Una occasione unico per vedere i dipinti realizzati da Mario Schifano, uno degli artisti più affermati in ambito romano degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, ispirandosi alle opere etrusche esposte al Museo Etrusco di Villa Giulia.
Nato in Libia nel 1934, dove il padre era stato
trasferito in quanto impiegato del ministero della Istruzione. Si avvicinò
all'arte seguendo il padre che lavorava a Villa Giulia. Dopo un esordio
all'isegna dell'informale, nel 1960 avviò la sperimentazione di materiali e
tecniche industriali con una serie di opere monocrome a smalto su carta da
imballaggio. Entrato in contatto con ambienti della Pop art a New York nel
1962, cominciò a introdurre nelle sue tele, organizzate per cicli (Paesaggi
anemici, ossigeno ossigeno, oasi, compagni compagni) frammenti dell'iconografia
urbana e simboli del consumismo moderno, dal logo della Esso a quello della
Coca Cola, contemporaneamente rivisitava la storia dell'arte con le serie sulle
avanguardie (Futurismo rivisitato, 1966) e realizzava pellicole underground.
Dagli anni Settanta sperimentò il riporto su tela emulsionata di immagini
televisive fotografate e ritoccate con vistosi interventi cromatici. Gli anni
Ottanta segnarono un ritorno alla pittura e alla figurazione (Ninfee, prati,
luminescenze, colline) in tele di grande preziosità cromatica e materica. E'
morto a 64 anni nel 1998 a causa di un infarto. Abitava a palazzo Primoli in via dei
Soldati (da Clarelli).
Sue opere
al museo di Gibellina da lui donate, nel palazzo della Bnl a via Veneto. Alla
Gnam: "Grande particolare di paesaggio italiano in bianco e nero" del
1963, "Incidente D 662"
del 1963, "Paesaggio in versione anemica" del 1965.
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