martedì 20 giugno 2017

Lettera aperta ai deputati e senatori in vista del fine legislatura

   La FIAB, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, ha inviato una lettera a tutti i parlamentari in vista del fine legislatura. Condividiamo in pieno le proposte di una mobilità sostenibile e ci permettiamo di diffonderla perchè fa riferimento a valori, principi e proposte pratiche giustissime.
La pista ciclabile Dorsale Tevere alla Magliana.

   Ecco il testo integrale della lettera tratto dal sito internet della Fiab.

Cari parlamentari, si è conclusa da qualche giorno in Olanda, a Arnhem-Nijmegen, la conferenza Velocity, l'appuntamento annuale più importante a livello mondiale organizzato da ECF per discutere e confrontarsi sulle politiche per la promozione della mobilità ciclistica, condividere buone pratiche e sperimentare soluzioni efficaci per favorire lo sviluppo di città a misura di persona.

L'edizione 2017 del Velocity ha visto un'adesione di oltre 1500 persone da diversi Paesi europei, ma anche di altri continenti, e tra loro moltissimi amministratori pubblici e decisori politici: dall'Italia risultano solo 12 partecipanti, di cui dieci in rappresentanza di organizzazioni profit e no profit (tra cui Fiab), e gli altri due per Regione Puglia e Università di Cagliari.

L'importanza di questo appuntamento è tale che persino Sua Maestà Guglielmo Alessandro, Re dei Paesi bassi, ha voluto partecipare all'apertura dei lavori, giungendo in sella alla sua bicicletta insieme a migliaia di persone. Certo, nella famiglia reale olandese la bici è da sempre di casa, tutti i giorni. A noi piacerebbe tanto che anche in Italia il Primo Ministro se non addirittura il Presidente della Repubblica partecipassero almeno a qualche evento in bicicletta: sarebbe un segno importante di cambiamento e un ottimo esempio per molti, in un Paese per il quale il ciclismo è stato a lungo solo un passatempo o nel migliore dei casi un appassionante sport da competizione.

Ma, in attesa di questo passaggio epocale, c'è anche una cosa che questo Parlamento dovrebbe e potrebbe finalmente fare per imprimere un cambiamento nelle politiche per la mobilità: approvare la Legge Quadro per la mobilità ciclistica e la Legge delega per il nuovo Codice della strada prima della fine della legislatura.

La prima, per offrire saldi punti di riferimento normativi per quanto riguarda le competenze degli enti locali, l'intermodalità tra bici e trasporti pubblici, la classificazione delle ciclovie, integrando la vigente legge 366/98 (inapplicata da anni per mancato rifinanziamento) e arricchendola con elementi significativi come la rete nazionale Bicitalia, il Piano nazionale e quello generale della mobilità ciclistica; il coinvolgimento pieno del Ministero Infrastrutture e Trasporti con l'istituzione di un apposito Dipartimento per la Mobilità Ciclistica; la definizione di una segnaletica di direzione/indicazione specifica per la bici; la ridefinizione delle strade ciclabili e molto altro.

La seconda, per definire i principi della delega legislativa per la riforma del Codice della strada attraverso una prospettiva che rimetta al centro la persona, non più il veicolo, recuperando un divario che ci separa rispetto a molti Paesi europei in fatto di mobilità e di mobilità sostenibile.

L'Italia sconta una vistosa arretratezza normativa, resa ancor più opprimente da un approccio burocratico di molte amministrazioni e da una cultura tecnica che, complessivamente, guarda con disinteresse alla diffusione delle buone pratiche e alle risposte più efficaci in grado di favorire e promuovere lo sviluppo di città a misura di persona, impegnandosi più a trovare problemi che a fornire soluzioni.

Ma le città sono nate per le persone, per farle stare assieme; non sono state concepite per le auto. Le città devono essere restituite alle persone. Il futuro delle nostre città, in termini di vivibilità e sicurezza, si gioca dunque, oltre che su una attenta gestione  dello spazio pubblico, anche su un nuovo modello di mobilità che consapevolmente e con chiarezza scelga di rimettere al centro la persona e di rendere disponibile un mix di risposte adeguate alle esigenze della mobilità sostenibile.


Servono allo scopo provvedimenti nuovi, una rinnovata cultura tecnica, ma anche un sistema normativo che favorisca e non ostacoli questi cambiamenti. A voi parlamentari tocca dunque la responsabilità di compiere scelte lungimiranti, nell'interesse di tutti i cittadini. Siate all'altezza della sfida. Fate in modo che queste proposte di legge non si dissolvano, con la fine della legislatura, insieme alle nostre speranze di cambiamento.

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