mercoledì 26 giugno 2019

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova il villino medioevaleggiante che vedi sotto.

Nella foto di ieri villa Fiorelli che si trova nei pressi di piazza Lodi.

     Dal Catasto Gregoriano del 1818 sappiamo che esisteva qui una proprietà di Vincenzo Costantini con edificio rustico.
     Nel 1849, Giuseppe Garibaldi con la moglie Anita e alcuni fedelissimi, fuggì da Roma verso Venezia perché ogni tentativo di resistere ai francesi era risultato vano. L’eroe dei due mondi si fermò in questo casolare a far abbeverare il suo cavallo che forse legò al vecchio e malandato gincko che si trova al centro della villa stessa, vicino c’è un altro esemplare della stessa famiglia che gode di ottima salute. Nel 1982 fu posta una lapide a ricordo dell’avvenimento.
     La figlia Teresa sposò tale Luigi Fiorelli che ampliò il rustico e la proprietà appare con il nome di Villa Fiorelli nella pianta dell’Istituto Cartografico Italiano del 1891 composta di tre edifici, di cui uno più grande, posizionati a corte, in un assetto tipico della Campagna Romana. Si giungeva all’ingresso della villa dalla via Tuscolana attraverso lo scomparso vicolo dei Canneti.
     Nel 1924 la tenuta agricola risulta dimezzata per la costruzione dei caseggiati tra via Voghera e via Terni. Il piano Regolatore del 1931 stabilisce la sistemazione del quartiere a palazzine, mentre il nucleo centrale viene recuperato come piazza – giardino. Il Governatorato di Roma acquistò la parte rimanente della villa, ormai ridotta in abbandono, nel 1930. Con delibera comunale del 28 agosto 1931 venne stanziata la somma di 138.000 £ per il recupero dei giardini, il progetto di sistemazione fu affidato all’architetto De Vico[1], tale progetto fu pubblicato sulla rivista Capitolium.[2] L’architetto sfruttò la configurazione del terreno per ricavarne una planimetria ellittica di circa 10.000 mq, circondata da strade ad anello da cui partivano una serie di strade a raggiera.
     Un locale sottostante, utilizzato per l’illuminazione, era il rifugio antiaereo degli abitanti della zona durante l’ultima guerra.
     Tale progetto sarà modificato nel 1967, lasciando in essere solo un piccolo rustico oggi adibito a sede del Servizio Giardini. Il Casino Padronale, che si vede nel progetto pubblicato su Capitolim, non fu possibile recuperarlo per il pessimo stato di conservazione dovuto all’incuria e all’abbandono, pertanto fu demolito, di esso rimase il piano interrato, utilizzato come rifugio antiaereo durante l’ultima guerra.
     Un intervento di riqualificazione, mirante a ripristinare il progetto di De Vico è stato eseguito dal Comune nel 2004[3]. Sono state reimpiantate le specie arboree originarie (pini, cipressi, ulivi, cedri, magnolie, siepi di alloro). E’ stata creata una piazza in sampietrini, circondata da un pergolato e con al centro un maestoso cedro.
     La villa è stata dotata di una cancellata di recinzione, un nuovo impianto di deflusso dell’acqua piovana, una nuova illuminazione, due nuove fontanelle e l’impianto di irrigazione automatico. E’ stata realizzata un’area per cani. Al centro della villa vi è anche un centro anziani.
     L’intervento più importante è stato quello di pedonalizzare le strade che formano un anello intorno alla villa. Tale iniziativa ha reso più tranquilla e sicura, per i bambini, la villa stessa. Non sono mancate polemiche da parte dei residenti.
     Villa Fiorelli è stata riaperta al pubblico il 2 dicembre 2004[4]. Il 30 marzo 2005 tre vie all’interno della villa sono state intitolate a giornalisti: Paolo Frajese, Giuseppe Fiori e Giovanni Forte[5]. Nel marzo 2006 una strada della villa è stata intitolata ad Andrea Santoro, sacerdote ucciso da un fanatico religioso in Turchia.
     L’ingresso principale della villa è di fronte alla chiesa dei Santi Fabiano e Venanzio[6], in corrispondenza con via Terni. Una leggenda metropolitana dice che dalla villa parte una galleria sotterranea che arriva a San Giovanni. Probabilmente si riferisce ad una falda acquifera, come dimostrato durante i lavori di costruzione della metro A in piazzale Appio.


[1] Raffaele De Vico. Architetto dei giardini del Comune. 1923-4 Parco di villa Glori, 1925 Giardino di piazza Mazzini, 1926 Monumento ai caduti della I Guerra Mondiale al Verano, 1927 Serbatoio dell’acqua a porta Maggiore,1919 Ingresso al Colle Oppio da via Mecenate, 1929 – 35 Sistemazione ampliamento del Giardino Zoologico oggi Bioparco (in precedenza aveva realizzato il serbatoio dell’acqua), 1930 Parco Virgiliano, 1932 Giardino degli Aranci sull’Aventino, 1935 Uccelliera per il Giardino Zoologico, 1960 sistemazione arborea dei giardini del alghetto dell’Eur. 
[2] Valore della Lira. Tentiamo di ipotizzare il valore di una Lira negli anni Trenta con il valore dell’Euro negli anni 2010. 1 £ = 10 €, il valore dei lavori di ripristino dovrebbe essere di 1.380.000 € attuali.
[3] 2004. Sindaco di Roma era Walter Veltroni, nato a Roma il 3 luglio 1955. E’ stato sindaco della Capitale dal 1 giugno 2001 al 13 febbraio 2008. E’ stato il primo segretario nazionale del Pd.
[4] Riapertura Villa Fiorelli. La notizia da “Nove Nuove”, mensile del IX Municipio, di gennaio 2005.
[5] Intitolazione vie di villa Fiorelli. Da: la Repubblica, cronaca di Roma, del 31.3.05.
Paolo Frajese.  (Roma 1939 – Parigi 2000) giornalista conduttore tv, in Rai dal 1961. Presentò la Domenica Sportiva dal 1974al 76, nel 78 raccontò in modo esemplare il rapimento di Aldo Moro da via Fani. Presntò il Tg1 della sera dal 1984 al 1994.  
Giuseppe Fiori. (Silanus 1923 – Roma 2003) giornalista, scrittore e politico. Vicedirettore del Tg2, direttore di Paese Sera e senatore della Sinistra Indipendente. Fra i suoi vari libri: Vita di Antonio Gramsci, Vita di Emilio Lussu, Vita di Enrico Berlinguer.  
Giovanni Forti. (Roma 1954-92) giornalista del Manifesto, poi dell’Europeo quindi dell’Espresso. Dopo aver avuto una relazione con la figlia di Pajetta, da cui ebbe un figlio; dichiarò la propria omosessualità e si battè per il riconoscimento della dignità gay (si sposò con un giornalista americano in una sinagoga Usa). Scopertosi malato di Aids, raccontò con lucidità e in maniera ottimistica la sua malattia che lo condusse alla morte molto presto.
[6] Chiesa dei Santi Fabiano e Venanzio. Chiesa costruita da Clemente Busiri Vici nel 1936 e subì diversi danni dai bombardamenti dell’ultima guerra. Una commovente lapide ricorda i parrocchiani morti nel bombardamento del 13 agosto 1943. La porta in bronzo centrale reca tuttora i segni del mitragliamento aereo.

2 commenti:

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