martedì 25 giugno 2024

Tanti lavori nelle strade di Roma!

 


   Partono i lavori per riqualificare la Tangenziale Est nel tratto sopraelevato, al via i lavori nel deposito dei tram di porta Maggiore. Quattro le opere principali in vista del Giubileo. 1) piazza Venezia, cantiere metro C lavori fino al 2030 (stazione museo), da gennaio ci sono quattro silos alti 14 metri per i diaframmi a 85 metri di profondità; rimarranno in piazza altri quattro anni; costo 750 milioni. 2) Restyling di piazza Venezia fine lavori entro dicembre, altri andranno avanti fino al 2026, spesa 53 milioni. 3)Piazza Pia, lavori per il sottopasso che unirà Castel Sant’Angelo a via della Conciliazione, costo 79 milioni; nonostante i ritrovamenti il cantiere chiuderà entro il 2024. 4) Corso Francia, tra Olimpica e Vigna Stelluti, lavori fino al 15 settembre.


Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trovano gli affreschi che vedi sotto.





Nelle foto di ieri l'oratorio di San Silvestro che si trova nella chiesa dei Santi Quattro Coronati.

lunedì 24 giugno 2024

Via al restauro di piazza e viale Mazzini

 


   Sta per partire la riqualificazione di viale e piazza Mazzini con intervento della soprintendenza sulla fontana al centro della piazza.


Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova l'oratorio che vedi sotto.





Nelle foto di ieri la Forma Urbis.

Ha aperto al pubblico il 12 gennaio 2024, in un edificio che era la palestra della Gioventù Italiana del Littorio, custodisce i frammenti rimasti della celebre Forma Urbis Romae, cioè la gigantesca pianta marmorea della Roma antica, incisa su 150 lastre di marmo che occupavano una superficie di m 18 x 13, realizzata tra il 203 e il 211 d.C. sotto l’imperatore Settimio Severo, che è menzionato in una delle lastre insieme al figlio maggiore, futuro imperatore Caracalla. Si tratta di uno dei più rari e importanti documenti dell’antichità, con un valore eccezionale per lo studio e la conoscenza della topografia della città antica, che i visitatori avranno finalmente la possibilità di ammirare, dopo quasi un secolo. Si trovava su una parete del Foro della Pace poi inglobata in Santi Cosma e Damiano. Ancora sono visibili i fori lasciati dalle grappe metalliche. Era orientata con il Sud Est in alto e non il Nord. Aveva una scala di 1:240 piedi romani (un piede dovrebbe corrispondere a 29 centimetri). Alcuni pezzi vennero trovati presso la chiesa nel 1562, in tutto un decimo della pianta, ma subito alcuni andarono perduti. I disegni dei frammenti ritrovati sono conservati in un codice della Biblioteca Vaticana (si vedono a sfondo crema sul pavimento). Conservati a lungo a palazzo Farnese, dopo molti anni vennero frantumate e usate come materiale da costruzione per i lavori farnesiani del Giardino sul Tevere: più di 600 frammenti spezzati in piccole schegge furono recuperati nella costruzione dei muraglioni del Tevere. Tutti i pezzi sono collocati su un pavimento in cristallo con la Mappa di Roma di Giovanni Battista Nolli del 1748. E’ stata scelta questa mappa perché è la prima misurazione moderna della città. E’ un capolavoro della cartografia di tutti i tempi, frutto di un lunghissimo lavoro di rilievi settoriali eseguiti a grande scala. Altri pezzi, in fase di studio, non hanno trovato ancora una loro collocazione sicura.

     Il museo e il parco archeologico del Celio colmano un vuoto tra il Foro e l’Appia Antica. Nel parco i reperti dell’ex Antiquarium sono sistemati per nuclei tematici (capitelli, colonne, trabeazioni). Presto la Casina dei Salvi aprirà come coffe house e ospiterà aule studio a disposizioni di studenti.


domenica 23 giugno 2024

Pedalata sulla ciclabile Nomentana!

 


Bellissima passeggiata domenicale in bici con i miei amici di VediROMAinBici. Oggi abbiamo percorso tutta la ciclabile della Nomentana fino a Monte Sacro, quindi siamo andati a fare una bella bevuta alla fonte dell'Acqua Sacra. Anche due gocce di pioggia, nel percorso, ma non hanno nemmeno bagnato l'asfalto, non ci siamo scoraggiati. E' stato bellissimo, una pedalata fresca.

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il museo che vedi sotto.





Nella foto di ieri il Parco Archeologico del Celio.

sabato 22 giugno 2024

Una novità assoluta!



   Una novità assoluta per la nostra città. Grazie all’Eni e al Fai apre al pubblico il complesso industriale che comprende il gazometro. Saranno cinque appuntamenti domenicali da giugno a novembre. Il gazometro di Roma è stato il più grande d’Italia, costruito dalla genovese Ansaldo tra il 1935 e il 1937 è diventato un simbolo dell’Ostiense, rappresentato in numerosi film e quadri. Occupa uno spazio di oltre 12 ettari. Una occasione da non perdere per gli amanti di Roma.


Nella foto il gazometro illuminato nel 2007.


Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il parco che vedi sotto.




Nelle foto di ieri il Colombario di Pomponio Hylas che si trova all'interno di villa Scipioni (via di Porta Latina nel rione Celio).

     Il colombario venne coperto nel 1831 e così chiamato da uno dei fondatori ricordati nella decorazione a mosaico di un’elegante edicola opposta all’antica scaletta di accesso. La volta è dipinta a motivi vegetali, gli epitaffi risalgono all’età giulio claudia.


venerdì 21 giugno 2024

Una buona notizia per la mobilità romana

 


   Al via il restyling della stazione Trastevere. Sarà accessibile anche da viale Marconi con un sottopasso. Erano lavori attesi da trenta anni, sarà accessibile anche da via del Fornetto. Dai quotidiani romani del 12.6.24.


A che punto sono i lavori per il Giubileo?

 


    Per il Giubileo avviata la metà dei cantieri (su 113, 60 avviati), già speso il 70% dei fondi. Ci sono 3,4 miliardi per Roma di cui 1,6 per il Giubileo. Le opere principali sono: Piazza Pia, piazza dei Cinquecento e piazza della Repubblica (30 milioni), piazza San Giovanni (15), piazza Risorgimento (40), la città dello Sport a Tor Vergata (70), il ponte di Ferro (8). Dai quotidiani romani del 12 giugno 2024.


Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il sepolcro che vedi sotto.




Nella foto di ieri i resti della villa Farnesina.

giovedì 20 giugno 2024

Colosseo, il più visitato!

 


   Alfonsina Russo, direttrice del parco Archeologico del Colosseo afferma che nel mese di giugno ci sono 27.000 ingressi al giorno, un anno fa erano 24.000. Riaperta dopo 50 anni la Domus Tiberiana, restaurato il tempio di Venere e Roma, il museo del Foro, i sotterranei del Colosseo, gli attici e la Domus Aurea visitabile nel fine settimana. 39% dei visitatori vengono dall’Unione Europea, il 25% dall’Italia, il 16% da paesi anglofoni (Usa, Canada, Regno Unito, Australia), 11% dall’America Latina e il 9% dall’Asia.


Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova la villa con le pitture murali che vedi sotto.



Nelle foto di ieri la villa di Livia (museo di palazzo Massimo).

     La villa di Livia a Prima Porta sorge su un’altura tufacea, dominante la piana del Tevere all’incrocio tra le antiche vie Flaminia e Tiberina. Grazie alle fonti storiche si conoscono l’esatta collocazione topografica della Villa Caesarum al non miglio della via Flaminia e la sua denominazione ad gallinas albas, derivata dal noto prodigio occorso a Livia Drusilla mentre si recava nei suoi possedimenti nella campagna veientana tra il 39 a.C. anno del fidanzamento con il giovane Ottaviano e gli inizi del 38 subito dopo le nozze.

     Plinio narra che Livia “stando seduta, ricevette in grembo una ballina di notevole bianchezza che un’aquila aveva lasciato cadere dall’alto illesa, e  che teneva nel becco un ramo di alloro carico delle sue bacche” e Cassio Dione aggiunge che “ritenendolo Livia un presagio importante, allevò la gallina e piantò il ramo di alloro. Esso radicò e crebbe così rigoglioso da rifornire con i suoi rami per lungo tempo i trionfi dei successori”.

     L’area ha subito, dopo l’abbandono intorno al V secolo d.C. spoliazioni di materiali, devastazioni dovute ai lavori agricoli e alla ricerca di antichità. Il rinvenimento della statua di Augusto e della stanza semisotterranea con le celebri pitture di giardino le ha dato grande notorietà ma non adeguata protezione. Solo nel 1982 con l’acquisizione da parte dello Stato della sommità della collina si sono avviate indagini sistematiche a cura della Soprintendenza. Le recenti scoperte hanno ampliato la conoscenza della parte abitativa (pars urbana), la cui continuità di vita va dall’età tardo repubblicana ad almeno il IV secolo d.C.

     All’istituto Svedese di Roma è stato affidato lo scavo della parte produttiva (pars rustica), individuata, grazie alle indagini geomagnetiche e geofisiche, nell’area a settentrione del giardino grande.

     Il 30 aprile 1863 “si scoprì verso levante nella prossimità delle sostruzioni… una camera… con pareti pitturate in buono stato rappresentanti alberi di frutti e fiori con augelli vari, la volta del tutto rovinata, ed i stucchi che la contronavano si rinvengono tra i calcinacci di cui è ripiena la detta camera”.

     Così riferiva un sommario rapporto inviato al Ministro dei Lavori Pubblici dello Stato Pontificio solo dieci giorni dopo l’altro eccezionale ritrovamento della statua loricata di Augusto, ora conservata ai Musei Vaticani.

     La stanza semisotterranea, svuotata dal suo riempimento e temporaneamente puntellata con travi lignee, rivelava una straordianria decoarazione pittorica stesa su tutti e quattro i lati con raffigurazione continua di giardino, delimitata all’attacco della volta da una fila di riquadri in stucco policromo. Pochi anni dopo, a causa delle infiltrazioni d’acqua, il vano veniva isolato e coperto da una volta a botte con prese di luce, ricostruita su base ipotetica. Nonostante gli empirici e disparati interventi di risanamento, le condizioni degli affreschi, sempre più critiche, costringevano l’Istituto Centrale del Restauro nel 1951 a procedere al loro distacco.

     Dopo l’asportazione delle muffe e del salnitro e la saldatura delle scaglie di colore sollevate, si provvedeva alla velatura delle pitture per mezzo di ampie tele di canapa applicate con colla dolce. Per limitare le sezionature degli affreschi, fu deciso di dividere in due le pareti lunghe e di asportare integralmente quelle corte. Lo strato di intonachino sul quale era stesa la pellicola pittorica, una volta strappato e supportato da un piano inclinato di tavole, venne trasportato presso il museo delle Terme di Diocleziano per il restauro e la successiva esposizione al pubblico. Il dipinto, rimossa e sostituita la parte di intonaco avariata, riceveva un nuovo supporto. Si procedeva quindi alla “svelatura” dai teli di canapa e alla pulizia delle superfici dalle precedenti spennellature di cera e sostanze grasse.

     Dal 1998 le pareti dipinte sono esposte al palazzo Massimo, ricomposte in un ambiente dalle dimensioni fedeli all’originale.


mercoledì 19 giugno 2024

E' iniziata l'estate romana!

 


  Quest’anno durerà 4 mesi, terminerà il 15 ottobre. Ci saranno 12 arene con rassegne di cinema ad ingresso gratuito. Sono 150 gli eventi del Tevere Day in programma a ottobre. La Cavea dell’Auditorium ospita il Roma Summer fest, le terme di Caracalla la stagione estiva del teatro dell’Opera, alla casa del Cinema ci sarà il teatro Ettore Scola.


Meritano un restauro le quattro statue all'ingresso del Verano

 


   Le quattro statue all’ingresso del quadriportico del Verano, entrata principale del cimitero monumentale che raffigurano la Meditazione, la Speranza, la Carità e il Silenzio, sono in degrado, sarebbe auspicabile che le autorità competenti provvedessero ad un restauro.


     L’ingresso al cimitero vuole sottolineare la completa separazione fisica fra la città dei vivi e quella dei morti con la creazione di un’architettura fortificata opera di Virginio Vespignani. E’ caratterizzato da tre fornici a cui sono affiancate due torri di proporzioni massicce, tra le arcate quattro grandi statue sedute su grandi pilastri, da sinistra il Silenzio di Giuseppe Blasetti, la Carità di Francesco Fabi Altini, la Speranza di Stefano Galletti, la Meditazione di Fabi Altini[1], eseguite tra il 1874 e il 1878.

La foto in alto è dei primi anni del Novecento. Alcune immagini di questo blog sono attinte da internet e quindi considerate di pubblico dominio. Vi prego di avvertirmi in caso di un’involontaria violazione del copyright, in modo che io provveda subito all’eliminazione dell’immagine usata per errore



[1] Francesco Fabi Altini. Allievo di Tenerani, esponente dell’Accademia di San Luca, dello stesso è anche la tomba Mancini, nel viale principale d’ingresso a sinistra. Il giovane Cesare Mancini, morto a 29 anni è raffigurato semisdraiato di una bellezza idealizzata. Sue opere nella basilica di San Paolo.


Sei romano de Roma se...

 sai come si chiamano e dove si trovano questi dipinti.





Nelle foto di ieri il sarcofago di Portonaccio.

Il grandioso sarcofago, rinvenuto nel 1931 nei pressi della via Tiburtina, presenta sulla fronte un simbolico quadro di battaglia articolato su più piani.

     La composizione è focalizzata sull’incedere di un cavaliere romano, raffigurato in qualità di vincitore universale, in un intrico di soldati, lance e cavalli; i romani assestano colpi con impeto, travolgendo i nemici.

     Le scene cruente sono inquadrate da due coppie di barbari asserviti ilc ui sguardo afflitto esprime la sofferenza che tocca a coloro che si ribellano a Roma. L’animazione drammatica del combattimento è enfatizzata dal profondo chiaroscuro ottenuto con un abile gioco di intagli.

     I basorilievi sui fianchi del sarcofago mostrano eventi successivi allo scontro: da un lato prigionieri barbari attraversano un fiume condotti da soldati romani su di un ponte di barche, dall’altro i capi si sottomettono agli ufficiali romani. Il fregio sul coperchio, tra duemaschere angolari, celebra il defunto e la sua sposa, presenti al centro nell’atto della dextrarum iunctior; a sinistra la donna esercita la sua virtus sulla casa, educando i figli; a destra l’uomo, dopo le attività belliche, riceve la sottomissione dei nemici, dimostrando la sua clementia.

     I volti dei personaggi principali sono rimasti incompiuti in attesa di scolpire i lineamenti dei defunti. La ecorazione del sarcofago, ispirata a molte scene della colonna Antonina, è databile intorno al 180.

     Le insegne militari rappresentate sul bordo superiore della cassa – l’aquila della Legio III Flavia e il cinghiale della Legio I Italica – permettono forse di identificare il defunto con Aulius Iulius Pompilius, ufficiale di Marco Aurelio al comando di due squadroni di cavalleria nella guerra con i Marcomanni.


martedì 18 giugno 2024

Una mostra da non perdere!

 


Per i 700 anni dalla morte di Marco Polo c'è una splendida mostra organizzata da alunni e docenti del liceo Artistico Giulio Carlo Argan nel Centro Polivalente di Statuario ad ingresso libero. Merita una visita, vi sono i ragazzi a disposizione per fare una visita guidata. Da non perdere.








Torna la festa di San Giovanni

 



     La festa di San Giovanni, è stata per tanti anni una caratteristica del quartiere; sulla piazza e lungo il primo tratto di via Appia si disponevano i tavoli delle osterie e i banchi di venditori di lumache. La ricetta caratteristica era quella delle “lumache al sugo”. Bisognava prenderle nelle vigne, poi metterle a spurgare per due giorni in un catino, insieme alle molliche di pane e foglie di lattuga fatte a pezzi, quindi lavaggio con acqua, aceto e un pizzico di sale. Nel frattempo si preparava il soffritto per il sugo. In occasione della festa sfilavano dei carri allegorici e caricaturali che prendevano le mosse da ponte Lungo. Alla festa era collegato il festival della canzone romanesca, tra le tante canzoni lanciate in quella occasione ricordiamo “Affacciate Nunziata” 1893 e “Chitarra romana” 1936. “Quando arrivava la festa di San Giovanni la mamma ci preparava e si usciva senza dimenticare di mettere la scopa capovolta dietro la porta di casa per impedire l’ingresso delle streghe, che in quella notte, si diceva, girassero per la città. Noi bambini avevamo trombe, campanelli, lingue di Menelik e camminavamo tenendo coriandoli e stelle filanti. Le trattorie erano piene di gente in attesa dei carri allegorici che… raffiguravano parodie di personaggi allora in vista”[1]. “Le strade si riempivano di bancarelle, piene di cose tipiche di queste circostanze (spighette di lavanda, trombette, lingue di suocera, croccantini, zucchero a velo e altro ancora)”[2]. Sulla piazza di porta San Giovanni si tenevano corse al sacco e alberi della cuccagna. La festa traeva origine da una leggenda del 1782, secondo la quale Erodiade, moglie adultera di Erode Antipa, avrebbe istigato il marito a condannare a morte Giovanni Battista in quanto non ricambiata nel suo amore. Erodiade avrebbe chiamato a raccolta le streghe sui prati della basilica nella notte che precede la festa del santo (24 giugno). La notte di San Giovanni aveva anche un altro significato, propiziatorio e purificatorio, per i raccolti della terra. Al 23 giugno, due giorni dopo il solstizio d’estate, in tempo di mietitura, si tenevano le cerimonie in onore della dea Cerere, protettrice dei raccolti. 



[1] Festa di San Giovanni. Racconto di Maria Aprile nata nel 1913, dal libro: AA.VV. I nonni di Roma raccontano la storia, Comune di Roma, 2006, pag. 21.

[2] Festa di San Giovanni. Racconto di Charis Gattone nata nel 1908, dal libro: AA.VV. I nonni di Roma raccontano la storia. Comune di Roma, 2006, pag. 311.

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il sarcofago che vedi sotto.



Nelle foto di ieri i resti delle navi del lago di Nemi.

     Le due navi costituiscono un esempio unico di imbarcazioni da parata, veri e propri palazzi galleggianti nelle acque del lago, realizzati da Caligola a immagine delle lussuose residenze orientali. L’attribuzione è provata da alcune tubazioni idrauliche fistulae di piombo con iscrizioni. Gli architetti conoscevano i precedenti esempi di età ellenistica, lo scrittore greco Ateneo di Naucrati (II sec. d.C.) ci ha tramandato la descrizione delle regge galleggianti di Gerone II di Siracusa e di Tolomeo IV Filopatore (221-2014 a.C.), utilizzate come navi da crociera.

     La prima nave di Nemi era utilizzata come una sorta di dependance della fastosa residenza che il sovrano possedeva sulle rive del lago, la seconda svolgeva funzioni cerimoniali, come prova il ritrovamento di oggetti di culto legati alla dea Iside, assimilata a Diana nel vicino Santuario.

     Il complesso villa – santuario – navi rispondeva a un preciso programma politico, religioso e architettonico dell’imperatore, che intendeva riproporre un modello culturale giunto a lui dall’Egitto faraonico attraverso la mediazione ellenistica.

     Le due navi, affondate nelle acque del lago di Nemi già in epoca antica, sono state recuperate negli anni tra le due guerre mondiali. L’interesse per queste antiche reliquie, nascoste dalle acque e avvolte da racconti e leggende, è sempre stato forte, alimentato anche dalle continue depredazioni e scoperte di chi, individualmente riportava alla luce elementi delle loro decorazioni. Il primo tentativo di recupero ufficiale è quello di Leon Battista Alberti nel 1446 su incarico di Prospero Colonna, che si concluse con il ritrovamento di alcune tubature idrauliche. A seguito dei ritrovamenti per gli scavi di Eliseo Borghi nel 1895, fu avviata una ricerca istituzionale pianificata di esclusiva finalità scientifica, che trovò risoluzione con la decisione di ricorrere all’abbassamento delle acque del lago. L’impresa si concluse nel 1932, riportando alla luce tutte le strutture superstiti dei due antichi scafi. Un incendio doloso nel 1944 distrusse gran parte delle navi che erano state allestite nel museo sulle sponde del lago.

Gli arredi in bronzo. Rappresentano l’insieme dei materiali più importanti ritrovati nel corso delle ricerche per il recupero delle navi di Nemi. Il primo nucleo di oggetti fu acquistato dal Museo nel 1906, in seguito alle esplorazioni dell’antiquario Eliseo Borghi nel 1895 su incarico degli Orsini principi di Nemi con autorizzazione del ministero. Il secondo nucleo venne alla luce durante gli stavi tra il 1929 e il 1932.

     Si tratta di un apparato decorativo di eccezionale ricchezza che identifica nelle navi un esempio di lusso ostentato come espressione di potere.

     Alla decorazione della prima nave apparteneva il gruppo delle teste di figure animali, motivo decorativo molto diffuso nell’arte antica. I tre leoni e la pantera ornavano le testate delle travi disposte trasversalmente alla nave (bagli), i quattro lupi ornavano le testate delle travi longitudinali, le due teste leonine su calotte cilindriche coronavamo i lunghi assi dei timoni laterali. La testa di Medusa era collocata in alto, come per vigilare con il suo sguardo.

     Dalla seconda nave provengono le mani che decoravano le travi a fianco dei quattro timoni e la balaustra con le erme bifronti.

     Le decorazioni in bronzo risaltavano sulla struttura della nave rispetto alle parti lignee dipinte e ai ricchi rivestimenti in marmo.

lunedì 17 giugno 2024

Che bella la ciclabile Lucca Pisa!

 


Bellissima vacanza in bici di tre giorni organizzata da VediROMAinBici a Lucca. Abbiamo percorso la favolosa pista ciclabile che unisce Lucca a Pisa lungo il fiume Serchio, abbiamo visitato le due città, siamo andati a scoprire le deliziose ville che si trovano nei dintorni di Lucca. Ma l'aspetto più bello di questa vacanza è stata la simpatia, il calore umano che si è respirato in questi giorni. Da non trascurare il buon cibo che abbiamo avuto occasione di conoscere. Ci ha accompagnato un bel cielo azzurro con qualche nuvola che ha permesso di pedalare con temperature fresche! Viva la bici! Viva VediROMAinBici!
Un grazie particolare al nostro amico Rino che ci ha fatto da guida!