Nella foto di ieri l'ufficio postale di via Taranto.
L’UFFICIO POSTALE APPIO, è opera dell’arch. Giuseppe Samonà[1], risale agli anni 1933-35, è una importante testimonianza del movimento razionalista insieme agli uffici postali di via Marmorata e piazza Bologna. In quegli anni era tra i più avanzati d’Italia possedeva un impianto di posta pneumatica e quello per il trasporto e la distribuzione della posta mediante nastri trasportatori e carrelli. E’ caratterizzato da una ampia superficie vetrata che corrisponde al salone per il pubblico e due piani sovrastanti. Sulla sinistra un’altra superficie vetrata occupa il vano delle scale. L’angolo con via Pozzuoli è risolto con una superficie concava. L’esterno dell’edificio è rivestito da lastre di travertino e di granito lucidato di Samolaco grigio scuro venato.
[1]
Giuseppe Samonà. Ingegnere
architetto e urbanista (Palermo 1898- Roma 1983). Autore di testi fondamentali
per il dibattito architettonico e urbanistico in Italia. Docente a Napoli e
direttore dell’Istituto di Architettura a Venezia. Autore dell’Auditorium di
via della Conciliazione, palazzo delle Preture unificate a piazzale Clodio,
palazzo del Littorio, ponte Marconi, edifici per l’E42, progetto di
riedificazione del waterfront di Messina, detto la Palazzata, dopo il terremoto
del 1908. Quest’ultima notizia da: Paolo Montanari, Appio Latino Tuscolano, ed.
Europa, pag. 54.
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