Nella foto di ieri il Foro di Traiano, in primo piano la Basilica Ulpia.
L’ultimo e più grandioso foro di Roma,
opera di Apollodoro di Damasco, architetto imperiale. Constava di una piazza
rettangolare di m 118x89, con ingresso sul lato corto opposto a dove oggi
sorgono le due chiese di Santa Maria di Loreto e Ss. Nome di Maria e dove era
il Tempio di Traiano. I lati lunghi fiancheggiati da portici absidati e
sopraelevati erano collegati alla Basilica Ulpia, oltre vi erano le due
biblioteche: latina e greca, in mezzo la colonna
di Traiano che, giunta a noi quasi intatta, costituisce uno dei luoghi
caratteristici del Foro.
Alta circa 40 m, mentre la sola colonna è
di m 29,78, pari a 100 piedi, posa su un piedistallo ornato di trofei e ha in
cima la statua di San Pietro, bronzo di Tommaso Della Porta, eseguito in
collaborazione con Leonardo Sormani, collocatavi nel 1587 dove anticamente era
la statua di Traiano. Attorno al fusto, costituito da 18 blocchi di marmo
sovrapposti (alti m 1,50 per un diametro di m 3,50) si svolge un fregio a
spirale lungo m 200 e alto circa un metro ornato da circa 2.500 figure (le
principali alte 60-70 cm), che rappresentano gli episodi più salienti delle
spedizioni di Traiano contro i Daci (101-103 e 107-108). Dai ripiani e dai
terrazzi del tempio di Traiano, della Basilica Ulpia e delle due biblioteche si
potevano seguire gli svolgimenti dei fatti reso con uno stile finissimo e reso più evidente dalla policromia ora
scomparsa. Guardando circa a metà altezza, si vede bene la figura della
Vittoria del tipo detto di Brescia, separante i due cicli delle
rappresentazioni. Al museo della Civiltà Romana si vedono i calchi in gesso di
tutti i rilievi. Nella cella erano custodite le ceneri di Traiano in un’urna
d’oro. La magnifica iscrizione sorretta da due Vittorie alate ricorda il taglio
della sella tra Campidoglio e Quirinale.
La
basilica Ulpia, scavata nel 1812, aveva dimensioni quasi uguali a quelle di
San Paolo fuori le Mura. Era divisa da un quadruplice colonnato in cinque
navate, i lati corti terminavano con due esedre, una delle quali trovasi sotto
il palazzo Roccagiovine presso la scalinata di Magnanapoli. Il colonnato è
stato rialzato o sono segnate le basi delle colonne. La navata centrale aveva
due ordini di colonne, le inferiori di granito, assai maggiori per altezza e
diametro, le superiori di cipollino.
Oltre si vedono i Mercati di
Traiano geniale opera probabilmente
dello stesso architetto del Foro, Apollodoro, che aveva l’ufficio di sostenere
il terreno del Quirinale, al cui fianco tagliato si appoggiava la costruzione.
L’esedra ad emiciclo dei mercati aveva alle estremità due sale absidate, era a
tre piani di botteghe. La quarta bottega a sinistra del piano terreno è stata
ricostruita per dare un esempio di come fossero. All’estremità destra dell’emiciclo
è un’ampia scala antica.
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