Una buona notizia per tutti gli amanti della Caffarella e del cuore verde di Roma. Si riprende a parlare del Contratto di fiume dell'Almone. Se tale iniziativa va avanti vuol dire che il fiume che attraversa la Caffarella sarà tutelato.
E’ il terzo fiume di Roma (Km 21), nasce sui colli Albani da
infiltrazioni del Lago di Castel Gandolfo (a circa 400 metri slm). Nell’ultimo
tratto prendeva il nome di Acquataccio, la via Ostiense lo superava con un
ponte detto “della Travicella” quindi si gettava nel Tevere nei pressi del
gazometro. Oggi le sue acque vengono intubate subito dopo l’Appia Antica (ex
Cartiera Latina) e finiscono nel depuratore di Roma Sud (Torrino Sud). Per gli
antichi romani il fiume Almone veniva identificato con una divinità, il dio
Almone, che dava l'acqua o la siccità come egli desiderava. Aveva un culto
importante, il suo rito si svolgeva ogni anno il 27 marzo proprio dove le sue acque sfociavano nel Tevere. Dal
Palatino, dove c'era il tempio della Magna Mater (la dea Cibele), si portava il
simulacro della dea con una solenne processione fino alla via Ostiense,
l'immagine aniconica (una pietra nera, forse un meteorite) veniva immersa
nell'acqua del fiume insieme agli arnesi del culto. “La pietra venne portata a
Roma da Pessinunte in Asia Minore, dove era il santuario della dea, durante le
guerre puniche, perché un oracolo lo rendeva condizione necessaria per vincere
la guerra. L’immagine era giunta a Roma via mare, ma alla confluenza del Tevere
con l’Almone proseguì il suo viaggio via terra seguendo la via Ostiense” da:
Sara Fabrizi, La storia di Appio San Giovanni, ed. Typimedia, anno 2020, pag.
35.
La processione aveva questa meta, perché la leggenda recita che la nave proveniente da Pessinunte si incagliò alla confluenza dell’Almone, solo dopo una cerimonia di purificazione riprese il viaggio. L’importante cerimonia del 27 marzo durò fino al 389 d.C. quando fu abolita per incompatibilità con il Cristianesimo (da: Spiccioli di natura, pag. 68).

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