lunedì 4 marzo 2013

3,5 milioni di euro per ripulire i muri della città


   3,5 milioni di euro in due anni spesi dal Comune di Roma per ripulirei muri della città dalle scritte dei vandali. Quante opere pubbliche si potrebbero fare con quei soldi? Quanti giardini si potrebbero attrezzare? Quanti sussidi di disoccupazione?
   C'è qualcuno che sostiene che anche questa è arte! Mi sono fatto spiegare da chi se ne intende perché questa sarebbe una forma di arte, ma non mi ha convinto. I graffiti lungo le strade, sui muri della città io li trovo proprio brutti. Capisco la protesta sociale, l'emarginazione ma quella di imbrattare i muri mi sembra solo un modo per aggravare i già tanti problemi della città.
   E' giusto protestare e ribellarsi, ma questa mi sembra proprio una forma di protesta fine a se stessa.

Ecco gli argini del Tevere sotto l'Istituto San Michele,
la foto è scattata da ponte Sublicio (porta Portese - Testaccio).


Due immagini del parcheggio di villa Lazzaroni nel quartiere Appio Latino,
qui il municipio aveva dato il permesso di fare murales a chiunque sul
muro che separa la villa con via Fortifiocca.
Il risultato è stato il sovrapporsi di scritte strampalate, senza alcun
senso, con cartelli stradali e mezzi ama presi di mira.
In un quartiere che ha così tanta storia si poteva, invece,
dare la possibilità di creare dei murales, dipinti, mosaici,
di cui presentare il progetto a una commissione incaricata,
su qualche aspetto della storia e del passato anche recente.
Ad esempio nella vicina valle della Caffarella c'è la leggenda
della ninfa Egeria che incontrava il re Numa Pompilio e
lo consigliava sulle leggi migliori per la neonata Roma.
Oppure ai primi del Novecento la via Appia Nuova vedeva
-nei fine settimana- il passaggio delle carrozze dei reali e
dei nobili verso l'ippodromo delle Capannelle, la
gente si accalcava ai lati della strada per vederne il passaggio.
L'elenco potrebbe continuare sempre restando alla storia del territorio.

Un gesto di puro e semplice vandalismo su una serranda
di un negozio di via Appia Nuova all'altezza di Upim.
Un brutto aspetto della nostra città che tanto amiamo!

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