomparse, unì gli usi, i costumi e le confraternite della città. Si può considerare il corrispettivo di Belli.
[9] Marco Lodoli. “Gli angeli e i tamburi dell’Africa”, articolo del 09.02.2003 dalla cronoca di Roma di “la Repubblica”.

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