mercoledì 22 aprile 2020

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova la scalina che vedi sotto.

Nella foto di ieri la chiesa di San Pancrazio nei pressi della porta omonima (Gianicolo - Monteverde).

     Un grande portale, sormontato da edicola con affresco di Crocifissione  immette in un giardino, un viale sterrato conduce da un’altra colonna simile alla precedente e alla basilica. Secondo la tradizione la primitiva costruzione andrebbe attribuita a papa Simmaco (498-514), sul luogo dove venne sepolto il martire appena quattordicenne, di certo siamo di fronte ad un complesso antico con le catacombe nel sottosuolo. La chiesa venne completamente restaurata attorno al 1609 dal cardinal Ludovico da Montereale che ha sparso la sua “firma” ovunque (scudo con cinque torri e cappello cardinalizio).
     L’interno conserva la severità delle antiche basiliche e tutta una antologia di stili che vanno dai resti cosmateschi murati in diversi luoghi, ai soffitti lignei del 1627, al baldacchino dell’altare che risale al 1959 fino alle colonne in porfido provenienti da chissà quale costruzione di epoca romana. Quadri in stucco bianco movimentano le cappelle laterali. Gli affreschi della tribuna sono attribuiti ad Antonio Tempesta[1].
     La chiesa è affidata all’ordine dei Carmelitani Scalzi. E’ parrocchia dal 1931.


[1] Antonio Tempesta. Detto il Tempestino. (Firenze 1555-Roma 1630) pittore e incisore italiano del primo periodo barocco. Lavorò per papa Gregorio XIII e affrescò alcune mappe nelle Sale delle Carte Geografiche. Lavorò per i Farnese e i Borghese, nella villa di Caprorola, in San Giovanni dei Fiorentini. Decorò con altri i soffitti della Galleria degli Uffizi.

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