venerdì 11 agosto 2023

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova la campana che vedi sotto.


Nelle foto di ieri la cappella Paolina o Borghese in Santa Maria Maggiore.

Ordinata da Paolo V[1] a Ponzio (1605-11) che ripeté con maggior sfarzo lo schema architettonico di quella opposta e la composizione dei sepolcri papali.

     Gli affreschi nei pennacchi della cupola (Profeti e Sibille) e nel lunettone sopra l’altare (“Apparizione della Madonna e di San Giovanni Evangelista a San Gregorio taumaturgo”) sono del Cavalier d’Arpino[2]; nella cupola “Vergine e apostoli”[3] del Cigoli (1612); l’altare ricchissimo di pietre preziose è opera di Pompeo Targone su disegno di Girolamo Rainaldi[4] e di G. B. Crescenzi (1613): sul frontespizio con angeli in bronzo del Berthélot, rilievo in marmo e bronzo dorato (“Papa Liberio traccia la pianta della basilica”) di Stefano Maderno[5], al centro, sull’altare, una corona di angeli di Camillo Mariani circonda una “Madonna su tavola”, la “Salus populi romani” (Salvezza del popolo romano, “salvezza” nel senso di protettrice) del tipo romano orientalizzante (se. XII-XIII) già attribuita a San Luca.

     Maria è raffigurata in atteggiamento maestoso con uno sguardo soffuso di ineffabile dolcezza mentre regge il Bambino che con la mano destra benedice e con la sinistra stringe a sé il Libro della Nuova Alleanza. Tante le processioni lungo le vie di Roma nei momenti più drammatici della sua storia per implorare l’aiuto di Maria.

     Ai lati dell’altare statue di San Giovanni Evangelista e di San Giuseppe del Mariani e del Buonvicino.

     Alla parete destra sepolcro di Clemente VIII[6] del Ponzio (la statua del Papa è di Giacomo Silla Longhi, i bassorilievi con scene del pontificato sono del Buonvicino e del Mariani in basso; di Ippolito Buzio, di Pietro Bernini – sue le cariatidi -  e del Valsoldo in alto), ai lati Aronne e Bernardo del Cordier; nel lunettone e nel sottarco affreschi (Padre Eterno, Storie di Narsete, di Eraclio e dei Santi Francesco e Domenico) del Reni[7] (1613); nel sottarco d’ingresso, affreschi di Giovanni Baglione.


[1] Paolo V (1605-21) Affidò a Carlo Maderno la costruzione della facciata di San Pietro su cui spicca il suo nome. Restaurò l'acquedotto detto di Traiano, fece costruire il fontanone del Gianicolo e quello oggi in piazza Trilussa.

[2] Cavalier d’Arpino Giuseppe Cesari detto (Arpino 1568-Roma 1640), pittore, autore degli affreschi nella sala degli Orazi e Curiazi in Campidoglio e della decorazione musiva della cupola di San Pietro. Giovanissimo lavorò con il padre alle Logge Vaticane sotto la direzione del Pomarancio, sarà presidente dell’Accademia di San Luca. Affresca l’Ascensione nella basilica di San Giovanni. A lavorato a Napoli e a Frascati in villa Aldobrandini.

[3] Cigoli Lodovico Cardi detto il (Cigoli di San Miniato 1559 – Roma 1613), pittore, architetto e scultore. Fu attivo a cavallo tra il periodo manieristico e quello barocco, operò a Firenze e a Roma per conto di papa Paolo V. Compagno di studi e grande amico di Galileo. Sue opere agli Uffizi e alla Galleria Palatina di palazzo Pitti.

[4] Girolamo Rainaldi architetto e padre di Carlo. Palazzo Pamphili in piazza Navona e palazzo Nuovo sul Campidoglio con il figlio Carlo. Chiesa di Santa Teresa a Caprarola. Chiesa di Sant’Agnese in Agone, modificata dal Borromini. Collaborò all’allestimento dei giardini di villa Borghese (vasca e uccelliera). Al figlio Carlo si deve l’abside con scalinata della basilica di Santa Maria Maggiore.

[5] Stefano Maderno vedi nota 9.

[6] Clemente VIII Ippolito Aldobrandini di Fano, papa dal 1592 al 1605. Durante il suo pontificato furono eseguite le condanne a morte di Giordano Bruno (1600) e di Beatrice Cenci (1599). Riconobbe Enrico IV Re di Francia, riuscì ad includere Ferrara nello Stato Pontificio. Indisse il Giubileo del 1600.

[7] Guido Reni. (Bologna 1575-1642) pittore e incisore, si accostò ventenne all'Accademia dei Carracci. Sue opere nei principali musei del mondo. Tra le opere principali: il Suicidio di Cleopatra nella pinacoteca Capitolina, Atalanta e Ippomene al museo di Capodimonte a Napoli (1615-20) che è considerato il suo capolavoro, l'Aurora al palazzo Rospigliosi di Roma. Una sala gli è dedicata a palazzo Barberini: Beatrice Cenci. Una sua importante opera nella chiesa della Trinità dei Pellegrini.


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