venerdì 7 dicembre 2018

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova la villa che vedi sotto.

Nella foto di ieri villa Massimo.

     Era una delle maggiori ville suburbane di Roma. Formatasi con una serie di acquisti successivi nel Cinquecento dalla famiglia Massimo, confinava verso Nord con il vicolo di Pietralata ora via De Rossi, a Sud e Est con il vicolo di Sant’Agnese, ora viale XXI Aprile, via Ravenna, via Catanzaro, a Ovest con quella che diventerà villa Torlonia. Il fondo era formato da terreni seminativi, pascoli e boschi, oltre che da un casino padronale e da una serie di edifici rustici. Nei pressi del fabbricato principale vi era una vigna. Secondo alcuni autori (Zaccagnini) la villa Peretti Montaldo a Termini giungeva fin qui. Secondo la pianta del Nolli (1748) l’ingresso era su via Nomentana, da qui iniziava un lungo viale d’ingresso con un tracciato a gomito simile alle vie Spallanzani, Siracusa e di Villa Massimo Di certo la villa venne acquistata (1910) da un prussiano Eduard Arnhold, questi la donò allo stato e vi subentrò l’Accademia Germanica nel 1924 che la sistemò in stile neorinascimentale su progetto dell’arch. Massimiliano Zurcher. Oltre alla villa centrale vi erano e vi sono gli studi con le abitazioni di dieci artisti.
     In via di Villa Ricotti 20 si trova un edificio da identificarsi con il casino originario della villa. Il fabbricato a due piani e mezzanino è formato da un corpo centrale sormontato da torretta e da due avancorpi laterali molto pronunciati, di cui uno con arcate. Sul piazzale antistante vi era una fontana romana trasferita in seguito a villa Abamelek sul Gianicolo, sede dell’ambasciata della Russia. Alla fine degli anni Trenta, quando il quartiere intorno era costruito e parte della villa lottizzata, l’edificio venne ristrutturato da Michele Busiri Vici. Nel 1914 nella palazzina fu istituita una casa per aiutare le giovani artiste grazie ad Eleonora Duse. Negli anni Venti divenne residenza del diplomatico Carlo Sforza, in una parte della villa sorse un’accademia per giovani artisti tedeschi.
     Il giardino mantiene l’assetto settecentesco con viali regolari e terrazza belvedere verso viale XXI Aprile. Pezzi scultorei antichi sparsi nel parco e un falso tempietto di Antonino e Faustina vogliono ricreare l’aspetto delle ville rinascimentali.  Subito dopo la guerra la villa fu occupata da artisti antifascisti tra cui Guttuso che qui realizzò la tela “La battaglia di Ponte Ammiraglio” oggi alla Gnam. Vi si svolge periodicamente la mostra di arte contemporanea “Un’opera al Massimo”.
     Fino a settembre 2016 la villa e l’anno accademico saranno chiusi per importanti lavori di restauro.

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