Nella foto di ieri il cinema Maestoso in via Appia Nuova (Alberone).
opera dell’ingegnere Riccardo Morandi del 1956. E’ un edificio
polifunzionale per abitazioni, negozi, magazzini, cinema teatro da 2.800 posti.
Costruito nel periodo di espansione economica e crescita tecnologica del Paese,
ne è un’emblema. La struttura è stata realizzata con la tecnica della precompressione
di cui Morandi era il pioniere in Italia. “Era un cinema grandioso per quei
tempi, aveva le scale mobili, salotti intermedi con tv, nella galleria non
c’erano colonne, il bar era su una delle ali esterne. Aveva una grande pecca:
mancava di un parcheggio. Era gestito da Amati che aveva altre sale nel
quartiere (il cinema in via Lidia) e in tutta la città”.[1] La
facciata del cinema servì da sigla per la trasmissione televisiva degli anni
Sessanta "Andiamo al cinema", nella sigla di apertura si vedeva il
pubblico entrare, in quella di chiusura si vedeva il pubblico uscire dal
cinema. La trasmissione era a cura dell'Anicagis e presentava solo quelli che
ora si chiamano trailer dei film, senza alcun giudizio critico, senza
presentare la trama e senza alcun dibattito.
Negli anni Novanta è stato trasformato in
una multisala - la prima multisala di Roma - provvista di 4 schermi, fatto
questo che non ha evitato la crisi attuale. La proprietà vuole trasformare la
struttura in un albergo, attualmente il cinema è occupato e autogestito. Il 14
febbraio 2009 si è tenuta una manifestazione contro la sua chiusura a cui hanno
dato la loro adesione artisti del cinema e scrittori, oltre ad associazioni
culturali e partiti. Oggi (febbraio 2018) è gestito da Circuito Cinema.
Dalla carta di Roma del 1911
consultata alla biblioteca Appia (oggi Nelson Mandela) di via La Spezia, dietro
al cinema aveva inizio via della Caffarella, il tracciato è disegnato in modo
incerto.
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