mercoledì 8 aprile 2020

Luoghi del cuore17:dar Filettaro



     Questa è troppo facile, è un posto di Roma che conoscono tutti, come dire: “E’ Roma stessa”. I migliori filetti di baccalà si mangiano al largo dei Librai 88, Dar Filettaro, lungo via dei Giubbonari, nel cuore della “vecchia Roma”. L’ambiente è quello di una piccola osteria di una volta, servizio informale, ma gentile. Consiglio di mangiare il filetto passeggiando per le strade, i vicoli e le piazzette intorno.

   Ci troviamo in una piazzetta lungo via dei Giubbonari, non lontano dal vociare del mercato di Campo dei Fiori, qui è il tempio del filetto di baccalà, una specialità romana racchiusa in una leggera pastella croccante, fritta e portata ad unta doratura nel grembo di tre diverse padellacce di ferro annerite. Si può mangiare al volo, avvolto nella carta canepina o seduti. Nel menù poche voci: pane e alici, affettati misti, zucchine fritte, fagioli, bruschette e – in estate – fette di cocomero. Un piatto speciale sono le “puntarelle”, cicoria con salsa di acciughe e aglio. Servizio essenziale, tavoli di legno e tovaglie di carta, personale giovane e cordiale. In estate i tavoli invadono con discrezione la piazza. E’ aperto solo la sera , ferie ad agosto. Sembra che le Monde lo abbia recensito, Eugenio Pacelli, papa Pio XII, mandava il suo cameriere personale a comprare i filetti di baccalà.

     Il baccalà è il merluzzo. La salagione ne consente la conservazione per lungo tempo. Sembra che la procedura di salagione si debba attribuire ai pescatori baschi. I paesi principali produttori sono: la Danimarca, le Isole Faroe, la Norvegia, l’Islanda e il Canada. Il baccalà è alimento essenziale in molte cucine popolari, il suo utilizzo si alterna allo stoccafisso, che è sempre un merluzzo, ma conservato per essiccazione. 

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