venerdì 22 gennaio 2021

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova la chiesa che vedi sotto.

Nella foto di ieri l'acquedotto Alessandrino nel punto in cui scavalca viale Palmiro Togliatti. 

     Si deve all’imperatore Alessandro Severo (222-235) che volle così rifornire di acqua il Campo Marzio (qui aveva restaurato le terme di Nerone). Attingeva l’acqua presso Pantano Borghese, a sud della Prenestina e di Gabii. Tali sorgenti furono riutilizzate da papa Sisto V per l’acquedotto Felice. Diversamente dagli altri acquedotti la piscina limaria era alla sorgente. Il percorso dell’acquedotto era di Km 22 fino a porta Maggiore, da lì in poi le sue tracce sono andate perdute.

     Ancora oggi gli archi appaiono poderosi quando superano il fosso di Tor Bella Monaca, Essi misurano m 2,32 di lato, e distano tra loro m 3,50 con arcate alte fino a m 15. Un altro tratto sta in via di Torrenova e quindi oltrepassa il fosso di  Vallelunga e quello della Mistica. Un altro tratto con 33 arcate supera il fosso di Tor Tre Teste, mentre alcuni resti con una torre sono in via di Casa Calda.

     Il tratto che scavalca l’attuale viale Togliatti è forse il più spettacolare, sono da notare, alla sommità dei piloni ad una sola arcata, le coppie di mensole marmoree inserite dagli antichi nella muratura per essere utili al collocamento di ponteggi per lavori di manutenzione. Si è in grado di calcolare che l’acquedotto conduceva oltre 200 litri di acqua al secondo in città.


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