lunedì 19 maggio 2014

Villa Medici, riscoprila ogni volta diversa!

   Uno dei luoghi più affascinati di Roma, carico di storia, è villa Medici che appartiene all'Accademia di Francia. In una stazione della metropolitana ho trovato un manifesto che invita a visitarla, l'ho trovato molto bello, invitante e mi ha fatto venire la voglia di tornare a visitare questo posto magnifico.
   La villa venne eretta sui famosi Horti di Lucullo, poi di Messalina (che vi venne uccisa) quindi la sede dell'imperatore romano d'Occidente Onorio (il primo dopo Teodosio) e sede del generale bizantino Belisario. Eretta nel 1544 da Annibale Lippi per il cardinale Ricci di Montepulciano, passata poi ai Medici, ai Granduchi di Toscana (Lorena, quando si estinse la casata dei Medici) e infine alla Francia. Nel 1803 Napoleone vi fece trasferire da palazzo Mancini - Salviati (al Corso, presso palazzo Odescalchi) l’Accademia di Francia fondata nel 1666 da Luigi XIV, per permettere agli studenti di Belle Arti francesi di venire a perfezionarsi a Roma. Il Premio Roma ha la durata di tre anni. La prestigiosa accademia ha avuto tra i suoi direttori Ingres e Balthus. Dal 2000 è una prestigiosa sede espositiva, nel 2003 per il secondo centenario dell'Accademia si è tenuta una grande mostra "La maestà di Roma" in tre sedi: questa, le Scuderie del Quirinale e la GNAM.
    La facciata esterna presenta un aspetto austero e compatto con le due torrette laterali che fungono da altana. Al pianterreno si apre un maestoso portale architravato, affiancato da colonne e da sei finestre incorniciate e sormontate da un balcone, al centro del quale la balaustra si interrompe per lasciare posto ad una fontanella ovoidale sorretta da uno stelo centrale e da due delfini.
     La facciata interna è quella principale, presenta due avancorpi laterali che si innalzano a torretta, al centro, al piano terreno, presenta la loggia dei Leoni per la presenza di due massicci leoni marmorei tra colonne di cipollino e granito egiziano, due scale simmetriche conducono dal giardino al salone. Al centro la terrazza si incurva e la balaustra si interrompe per lasciare il posto ad una coppa sormanotata dalla fontana del Mercurio Volante: la statuetta poggia la punta del piede destro e si presenta nell'atto di spiccare il volo, mentre la gamba sinistra è slanciata all'indietro. Il giovane dio appare nudo, con due piccole ali al di sopra dei talloni; il braccio destro è proteso in avanti mentre il sinistro, più aderente al corpo, sostiene il caduceo, ovvero la verga simbolo del dio, sulla quale sono attorcigliati due serpenti. La facciata interna è caratterizzata da un gran numero di rilievi e statue, nonostante le depredazioni avvenute nel tempo, le edicole vuote testimoniano queste mancanze, la bellezzetta del luogo è rimasto intatto. Vari frammenti dell'Ara Pacis sono stati successivamente trasferiti a Firenze e al Louvre. Oggi rimangono due ghirlande, murate negli avancorpi laterali.
     Oltre la facciata interna si apre un vasto parco con giardino all'italiana, le torri delle mura Aureliane sono state adattate a studi degli artisti.
     Nel palazzo hanno alloggiato Maria de Medici (moglie di Enrico IV di Francia), Velazquez (pittore spagnolo del Seicento), e Galileo (pisano).
   Davanti alla villa la bella fontana della Palla di Cannone a coppa di granito di Annibale Lippi del sec. XVI, con l’acqua che zampilla da una palla di cannone. Semplice ed elegante nelle proporzioni, presenta una vasca ottagonale a fil di terra, un pilastro sostiene la vasca circolare superiore di granito rosso a forma di coppa con il bordo arrotondato, al centro la palla di cannone da cui fuoriesce un allegro zampillo d'acqua. Secondo la leggenda la regina Cristina di Svezia, nel 1656, aveva appuntamento con il pittore Charles Errand, ma giunta l'ora esatta dell'appuntamento era ancora a Castel Sant'Angelo, decise così di sparare una cannonata per avvertire che non si era dimenticata dell'appuntamento e in qualche modo era puntuale. Un'altra versione della stessa leggenda dice che la regina aveva un amministratore che abitava a villa Medici, costui era sempre in ritardo agli appuntamenti, un giorno, per ricordargli l'ora dell'incontro decise di inviargli una cannonata.
     Alcune guide turistiche indicano sul portone il segno lasciato dalla cannonata.

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