giovedì 23 giugno 2011

Un luogo dove è più facile innamorarsi: la Galleria d'arte Moderna.

     Dopo tante passeggiate in bici alla scoperta della Roma moderna, dei suoi quartieri più recenti, oggi ho voglia che la bici mi porti in un posto di bellezza classica, dove ci si possa immergere. Attraversiamo villa Borghese, così bella, fresca,  in questa mattina di inizio estate, percorriamo la pista ciclabile di viale delle Belle Arti ed eccoci di fronte alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Ci troviamo davanti all’unico museo nazionale dedicato all’Arte dell’Ottocento e del Novecento, conserva 4.400 opere di pittura e scultura, nelle sue 55 sale è possibile vedere i capolavori della collezione, circa 1.100 opere. Per il compositore Ennio Morricone e per l’attrice Laura Morante, questo è un luogo dell’anima, tra i più belli di Roma.
     Si possono visitare capolavori assoluti, dal “Giardiniere” di Van Gogh al “Nudo sdraiato” di Modigliani, dall’”Ercole e Lica” di Canova alle “Tre età” di Klimt, da Mondrian a Fattori, ma c’è il rischio di perdersi tra tanta bellezza, ne scegliamo uno, uno solo. Ci dirigiamo nella sala del Giardiniere per vedere il quadro di Vittorio Corcos “Sogni” del 1896. E’ il ritratto di una giovane elegante donna, Elena,  dallo sguardo sicuro, il mento appoggiato sulla mano, le gambe accavallate, i capelli mossi, i libri sulla panchina con cappello di paglia e ombrellino. La giovane è colta in un momento di sognante astrazione, cosa sta pensando? Forse un amore? Viene da pensare al celebre passo del Mercante di Venezia di William Shakepeare: “Noi siamo fatti dalla sostanza dei nostri sogni e la nostra stessa vita è un sogno”. Oppure a questa poesia di Caroline Elizabeth Sarah Norton:
Io non ti amo! No, io non ti amo!
E tuttavia quando sei assente io sono triste,
e invidio anche il cielo blu su di te,
le cui stelle possono godere la tua vista.

Io non ti amo! Eppure, non so come,
ogni cosa che fai mi sembra sempre ben fatta:
e spesso nella mia solitudine rimpiango,
che tutti quelli che amo non siamo come te!

Io non ti amo! Eppure quando te ne vai,
odio il suono (benché chi parla sia caro)
che spezza l’eco prolungata,
che la musica della tua voce lascia nel mio orecchio.

Io non ti amo! Eppure i tuoi occhi parlano,
con il loro profondo, vivido, eloquente azzurro,
e fanno sorgere il paradiso tra me e la mezzanotte,
più spesso di tutti gli occhi che abbia mai conosciuto.

So di non amarti! Eppure ahimè,
gli altri non mi credono quando lo dico;
e spesso li sorprendo a sorridere mentre passano,
poiché mi vedono guardare là dove sei tu!

Piero Tucci 23.06.11

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