mercoledì 3 luglio 2019

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova la chiesa che vedi sotto.



Nella foto di ieri la chiesa della Natività in via Gallia.

Venne consacrata nel 1937, progettata da Tullio Rossi[1]. “Nella forzata semplicità d’ispirazione neoromanica è una delle opere di maggiore impegno dell’architetto”. Ha la facciata in mattoni, tripartita da due profondi solchi e termina con uno sguscio. Alto e slanciato campanile posto sulla linea della facciata, anche un po’ avanzato. Sulla porta principale si trova l’Annunciazione, bassorilievo in travertino. L’interno della chiesa è a tre navate, in mezzo a quella centrale vi è il fonte battesimale sistemato negli anni Ottanta. Sui pilastri della navata centrale sono sistemate le 14 stazioni della Via Crucis. Il tetto è a capriate a vista. L’altare maggiore è costituito da una tavola quadrata di marmo su pilastrini. Nell’abside il grande mosaico di Gilda Nagni raffigurante la Natività con la Sacra Famiglia. L’abside della navata destra contiene la tomba di monsignor Luigi Rovigatti[2], parroco dal 1947 al 1966, quindi vescovo. A destra della chiesa si entra nel teatro che corrisponde esattamente ad un piano inferiore della chiesa stessa.



[1] Tullio Rossi. La citazione che segue nel testo, riportata tra virgolette è tratta dalla guida rossa del Tci. (Roma 1903 – Milano 1997) Dopo la laurea in architettura lavorò nello studio di Busiri Vici, collaborò nel restauro di villa Spada, progettò ville a Forte dei Marmi, a Cortina, il comprensorio di Calamoresca a Porto Santo Stefano. Vinse il concorso per il restauro di Ponte Vecchio a Firenze. Redasse il piano paesistico dell’Olgiata e numerose ville in quel comprensorio tra il 1960 e il 1963. Realizzò circa 50 chiese a Roma come architetto della Pontificia Opera Nuove Chiese, tra queste la Natività di via Gallia, San Tarcisio al Quarto Miglio nel 1939, San Giovanni Battista de Rossi nel 1940, Santa Maria della Fiducia a Finocchio nel 1940, Santa Maria delle Grazie a via Angelo Emo, San Francesco e Santa Caterina da Siena patroni d'Italia alla circonvallazione Gianicolense, Regina Pacis a Monteverde Vecchio, Santa Galla alla circonvallazione Ostiense, Sant'Emerenziana al quartiere Trieste, di Santa Maria Assunta in via Capraia al Tufello ma è anche la parrocchia del complesso Icp Vigne Nuove, la chiesa di Santa Maria Causa Nostra Letiziae in piazza Siderera al Villaggio Breda, sulla Casilina, altezza Grotte Celoni (da Irene de Guttry, cit. e casa della architettura.it). Di ben diverso tenore è la chiesa di Santa Maria Goretti nella via omonima al quartiere Trieste
[2] Luigi Rovigatti. Parroco della chiesa della Natività è una delle figure più ricordate del Quartiere per la sua grande umanità. Sacerdote dal 1936, viceparroco poi parroco dal 1947 si adoperò perché la parrocchia fosse veramente il centro della vita del quartiere. Inventò per esempio il “dono del pane”, i fornai della zona avevano un cestino, chi comprava il pane poteva lasciare un panino per i poveri della parrocchia. Due le celebrazioni che creò: la festa del Corpus Domini durante la quale nelle vie Gallia e Britannia si allestiva una infiorata simile a quella di Genzano e laVia Crucis lungo le mura Aureliane. Nel 1966 fu nominato vescovo di Tarquinia e Civitavecchia, poi arcivescovo vice gerente di Roma. Don Luigi si spense nel 1975, i funerali si tennero nella Basilica di San Giovanni seguiti da una folla straripante, i parrocchiani ottennero che le sue spoglie riposassero nella chiesa.

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