mercoledì 30 gennaio 2019

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova la chiesa che vedi sotto.

Nella foto di ieri la chiesa di San Barnaba a Tor Pignattara in piazza dei Geografi.
San Barnaba si festeggia l’11 giugno. Era uno degli apostoli, originario di Cipro, introdusse Saulo di Tarso, da poco convertito nel novero dei fratelli e lo accompagnò nel suo primo viaggio per l’evangelizzazione dell’Asia. Partecipò al primo concilio di Gerusalemme.
     Prima della costruzione della chiesa attuale la parrocchia (creata nel 1932) era ospitata in un prefabbricato già utilizzato per l’esposizione missionaria del 1925 e poi adattato a chiesa. Nelle foto d’epoca si vede il modesto edificio preceduto da campi di broccoli e cavolfiori. Don Giovanni Battista De Andrea, primo parroco di San Barnaba ha redatto un interessante descrizione urbanistica e umana della Marranella: “Una buona metà degli abitanti è universalmente riconosciuta poverissima, l’altra metà povera, i benestanti e ricchi sono pochissimi. La gran massa di quelli che lavorano non si dividono equamente fra i vari mestieri ma sono tutti operai dell’arte muraria, si contano un certo numero di facchini, fattorini, spazzini e tramvieri. Una impressionante disoccupazione devasta la popolazione nei mesi invernali”.
     La chiesa fu costruita nel 1956 su progetto dell’arch. Tullio Rossi[1] con l’ing. Francesco Fornari e fu consacrata nel 1957. L’architetto usa anche qui gli elementi del romanico: mattoni con pochi elementi di travertino, la pianta basilicale, la facciata a timpano affiancata da due ali più basse, il portico a pilastri, il campanile a torre.
     All’interno notare il grande affresco dell’abside in cui sono raffigurati i due grandi protagonisti della chiesa postconciliare: Giovanni XXIII e Paolo VI, il patriarca di Costantinopoli Atenagora, l’arcivescovo di Canterbury Ramsey e il cardinale vicario di Roma Luigi Traglia che inaugurò l’affresco opera di Igino Cupelloni nel 1966.
     La parte alta della navata centrale è scandita, in alternanza da finestre con vetrate policrome e 18 affreschi raffiguranti gli apostoli, gli evangelisti e i santi Barnaba, Paolo, Lorenzo e Sebastiano. Sopra le quattro porte laterali sono esposti quadri con le effigi di quattro papi legati alla storia della parrocchia: Pio XI che fondò la parrocchia, Pio XII che fece costruire la chiesa, Paolo VI e Giovanni Paolo II che vi fecero visita.
     Il salone parrocchiale su via della Marranella è un parallelepipedo rivestito a cortina, sempre opera di Tullio Rossi.


[1] Tullio Rossi. (Roma 1903 – Milano 1997) Dopo la laurea in architettura lavorò nello studio di Busiri Vici, collaborò nel restauro di villa Spada, progettò ville a Forte dei Marmi, a Cortina, il comprensorio di Calamoresca a Porto Santo Stefano. Vinse il concorso per il restauro di Ponte Vecchio a Firenze. Redasse il piano paesistico dell’Olgiata e numerose ville in quel comprensorio tra il 1960 e il 1963. Realizzò circa 50 chiese a Roma come architetto della Pontificia Opera Nuove Chiese, tra queste la Natività di via Gallia, San Tarcisio al Quarto Miglio nel 1939, San Giovanni Battista de Rossi nel 1940, Santa Maria della Fiducia a Finocchio nel 1940, Santa Maria delle Grazie a via Angelo Emo, San Francesco e Santa Caterina da Siena patroni d'Italia alla circonvallazione Gianicolense, Regina Pacis a Monteverde Vecchio, Santa Galla alla circonvallazione Ostiense, Sant'Emerenziana al quartiere Trieste, di Santa Maria Assunta in via Capraia al Tufello ma è anche la parrocchia del complesso Icp Vigne Nuove, la chiesa di Santa Maria Causa Nostra Letiziae in piazza Siderera al Villaggio Breda, sulla Casilina, altezza Grotte Celoni (da Irene de Guttry, cit. e casa della architettura.it). Di ben diverso tenore è la chiesa di Santa Maria Goretti nella via omonima al quartiere Trieste.


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