Nella foto di ieri villa Fiorelli che si trova nei pressi di piazza Lodi.
Dal Catasto Gregoriano del 1818 sappiamo
che esisteva qui una proprietà di Vincenzo Costantini con edificio rustico.
Nel 1849, Giuseppe Garibaldi con la moglie
Anita e alcuni fedelissimi, fuggì da Roma verso Venezia perché ogni tentativo
di resistere ai francesi era risultato vano. L’eroe dei due mondi si fermò in
questo casolare a far abbeverare il suo cavallo che forse legò al vecchio e
malandato gincko che si trova al centro della villa stessa, vicino c’è
un altro esemplare della stessa famiglia che gode di ottima salute. Nel 1982 fu
posta una lapide a ricordo dell’avvenimento.
La figlia Teresa sposò tale Luigi Fiorelli
che ampliò il rustico e la proprietà appare con il nome di Villa Fiorelli nella
pianta dell’Istituto Cartografico Italiano del 1891 composta di tre edifici, di
cui uno più grande, posizionati a corte, in un assetto tipico della Campagna
Romana. Si giungeva all’ingresso della villa dalla via Tuscolana attraverso lo
scomparso vicolo dei Canneti.
Nel 1924 la tenuta agricola risulta
dimezzata per la costruzione dei caseggiati tra via Voghera e via Terni. Il
piano Regolatore del 1931 stabilisce la sistemazione del quartiere a palazzine,
mentre il nucleo centrale viene recuperato come piazza – giardino. Il
Governatorato di Roma acquistò la parte rimanente della villa, ormai ridotta in
abbandono, nel 1930. Con delibera comunale del 28 agosto 1931 venne stanziata
la somma di 138.000 £ per il recupero dei giardini, il progetto di sistemazione
fu affidato all’architetto De Vico[1], tale
progetto fu pubblicato sulla rivista Capitolium.[2] L’architetto
sfruttò la configurazione del terreno per ricavarne una planimetria ellittica
di circa 10.000 mq, circondata da strade ad anello da cui partivano una serie
di strade a raggiera.
Un locale sottostante, utilizzato per
l’illuminazione, era il rifugio antiaereo degli abitanti della zona durante
l’ultima guerra.
Tale progetto sarà modificato nel 1967,
lasciando in essere solo un piccolo rustico oggi adibito a sede del Servizio
Giardini. Il Casino Padronale, che si vede nel progetto pubblicato su Capitolim,
non fu possibile recuperarlo per il pessimo stato di conservazione dovuto
all’incuria e all’abbandono, pertanto fu demolito, di esso rimase il piano
interrato, utilizzato come rifugio antiaereo durante l’ultima guerra.
Un intervento di riqualificazione, mirante
a ripristinare il progetto di De Vico è stato eseguito dal Comune nel 2004[3]. Sono
state reimpiantate le specie arboree originarie (pini, cipressi, ulivi,
cedri, magnolie, siepi di alloro). E’ stata creata una piazza in
sampietrini, circondata da un pergolato e con al centro un maestoso cedro.
La villa è stata dotata di una cancellata
di recinzione, un nuovo impianto di deflusso dell’acqua piovana, una nuova
illuminazione, due nuove fontanelle e l’impianto di irrigazione automatico. E’
stata realizzata un’area per cani. Al centro della villa vi è anche un centro
anziani.
L’intervento più importante è stato quello
di pedonalizzare le strade che formano un anello intorno alla villa. Tale
iniziativa ha reso più tranquilla e sicura, per i bambini, la villa stessa. Non
sono mancate polemiche da parte dei residenti.
Villa Fiorelli è stata riaperta al
pubblico il 2 dicembre 2004[4]. Il 30
marzo 2005 tre vie all’interno della villa sono state intitolate a giornalisti:
Paolo Frajese, Giuseppe Fiori e Giovanni Forte[5]. Nel
marzo 2006 una strada della villa è stata intitolata ad Andrea Santoro,
sacerdote ucciso da un fanatico religioso in Turchia.
L’ingresso principale della villa è di
fronte alla chiesa dei Santi Fabiano e Venanzio[6], in corrispondenza
con via Terni. Una leggenda metropolitana dice che dalla villa parte una
galleria sotterranea che arriva a San Giovanni. Probabilmente si riferisce ad
una falda acquifera, come dimostrato durante i lavori di costruzione della
metro A in piazzale Appio.
[1]
Raffaele De Vico. Architetto dei giardini del Comune. 1923-4 Parco di
villa Glori, 1925 Giardino di piazza Mazzini, 1926 Monumento ai caduti della I
Guerra Mondiale al Verano, 1927 Serbatoio dell’acqua a porta Maggiore,1919
Ingresso al Colle Oppio da via Mecenate, 1929 – 35 Sistemazione ampliamento del
Giardino Zoologico oggi Bioparco (in precedenza aveva realizzato il serbatoio
dell’acqua), 1930 Parco Virgiliano, 1932 Giardino degli Aranci sull’Aventino,
1935 Uccelliera per il Giardino Zoologico, 1960 sistemazione arborea dei
giardini del alghetto dell’Eur.
[2]
Valore della Lira. Tentiamo di ipotizzare il valore di una Lira negli
anni Trenta con il valore dell’Euro negli anni 2010. 1 £ = 10 €, il valore dei
lavori di ripristino dovrebbe essere di 1.380.000 € attuali.
[3]
2004. Sindaco di Roma era Walter Veltroni, nato a Roma il 3 luglio 1955.
E’ stato sindaco della Capitale dal 1 giugno 2001 al 13 febbraio 2008. E’ stato
il primo segretario nazionale del Pd.
[4]
Riapertura Villa Fiorelli. La notizia da “Nove Nuove”, mensile del IX
Municipio, di gennaio 2005.
[5]
Intitolazione vie di villa Fiorelli. Da: la Repubblica, cronaca di Roma,
del 31.3.05.
Paolo Frajese.
(Roma 1939 – Parigi 2000) giornalista conduttore tv, in Rai dal
1961. Presentò la Domenica Sportiva dal 1974al 76, nel 78 raccontò in modo
esemplare il rapimento di Aldo Moro da via Fani. Presntò il Tg1 della sera dal
1984 al 1994.
Giuseppe Fiori. (Silanus 1923 – Roma 2003)
giornalista, scrittore e politico. Vicedirettore del Tg2, direttore di Paese
Sera e senatore della Sinistra Indipendente. Fra i suoi vari libri: Vita di
Antonio Gramsci, Vita di Emilio Lussu, Vita di Enrico Berlinguer.
Giovanni Forti. (Roma 1954-92) giornalista del
Manifesto, poi dell’Europeo quindi dell’Espresso. Dopo aver avuto una relazione
con la figlia di Pajetta, da cui ebbe un figlio; dichiarò la propria
omosessualità e si battè per il riconoscimento della dignità gay (si sposò con
un giornalista americano in una sinagoga Usa). Scopertosi malato di Aids,
raccontò con lucidità e in maniera ottimistica la sua malattia che lo condusse
alla morte molto presto.
[6]
Chiesa dei Santi Fabiano e Venanzio. Chiesa costruita da Clemente Busiri
Vici nel 1936 e subì diversi danni dai bombardamenti dell’ultima guerra. Una
commovente lapide ricorda i parrocchiani morti nel bombardamento del 13 agosto
1943. La porta in bronzo centrale reca tuttora i segni del mitragliamento
aereo.
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