venerdì 19 maggio 2017

Andiamo a vedere l'arco di Giano tirato a lucido!

     Torna a splendere il marmo dell’Arco di Giano. Una settimana di visite gratuite. Finiti i restauri , anche se non completamente, tolti i segni del tempo, dell’uomo e dello smog. La facciata verso il Tevere è libera dal cantiere, il restauro è possibile grazie alla donazione di 215.000 euro del World Monuments Fund con American Express. Scoperta una incisione “Cos” che, spiegano gli esperti, dice come questo fosse un Arco onorario costruito per l’imperatore Constantino e i suoi figli. Chiuso al pubblico da vent’anni, al centro di polemiche per le cancellate che lo circondano, il monumento sarà eccezionalmente aperto il giorno 26 con la possibilità di salire sui ponteggi.

     L’arco di Giano è un arco quadrifronte, cioè a quattro arcate che si trova presso la chiesa di San Giorgio al Velabro, al tempio di Ercole e a quello di Portuno. Venne costruito ai margini del Foro Boario verso la metà del IV secolo. Probabilmente era l’arco di Costantino citato nei cataloghi regionari presso il Velabro. Il nome moderno non si riferisce tanto al dio bifronte Giano, ma deriva dal latino ianus che indica un passaggio coperto, una porta. L’edificio ha una pianta quadrata di 12 metri di lato e 16 metri di altezza con quattro massicci pilastri che sostengono la volta a crociera, costruiti in cementizio e rivestiti da blocchi di marmo di reimpiego. Al di sopra aveva un coronamento, forse a forma di piramide, che venne demolito nel 1827 perché ritenuto parte della fortificazione medioevale dei Frangipane. All’esterno i piloni hanno due file di tre nicchie su ciascun lato, in totale 48, coperte da una semicupola a conchiglia scopita nei blocchi di marmo del rivestimento, sicuramente ospitavano statue. Nelle chiavi di volta quattro figure femminili, si riconoscono la dea Roma e Minerva.

     Nella chiesa di San Giorgio in Velabro si conservano alcuni frammenti di un’iscrizione monumentale, riutilizzati come blocchi di muratura, che potrebbero essere stati sull’attico dell’arco. Essa allude alla sconfitta di un tiranno, se così fosse, sarebbe un arco trionfale.

Nell'ultima foto l'arco di Giano visto dal mercato a Km 0,
purtroppo chiuso da troppo tempo.

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