lunedì 1 luglio 2013

Una bella occasione per tornare a visitare il museo delle Mura.


   Roma è una delle poche città d'Italia ad avere ancora la
propria cinta muraria intatta. Altre città, come Firenze o
Bologna le hanno demolite con l'avvento dell'unità nazionale,
quando esse si espandevano in considerazione delle mutate
condizioni politiche, del boom demografico e del rinnovamento
urbanistico degli stessi centri storici.
Porta San Sebastiano vista dall'esterno.
   Uno dei punti in cui ammirare meglio le mura Aureliane è
certamente la porta San Sebastiano che dispone anche di un
piccolo ma interessante museo. Gli amici di Vediromainbici
lo conoscono bene per esserci stati alcuni mesi fa con una
visita guidata del nostro amico Mario.
L'arco interno della porta dove scorreva la serranda
per la chiusura di emergenza della porta in
caso di attacchi improvvisi del nemico.

   In questi giorni è possibile visitare la mostra personale
di Vittorio Messina dal titolo "Percorsi d'Occidente" (curata
da Ludovico Pratesi). La mostra presenta tre grandi istallazioni
nei due torrioni che fiancheggiano la porta e nello spazio
intermedio. Le opere esposte richiamo i materiali costruttivi
dell'edilizia popolare ed economica degli ultimi cinquanta
anni, vuole essere una occasione per riflettere su come si
è costruito in Italia in questi anni, ma soprattutto a Roma,
e come poteva essere il paesaggio italiano che si fossero
tenute presenti le esigenze della popolazione e non gli
interessi di alcuni costruttori senza scrupoli. La mostra
sarà aperta al pubblico fino all' 8 settembre.
Un graffito medioevale nell'arco della porta,
raffigura San Michele Arcangelo che schiaccia il serpente.
   Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea nel 1946, ha
studiato all'Accademia di Belle Arti di Roma dove ha esordito
nel 1978. E' noto soprattutto per essersi dedicato ad un genere
di scultura legata alle forme e ai materiali dell'architettura,
denominata Archiscultura. Le sue sculture sono tutte di grandi
o grandissime dimensioni, ha esposto in Giappone, Cina e molte
città europee. E' evidente il tema del degrado delle periferie
urbane. All'interno di queste installazione ha sempre riprodotto
la cella, o stanza, come unità di base del costruire.
Un mosaico all'interno della porta.
Tutte le immagini di questo post sono dell'autore del blog,
il loro uso è libero.
   Eccoci quindi dentro porta san Sebastiano che per gli antichi
romani era la porta Appia perchè da qui usciva la "regina viarum".
Si tratta della più imponente e tra le meglio conservate delle
porte di Roma. Inizialmente aveva due porte tra due torri semicilindriche
con copertura in travertino. In seguito le due torri furono
ampliate e collegate all'arco di Druso in modo da formare
un cortile interno e controporta. Ma fu con Onorio che prese
l'aspetto attuale, ebbe un solo fornice, fu dotata di un attico rialzato
nel quale si aprono due file di sei finestre ad arco e venne
fornita di un camminamento di ronda scoperto e merlato. Le due torri
ebbero una base quadrata rivestita di marmo. Stranamente mancano
lapidi commemorative.Sullo stipite sinistro della porta è
incisa la figura dell'Arcangelo Michele mentre uccide un drago,
a fianco si trova un'iscrizione in latino medioevale in caratteri
gotici in cui viene ricordata la battaglia combattuta il 29 settembre
1327, giorno di San Michele, dai romani ghibellini contro i guelfi
del re di Napoli Roberto d'Angiò.

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