mercoledì 1 giugno 2016

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova questo luogo.
Nella foto di ieri il Pantheon.
Uno  dei più augusti e grandiosi edifici di Roma antica giunti fino a noi e il meglio conservato. Per la sua mole eccezionale, per il particolare carattere della sua planimetria (un edificio a pianta circolare unito a un pronao di tipo greco), per il suo armonioso insieme e per la sapienza costruttiva con cui è stata voltata la cupola, può ritenersi il più importante e significativo monumento dell’architettura romana.
     Lo fece costruire nel 27 a.C.  Marco Agrippa, genero di Augusto, “console per la terza volta” come dice l’iscrizione latina, (appartenente però al rifacimento adrianeo, sulla trabeazione del portico), che lo dedicò probabilmente ai sette dei planetari (il nome significa “santissimo” e non “di tutti gli dei”). Danneggiato da un incendio nell’80, fu restaurato da Domiziano; ancora danneggiato al tempo di Traiano, fu completamente rifatto da Adriano, poi restaurato da Settimio Severo e da Caracalla, come attesta l’iscrizione in caratteri piccoli sotto quella di Agrippa.

     Chiuso dai primi imperatori cristiani, saccheggiato dai barbari, fu dedicato da Bonifacio IV[1] (609) alla Madonna e a tutti i martiri (Santa Maria ad Martyres); spogliato delle tegole di bronzo dorato dall’imperratore Costante II (663), ebbe un tetto di piombo da papa Gregorio III (735). Fu considerato durante il medioevo come una meraviglia e uno dei simboli della città; tuttavia fu utilizzato anche come fortilizio nelle lotte cittadine. All’inizio del Rinascimento ebbe parecchi restauri; sotto Alessandro VII[2] fu demolito il campaniletto romanico, con quadrifora sulla fronte, che posava sul frontespizio, e il Bernini lo sostituì con due campaniletti alle estremità dell’attico (dette “le orecchie d’asino”), demoliti nel 1883.  Urbano VIII[3] Barberini tolse la travatura bronzea del portico per farne il baldacchino di San Pietro e cannoni per Castel Sant’Angelo, per cui Pasquino disse: “Quello che non fecero i barbari fecero di Barberini”. Invece la copertura della cupola era in piombo dorato, fu tolta dall’imperatore bizantino Costanzo II. Clemente IX circondò il portico di una cancellata in ferro (1668). Pio IX procedette a restaurare parte del pavimento e ai lavori di isolamento proseguiti dal governo italiano.


[1] Bonifacio IV, nato nella Marsica in data imprecisata fu eletto papa nel 608, morì a Roma nel 615. Fu monaco e promosse il monachesimo. Chiese ed ottenne dall’imperatore di Bisanzio Foca il Pantheon, in cambio eresse nel Foro Romano una colonna in suo onore, è l’ultimo monumento del sito. Bonifacio VIII ne rinvenne le reliquie nella basilica vaticana.
[2] Alessandro VII, Fabio Chigi (Siena 1599 – Roma 1667) papa dal 1655. Lo stemma quadripartito ha i tre monti con una stella e la quercia con i frutti. Membro di una famiglia di banchieri, si avvalse del nepotismo in maniera ampia. Protettore del Bernini, impartì ilbattesimo a Cristina di Svezia quando venne a Roma per convertirsi al cristianesimo e abbandonare la corona svedee. Bernini progettò la sua tomba nella tribuna della Basilica di San Pietro.
[3] Urbano VIII, Maffeo Barberini (Firenze 1568 – Roma 1644) papa dal 1623. Nello stemma tre api in campo blu. Papa durante la guerra dei Trentanni, riconquistò il ducato di Castro e Ronciglione ai Farnese. A Roma realizzò palazzo Barberini, la fontana del Tritone, il palazzo della Propaganda Fide e usando come cave il Pantheon e il Colosseo. Commissionò il proprio monumento funebre al Bernini. Sotto di lui si tenne il processo a Galilei con l’abiura del 1633. 

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