venerdì 28 marzo 2014

Presto vedremo le Terme di Diocleziano come non le abbiamo mai viste!

   Una splendida notizia, per chi non ha mai visitato le terme di Diocleziano, oppure per chi le conosce ma vuole tornare a vederle perchè non è mai sazio dei luoghi belli. Ebbene, dopo l'estate riaprirà la Natazio, riaprirà, sarebbe meglio dire che apre per la prima volta in quanto questo eccezionale ambiente è chiuso da oltre 40 anni. Ancora alcuni giorni di lavori e anche le sale VII e VIII saranno fruibili per tutti.

        Le Terme di Diocleziano furono iniziate nel 298 e compiute tra il 305 e il 306 per volere dell'imperatore Diocleziano. Erano le più grandiose di Roma e coprivano una superficie di 376 X 361 metri, corrispondenti press'a poco allo spazio rettangolare compreso tra la piazza di San Bernardo e il cortile della Corte dei Conti nel palazzo del Ministero delle Finanze a Nord Ovest, la via del Viminale e la piazza dei Cinquecento a Sud Est, la via Volturno a Nord Est e la via Torino a Sud Ovest. Per la sua costruzione furono impiegati 40.000 cristiani, comunque tra i ruderi sono stati trovati mattoni sui quali sono impressi segni di croce.

     La pianta del colossale stabilimento - che poteva ospitare 3.000 bagnanti contemporaneamente - era analoga a quella delle altre terme: un corpo di fabbrica centrale circondato da giardini con ninfei, esedre e con gruppi di sale all'interno. L'esedra principale, che serviva da cavea per assistere alle esercitazioni ginnastiche, è ripetuta nelle sue linee generali (m 144 di diametro) dai palazzi del Koch in piazza della Repubblica, non era interrotta però nel mezzo da via Nazionale perchè allora l'ingresso alle terme era dal lato opposto.
Le foto delle Terme di Diocleziano sono dell'autore del blog,
il loro uso è libero.
      Oltre al gruppo di edifici trasformati nella chiesa di Santa Maria degli Angeli e nella sede del Museo Nazionale Romano, rimangono delle terme due sale circolari della cinta esterna in una è la chiesa di San Bernardo, in un'altra è l'ex albergo diurno di Roma in  via del Viminale di fronte a via Giovanni Amendola. Un'altra sala  Ottagona è in via Cernaia angolo via Giuseppe Romita dove una volta c'era il Planetario oggi è sala espositiva del Museo Nazionale Romano. Una esedra della cinta esterna si vede anche nei giardinetti di piazza dei Cinquecento. Altri resti sono stati rinvenuti tra via Parigi e via Cernaia (si tratta di un nucleo urbano distrutto e interrato per far posto alle terme di Diocleziano). La costruzione del Grand Hotel e del Ministero delle Finanze hanno comportato la distruzione di parte delle terme. Oltre le grandiose proporzioni degli ambienti, si può notare la solida e ardita struttura laterizia delle rovine. Ma una visione adeguata si ha solo visitando il museo.
     Il sistema di riscaldamento delle sale termali era quello a ipocausto ottenuto, come è noto, mediante la circolazione dell'aria calda nelle intercapedini realizzate sotto i pavimenti e intorno alle pareti. Furono gravemente danneggiate dai Visigoti di Alarico nel 410 e nel corso della guerra gotica, in quell'occasione vi fu il taglio degli acquedotti attuato dagli Ostrogoti di Vitige nel 546 che determinò l'abbandono delle terme.  Tra i tanti visitatori Francesco Petrarca, in una lettera, ci ricorda la viva commozione con cui visitò questi luoghi, ancora in epoca rinascimentale buona parte della decorazione marmorea era conservata come dimostrano i disegni di Bramante, Peruzzi, Palladio ed altri. All'interno delle terme si stabilirono case private, magazzini, fienili con intorno orti e vigne. L'attuale basilica era una sala di equitazione. Al tempo dell'occupazione francese la Certosa divenne una caserma.





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