giovedì 21 luglio 2016

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova la piazza che vedi sotto.

Nella foto di ieri piazza di Pasquino nei pressi di piazza Navona. La piazza è celebre per la presenza del busto di Pasquino, celebre "statua parlante" di Roma. 
     La più famosa delle statue parlanti è quella di PASQUINO che si trova nella piazza omonima. La statua fu ritrovata casualmente duranti lavori stradali ai primi del Cinquecento, fu il cardinale Oliviero Carafa a deciderne l’attuale collocazione ad angolo con palazzo Braschi[1]. Si tratta della replica di un famoso gruppo scultoreo greco del III sec. a. C. raffigurante Menelao[2] che sorregge Patrolo. Michelangelo disse che era all’altezza dell’Apollo del Belvedere. La base venne subito utilizzata per esporre pungenti satire anonime, in prosa o versi, in italiano o in latino, contro i potenti del tempo, papi, cardinali, nobili. Questi componimenti presero presto il nome di “pasquinate”. Tra gli autori figura anche Pietro Aretino che si scagliò contro Adriano VI. Particolarmente preso di mira dalle pasquinate era il sistema del nepotismo per cui ogni nuovo pontefice cercava in ogni manera di favorire i membri della propria famiglia.
     A questo proposito Pasquino prese di mira Olimpia Maidalchini, cognata di Innocenzo X, che abitava nel vicino palazzo Pamphili di piazza Navona. Di lei disse: “Olim pia, nunc impia”. In un'altra la battezzò Pimpaccia, e con tale nome è passata alla storia. L’avida signora aveva un maestro di camera di nome Fiume. A Roma si indicavano le piene del Tevere con l’indice della mano puntato all’altezza del livello raggiunto dall’acqua. Appeso alla statua di Pasquino apparve un cartello con il disegno di una donna nuda somigliante ad Olimpia Maidalchini e un indice puntato all’altezza del sesso, seguiva la scritta “Qui arrivò Fiume”.  
   Sembra che il nome della statua derivi da quello di un sarto del rione Parione famoso per la lingua mordace. Inutili furono i tentativi del potere clericale di zittire Pasquino, ci provarono Adriano VI, Sisto V e Clemente VIII[1]. Addirittura Benedetto XIII comminò la pena di morte, la confisca dei beni e l’infamia del nome per chi fosse stato scoperto autore delle pasquinate. Durante il conclave che elesse Pio VIII[2] nel 1829 Pasquino fu sorvegliato a vista dai gendarmi.
     La statua di Pasquino è stata restaurata dal I Municipio del Comune, recintata e reinaugurata il 9.3.10.
     La statua di Pasquino si trova sulla piazza omonima che prima era chiamata piazza di Parione, il nome del rione, si è anche chiamata piazza de Librai per la presenza di botteghe di librai. Sulla piazza si trova la chiesa della Natività di Gesù della fine del Seicento con la facciata del 1862. E’ stata sede della Confraternita degli Agonizzanti e dei condannati a morte. Una celebre stampa di Achille Pinelli rappresenta statua, e chiesa da cui escono i confratelli[3]. Da almeno sette anni è diventata la chiesa dei Congolesi di Roma, dei loro riti ne parla in un entusiastico articolo Marco Lodoli della sua rubrica “Isole”[4].

     Un'altra statua famosa, che dialogava con Pasquino fu quella di MARFORIO che oggi si trova nella piazza del Campidoglio, all’interno del cortile del palazzo Nuovo, prima era stata collocata in piazza San Marco, poi all’Aracoeli. La colossale statua giacente raffigurante una divinità fluviale, sotto di essa si trova una grande piovra con tentacoli attorcigliati, essa – dalla bocca – versa acqua nella sottostante vasca di travertino con il bordo arrotolato. La statua di Marforio ha una mano poggiata sul ginocchio e stringe una conchiglia, creata, insieme alla mano sinistra, al piede destro e a parte del volto nel restauro eseguito nel 1594 da Ruggero Bescapè. Marforio fu rinvenuto nel Foro di Marte (o di Augusto) da cui il nome.


[1] Adriano VI.  Adriano Florensz (Utrecht Paesi Bassi 1459 – Roma 1523) papa dal 1522, teologo, rettore dell’università di Lovanio (Belgio – Brabante), precettore di Carlo V.   
Sisto V. Felice Peretti (Grottammare 1520 – Roma 1590) papa dal 1585. Represse il brigantaggio, si adoperò per la centralizzazione dello Stato, assesstò le finanze. Progettò il rinnovamento di Roma.     
Clemente VIII. Ippolito Aldobrandini (Fano 1536 – Roma 1605) papa dal 1592. Sotto il suo pontificato ci fu l’esecuzione della condanna a morte di Beatrice Cenci e Giordano Bruno.
[2] Pio VIII. Francesco Saverio Castiglioni. (Cingoli MC 1761 – Roma 1830), papa per soli nove mesi.
[3] Stampa di Achille Pinelli. Da: AA.VV. I rioni di Roma, ed. Newton, 1989, pag. 456. Achille Pinelli (Roma 1809-1841) era figlio del più famoso Bartolomeo, alla raffigurazione di tante chiese romane oggi scomparse, unì gli usi, i costumi e le confraternite della città. Si può considerare il corrispettivo di Belli.
[4] Marco Lodoli. “Gli angeli e i tamburi dell’Africa”, articolo del 09.02.2003 dalla cronoca di Roma di “la Repubblica”.



[1] Palazzo Braschi. Fu eretto per i nipoti di Pio VI Braschi dopo il 1792 da Cosimo Morelli nelle forme architettoniche cinquecentesche. E’ l’ultimo palazzo di famiglia papale costruito in Roma. Oggi è sede del Museo di Roma recentemente restaurato ma solo in parte. Pio VI è quel papa che morì in esilio a Valence Drome in Francia nel 1799.
[2] Menelao. Personaggio della mitologia greca, fratello minore di Agamennone, re di Sparta e marito di Elena che Paride portò a Troia causanto la famosa guerra. Oltre che nell’Iliade è nominato in molte tragedie. Patroclo era l’inseparabile compagno di Achille, sarà ucciso da Ettore. La statua completa di Menelao che sorregge Patroclo si trova a Firenze, in piazza della Signoria, sotto la Loggia dei Lanzi.

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