lunedì 11 novembre 2013

Anche nella sopraelevata della Tangenziale Est c'è della poesia!


   Uno di posti più brutti di Roma, immortalato in tanti film, a cominciare
da quelli di Fantozzi, è la Tangenziale Est quando passa dentro il quartiere
di San Lorenzo, proprio sopra lo scalo ferroviario omonimo. Roma è una
città magnifica che non smette mai di stupirmi, eppure, ci sono aspetti
bruttissimi, ma basta un poeta, un pittore, um musicista - che poi sono la
stessa cosa - che riescono a farci vedere questi luoghi orribili sotto una
luce diversa. A dimostrazione del fatto che il bello è dentro di noi,
siamo noi che dobbiamo essere in grado di vederlo.
   Così pochi giorni fa ho scoperto all'Auditorium un artista che proprio
della tangenziale ha fatto l'oggetto delle sue tele. Si chiama Federico
Fiorentini, nasce a Milano nel 1972, ha studiato all'Accademia di Firenze,
ha vissuto e lavorato tra Los Angeles, New York e Berlino. La sua pittura
è l'indagine immediata della realtà, attraverso la rappresentazione delle
periferie urbane e del traffico caotico che le percorrono, senza filtri
o infrastrutture da cui traspare un approccio ludico e feriale alle sue
opere "pop". Conosciuto come l'artista delle 500 che lo vede protagonista
nelle interpretazioni dell'automobile made in Italy più famosa al mondo
simbolo del "boom economico", Fiorentini sviluppa la serie delle macchine
in genere, feticci della nostra contemporaneità, ma ancora luoghi ed oggetti
vissuti e toccati con mano quotidianamente, paesaggi metropolitani delle
delle città in cui ha soggiornato per lunghi o brevi periodi. Filo conduttore
il viaggio, per scoprire angoli d'America, di Europa, in uno stile che rimanda
alla Pop Art degli anni '60 e '70. La sua tecnica è la fotografia.
   Nella foto una sua tela sulla Tangenziale che ho fotografato all'Auditorium
alcuni giorni fa.

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