Nella foto di ieri la guglia dell'isola Tiberina posta davanti alla chiesa di San Bartolomeo all'Isola. La guglia vuole ricordare l'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano I (1868), sulle quattro facce le statue di San Bartolomeo, San Francesco d'Assisi, San Paolino da Nola (protettore dei mulini fluviali) e San Giovanni di Dio (spagnolo, fondatore dell'ordine ospedaliero di Fatebenefratelli). Nel medioevo al posto della guglia c'era una colonna alla quale veniva affisso l'elenco delle persone che non avevano adempiuto al precetto pasquale.
Sull’isola Tiberina si trova l’Ospedale San Giovanni di Dio e dei Fatebenefratelli, rifatto da Cesare Bazzani nel 1930. Tale antichissima istituzione continua la tradizione del luogo già dedicato a Esculapio. Sulla pittoresca piazzetta: guglia a quattro facce e chiesa di San Bartolomeo all’Isola eretta alla fine del X secolo dall’imperatore Ottone III. Dopo la piena del 1557 fu restaurata nel 1624 da Orazio Torriani con la facciata barocca su due piani e a portico. Arretrato a sinistra il campanile romanico a trifore. L’interno è diviso in tre navate da 14 colonne di marmo antiche, sono presenti tre cappelle per lato. Dall’aprile del 2008 la chiesa, officiata dalla comunità di Sant’Egidio, ospita il Memoriale dei Cristiani morti per la fede. Gli altari laterali offrono testimonianze dei nuovi martiri. Tra questi il Messale di monsignor Oscar Romero, il pastorale di card. Ocampo ucciso dai narcotrafficanti, la Bibbia di Flribert Bwana Chui ucciso in Ruanda nel 2007, la stola di Andrè Jarlan cileno, il calice e la stola di don Andrea Santoro ucciso in Turchia nel
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