Nella foto di ieri la chiesa di San Pancrazio nei pressi della porta omonima (Gianicolo - Monteverde).
Un grande portale, sormontato da edicola
con affresco di Crocifissione immette in
un giardino, un viale sterrato conduce da un’altra colonna simile alla
precedente e alla basilica. Secondo la tradizione la primitiva costruzione
andrebbe attribuita a papa Simmaco (498-514), sul luogo dove venne sepolto il
martire appena quattordicenne, di certo siamo di fronte ad un complesso antico
con le catacombe nel sottosuolo. La chiesa venne completamente restaurata
attorno al 1609 dal cardinal Ludovico da Montereale che ha sparso la sua
“firma” ovunque (scudo con cinque torri e cappello cardinalizio).
L’interno conserva la severità delle
antiche basiliche e tutta una antologia di stili che vanno dai resti
cosmateschi murati in diversi luoghi, ai soffitti lignei del 1627, al baldacchino
dell’altare che risale al 1959 fino alle colonne in porfido provenienti da
chissà quale costruzione di epoca romana. Quadri in stucco bianco movimentano
le cappelle laterali. Gli affreschi della tribuna sono attribuiti ad Antonio
Tempesta[1].
La
chiesa è affidata all’ordine dei Carmelitani Scalzi. E’ parrocchia dal 1931.
[1] Antonio Tempesta. Detto il Tempestino. (Firenze 1555-Roma 1630)
pittore e incisore italiano del primo periodo barocco. Lavorò per papa Gregorio
XIII e affrescò alcune mappe nelle Sale delle Carte Geografiche. Lavorò per i
Farnese e i Borghese, nella villa di Caprorola, in San Giovanni dei Fiorentini.
Decorò con altri i soffitti della Galleria degli Uffizi.
Nessun commento:
Posta un commento