Nella foto di ieri la chiesa di San Gaspare del Bufalo in via Rocca di Papa al Tuscolano.
La chiesa è
stata consacrata il 24 ottobre 1981 dal cardinale Poletti, la parrocchia esiste
dal 1956. Il progetto è dell’arch. Pier Luigi Nervi[1].
L’edificio è una costruzione ardita, ha la base circolare e si sviluppa in altezza
quasi fosse una tenda. La copertura è eseguita con speciali guaine protettive,
con pannelli di coibentazione e una copertura in rame pesante. Il campanile è
staccato dal corpo principale e realizzato da sette pilastri in cemento armato
che sorreggono le campane. Come ricorda una lapide all’interno la chiesa fu
visitata da Giovanni Paolo II alcuni mesi dopo l’attentato che lo vide
coinvolto in piazza San Pietro. L’interno si presenta con un piano di calpestio
in leggera discesa verso l’altare e i banchi disposti a semicerchio. Fa da
sfondo all’altare una grande struttura in ceramica, in essa è riprodotta
l’immagine di San Gaspare del Bufalo, vi è inserito il tabernacolo. Di notevole
è la Via Crucis opera bronzea del sacerdote francescano Andrea Martini le cui
scene si susseguono senza interruzione lungo le pareti, i bozzetti in
vetroresina sono nella chiesa di san Frumenzio ai Prati Fiscali. Secondo una
fonte la via Crucis è in stile “maconde” proveniente dalla Tanzania.
“Si
racconta che quando proposero all’architetto Nervi di pensare al progetto,
questi prese un fazzoletto al centro, lo sollevò con due dita per una decina di
centimetri e ne scaturì una specie di tenda: su questa concezione biblica lo
studio avviò il progetto”[2].
San Gaspare
del Bufalo (Roma 1786-1837) è stato un sacerdote italiano fondatore della
congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, beatificato da Pio X nel
1904 e proclamato santo da Pio XII nel 1954. E’ sepolto nella chiesa di Santa
Maria in Trivio presso la fontana di Trevi, la ricorrenza è il 28 dicembre. E’
ricordato come il predicatore dei briganti che cercò di convertire, operò nelle
zone di confine tra Lazio e Campania. Si incontro con il brigante Antonio
Gasbarrone di Sonnino che convinse a costituirsi.
[1] Pier Luigi
Nervi. (Sondrio 1891-Roma 1979) ingegnere italiano socio dell'Accademia
Nazionale delle Scienze, autore di alcune grandi opere. Ha collaborato con
architetti di fama internazionale come Le Corbusier e Louis Kahn.
Laureatosi
in ingegneria all'Università di Bologna nel 1913, lavorò per una società di
costruzioni, durante la prima guerra mondiale fu nel genio. Nel 1923 fondò la
sua impresa di costruzioni, l'anno dopo sposò Irene Calosi da cui ebbe quattro
figli, tre di loro lo affiancarono nel lavoro. La sua prima opera fu il ponte
sul fiume Cecina presso Pomarance (PI) nel 1920 (demolito nel 2001 dall'ANAS),
ma il primo lavoro a destare interesse internazionale fu lo stadio di Firenze Campo di Marte oggi
Artemio Franchi con le particolari scale elicoidali e la torre (1930). Realizzò
degli hangar in legno e metallo a Pantelleria (unico rimasto), Orbetello,
Marsala e Orvieto. Con una struttura geodedica riduceva i punti di appoggio
aumentando le luci interne. Nel dopoguerra, insieme a Bruno Zevi, Luigi
Piccinato e Mario Ridolfi, fondò l'Associazione per l'Architettura Organica
(1945). Nel 1950 realizzò lo
stabilimento Kursaal ad Castel Fusano. Tra il 1953 e il 58 realizzò la sede dell'UNESCO a Parigi. Tra il 1945 e il 1962 fu
professore incaricato di Tecnica delle Costruzioni nella facoltà di
architettura della Sapienza. Tra il 1956 e il 1961 collaborò alla realizzazione
del grattacielo Pirelli a Milano e per le Olimpiadi di Roma del 1960 lavorò al Palazzetto dello Sport, allo stadio
Flaminio, il viadotto di corso Francia e al Palazzo dello Sport all'Eur. Nel
1961 progettò il Palazzo del Lavoro a Torino (disegno architettonico di Giò
Ponti) per l'Esposizione del centenario dell'unità d'Italia. Nel 1962 progettò
la stazione ferroviaria di Savona. Nel 1964 progettò l'Aula delle Udienze in Vaticano (realizzata tra il 1966 e il
1971), oggi aula Paolo VI, ma nota a tutti come Aula Nervi (con la Resurrezione
di Pericle Fazzini). Nel 1967 il palazzo della Banca d'Italia in via Tuscolana.
Nel 1976 progettò l'ambasciata italiana a Brasilia.
[2]
Il progetto di Nervi. Questo
episodio da: AA.VV. Il patrimonio culturale del IX Municipio.
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