venerdì 10 aprile 2020

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova il viale che vedi sotto.

Nella foto di ieri via di Vigna Jacobini nel quartiere Portuense.
     Sono le ore 3,06 del 16 dicembre 1998, un boato, il buio, la polvere, una palazzina di cinque piani in via di Vigna Jacobini crolla in un solo colpo e annienta la vita di 27 persone (tra cui 5 bambini). Ora il luogo è abbandonato, Ferruccio Fumaselli, che ha perso i genitori e due fratelli, ha creato l’associazione di volontariato Orfeo. Nel luogo della tragedia si vorrebbe fare un giardino in memoria delle vittime.
     Nell’ottobre del 2013 arriva la sentenza dei giudici d’appello per cui il crollo sarebbe stato causato dalla scarsa qualità ed estrema disomogenità del calcestruzzo usato per i pilastri del palazzo e dalle alte temperature prodotte dai macchinari della tipografia. Assolto Mario Capobianchi, amministratore della San Paolo Tipografia Editoriale che si trovava al piano terra e al seminterrato dello stabile, accusato di omicidio colposo plurimo e disastro colposo, era l’ultimo imputato, “il fatto non costituisce reato”. L’altro amministratore Vincenzo Mudanò era nel frattempo deceduto.
     Secondo quanto emerso dalla perizia di ufficio, dove c’era la tipografia la temperatura raggiungeva livelli particolarmente alti, addirittura 35 gradi in più rispetto a quella esterna, cosa non contestata da nessuna delle parti in causa. Se si tiene conto della fragilità originaria delle strutture cementizie è agevole convenire circa la sicura incidenza del fenomeno sul crollo strutturale[1].
   Il 16 febbraio 2016 i giornali riportano la notizia che la Cassazione ordina nuovo processo dopo 18 anni. Accolto il ricorso dell’unico imputato Mario Capobianchi. Nel disastro del 16 dicembre 1998 persero la vita 27 persone tra cui 5 bambini. La sentenza dell’11 luglio 2012 aveva assolto con formula piena l’ultimo imputato l’amministratore della tipografia situata al piano terra dello stabile che fu ampliata prima della tragedia. La prima sentenza decideva che l’amministratore della tipografia era condannato per disastro e omicidio colposi, verdetto annullato in Cassazione nel 2006.



[1] Crollo del palazzo di via di Vigna Jacobini. Tutte le notizie da: Il Messaggero.

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