domenica 27 settembre 2020

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova questo deposito Atac.

Nella foto di ieri il palazzo della Direzione Generale della Rai in viale Mazzini.

Progettato da Francesco Berarducci (lo stesso della chiesa di San Valentino al Villaggio Olimpico, della chiesa di Santa Maria di Bonaria a Ostia) e Alessandro Fioroni del 1963-65. Articola i volumi vetrati abbandonando la tipologia a corte chiusa e a filo di lotto, tale effetto è diminuito dalla cancellata e dalle scale di emergenza aggiunte successivamente. A sinistra dell’entrata il celeberrimo  CAVALLO MORENTE di Francesco Messina, del 1966.

     “A viale Mazzini costantemente muore il cavallo scolpito nei primi anni Sessanta da Francesco Messina: la testa ancora alta e le zampe già piegate, eppure ancora spinte da un ultimo impeto di ribellione di fronte alla fine imminente, l’animale esprime tutta la forza della natura e la sua traficità, la vita che non vuole arrendersi e che però non può contrastare la crudeltà della morte. E’ una scultura che ha la potenza dell’arte classica, capace di includere in se energia e disperazione, il tempo e la fine del tempo. Passando per viale Mazzini spero sempre di veder quel cavallo rialzato, almeno per un poco e invece lo ritrovo immobile nella sua perenne coraggiosa agonia”. Marco Lodoli in la Repubblica del 22.11.15.

     La sede della Rai rientra nelle cosiddette scatole di vetro, “vetri opachi o trasparenti, vetri specchiati, vetri affumicati, vetri grigi, vetri bruni, vetri colorati. Gli edifici rappresentativi esibiscono materiali ricchi e modelli internazionale”, da Irene de Guttry, Guida di Roma moderna, ed. De Luca, 1978, pag. 99.

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