Un luogo di Roma che i ha sempre trasmesso serenità, un cerchio perfetto, un luogo di calma già evocato dal nome che è raro trovare in una grande città.
Vero luogo di pace, “un cerchio
perfetto dove i pensieri cattivi non riescono a seguirci, un incanto capace di
respingere i malumori che accompagnano le nostre giornate… mi ha sempre fatto
pensare a quella piazza romana di cui si favoleggiava ne Il segno del comando…
forse vera, forse solo sognata…è circondata da villini degli anni Trenta, tutti
abitati e stranamente silenziosi, come se la gente che li popola si muovesse in
punta di piedi…il punto migliore per godersi questa pace sospesa è di sicuro il
baretto sotto il minuscolo porticato, ci possiamo sedere a uno dei quattro
tavolini e aprire un libro: la penombra a poco a poco cancellerà le parole … mentre
l’alcol di un Campari soda le mescolerà alle parole che abbiamo nella testa.
Chiudiamo tranquillamente il libro, allunghiamo le gambe e i pensieri nuovi. Un
cane attraversa la piazza, un bambino gioca con l’acqua della fontana, noi
stiamo bene, quasi bene.” (Marco Lodoli 25 maggio 2003). La sera, dopo cena, la
piazza è luogo di incontro dei giovani del quartiere che quasi la occupano
tutta.
Il quartiere di piazza Caprera è stato
pianificato da Gustavo Giovannoni (1873 -1947),
autore dello stabilimento della birra Peroni a via Alessandria, la città
giardino Aniene e la borgata della Garbatella (da Irene de Gutty, Guida di Roma
Moderna, ed. De Luca, 1989).
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