venerdì 24 giugno 2016

A proposito del ciclista morto negli ultimi giorni a Roma

Ci sentiamo di condividere pienamente quanto a scritto oggi su la Repubblica, nella rubrica delle lettere, a pag. XXXI della cronaca di Roma, Gianfranco di Pretorio, della Federazione Ciclistica Italiana. Riportiamo fedelmente il testo della lettera.
Monumento al ciclismo a Locarno sede del Cio.

Mercoledì mattina alle ore 8 ci ha lasciato un altro ciclista. Anche lui, come gran parte di noi si faceva da buon settantenne il giretto al mare in bici. Pedalava su via Aurelia come Roberto Giacometti (investito insieme ad altri tre ucciso il 31 marzo). La morte di queste persone non può limitarsi alle tradizionali condoglianze alla famiglia ed agli amici. Dobbiamo agire subito. Gli amministratori sanno benissimo che il rapporto morti/feriti (lo certifica l'Aci) è più alto sulle strade extra urbane. L'unica risposta delle istituzioni è sempre stata quella di non avere i soldi ma, rispondiamo, che non hanno fatto niente per cercarli, per salvare tante vite umane. Sulle strade interno alla Capitale si percepisce l'illegalità: i controlli della velocità degli automezzi appena accennati, l'attenzione di chi guida è più sul telefonino che sulla strada, niente corsie ciclabili (come previsto dalla legge) in occasione dei lavori straordinari (vedi Tiburtina, Laurentina, ecc.), niente bonifica delle strade con la copertura delle cunette laterali. Non parliamo poi delle infrastrutture per praticare lo sport della bici in sicurezza. Le mete più gettonate dai ciclisti sono il mare e i Castelli Romani, la via Aurelia, la Colombo, via Portuense, la Litoranea da Torvaianica ad Ostia, l'Appia Nuova. La Fci Lazio, considerando la distrazione dell'automobilista il problema dei problemi, propone urgentemente la sistemazione delle buche e delle radici, la collocazione esterna della banda rumorosa e catarifrangente, la segnaletica verticale con scritto "Pereicolo, presenza di ciclisti".

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