Confidiamo in un rapido intervento, a partire dal Parco Regionale dell'Appia Antica.
Il fiume Almone in Caffarella in una foto dell'estate scorsa.
Il fiume Almone è il terzo fiume di Roma, nasce sui colli
Albani da infiltrazioni del Lago di Castel Gandolfo. Per gli antichi romani il
fiume Almone veniva identificato con una divinità, il dio Almone, che dava
l'acqua o la siccità come egli desiderava. Aveva un culto importante, il suo
rito si svolgeva ogni anno il 27 marzo proprio dove le sue acque sfociavano nel
Tevere. Dal Palatino, dove c'era il tempio della Magna Mater (la dea Cibele),
si portava il simulacro della dea con una solenne processione fino alla via
Ostiense, l'immagine veniva immersa nell'acqua del fiume insieme agli arnesi
del culto. Invece nel fondovalle, alle idi di luglio, arrivavano i cavalieri
romani ed eseguivano una cavalcata in onore di Marte Gradivo in ricordo della
battaglia del lago Regillo (493 a.C.). Il nome Almone deriva - secondo l'Eneide
- dall'eroe troiano, figlio di Tirro, custode degli armenti dell'esercito di
Enea, morto nella guerra con i latini.
Il fiume Almone segna il confine tra il
VII e l'VIII municipio.
Qui nel fondovalle tra canne, pioppi,
salici, giunchi ed equiseti volano i baccaccini e le ballerine, saltano rane e
rospi, strisciano bisce e salamandre.
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