martedì 19 luglio 2016

Presto una nuova entrata al Colosseo... da gladiatore!!!

   Aprirà in via sperimentale un nuovo ingresso al Colosseo fino al 31 ottobre, di fronte a via Labicana, entrata riservata a gruppi prenotati con guida accreditata e porterà direttamente al centro dell’arena. Previsto un punto ristoro sul Palatino.


   Il vero nome del Colosseo è anfiteatro Flavio, venne così chiamato per la vicinanza con la statua colossale di Nerone [1], che si ispirava al colosso di Rodi, posta all’ingresso della Domus Aurea. Il nome Colosseo compare dall’anno 1000. E’ il monumento più visitato in Italia, nel 2014 ha avuto sei milioni di visitatori (dati Mibac). E’ il più grande edificio per spettacoli dell’antichità.

     Fu iniziato da Vespasiano[2] nel 72 e terminato dal figlio Tito[3] della famiglia Flavia nell’80, inaugurato con feste che si dice durassero 100 giorni con l’uccisione di belve[4] e la morte di molti gladiatori. Vi si diedero combattimenti di gladiatori[5], venationes o cacce di bestie feroci[6] e naumachie o combattimenti navali (queste ultime solo nel primo periodo di vita del Colosseo); Domiziano lo completò con l’ultimo ordine di gradinate. Fu restaurato sotto Alessandro Severo, per essere stato danneggiato da fulmini nel 217. I combattimenti di gladiatori vi durarono fino al 404 quando furono soppressi da Onorio[7] forse dopo il sacrificio del monaco Telemaco che, cacciatosi arditamente nell’arena per impedirli fu ucciso dalla folla, quelli tra le belve fin verso la metà del VI secolo.

     Danneggiato più volte nel corso della storia da terremoti, fu trasformato in parte in fortezza dai Frangipani e passò poi agli Annibaldi. Nel 1312 l’imperatore Enrico VII[8] lo diede al Senato e al popolo di Roma.
     Dal XV secolo l’anfiteatro divenne una vera cava di travertino da cui si trasse il materiale per costruire palazzo Venezia, quello della Cancelleria, il porto di Ripetta e san Pietro in Vaticano. Finalmente Benedetto XIV[9] (1740-58) lo consacrò alla passione di Cristo e lo dichiarò sacro per il sangue che vi avrebbero versato i martiri; da quel momento le devastazioni cessarono e per iniziativa di San Leonardo da Porto Maurizio furono costruite 14 edicole per la via Crucis. Pio VII[10], Leone XII, Gregorio XVI e Pio IX[11] vi fecero notevoli lavori di riparazione.

     Con l’unità d’Italia, sotto il ministro Guido Baccelli[12] (1893-96) importanti lavori furono intrapresi per l’isolamento esterno e lo scavo all’interno delle strutture sotterranee. In tale occasione furono demolite le edicole della via Crucis mentre la croce di legno è stato ripristinata recentemente. “Un intervento conservativo è stato condotto nel 1983-88, un altro è iniziato nel 1992”[13]. Il 2 novembre del 2010 Diego Della Valle ha annunciato che finanzierà il restauro con 25 milioni di euro[14]. Nell’ottobre del 2010 hanno aperto al pubblico il terzo anello e i sotterranei, la visita avviene per appuntamento ed è accompagnata[15]. Il Venerdì Santo vi si tiene la via Crucis con la partecipazione del Papa.


[1] Un basamento piantato a cipressi, a destra dello sbocco di via dei Fori Imperiali, indica il luogo dove sorgeva il colosso. Da Guida di Roma del Tci, 1993. La statua di bronzo dorato, alta trenta metri, rappresentava Nerone in sembianza di Sole, con la testa circondata dai raggi. Originariamente era all’ingresso della Domus Aurea. Da: Guida ai misteri e segreti di Roma, ed. Sugarco, 1992. Si ispirava al Colosso di Rodi, una delle sette meraviglie del mondo, si trovava all’imboccatura del porto della città greca, era stata costruita nel III secolo a.C. Crollò per un terremoto.
[2] Vespasiano (69-79) fu eletto dalle legioni che si trovavano in Oriente. Fu saggio amministratore, riordinò lo Stato. Estese la cittadinanza latina agli spagnoli. Esperto generale rinforzò ovunque i confini dell’Impero. Riformò il Senato. Alla città diede straordinario impulso edilizio: fece costruire il tempio della Pace nel Foro omonimo. Da Raffaello Morghen, Storia del Mondo Antico, Palumbo, 1969.
[3] Tito (79-81) successe al padre pacificamente, fu detto “delizia del genere umano”, anche un arco è intitolato a suo nome, durante il suo governo Pompei fu distrutta da un’eruzione del Vesuvio. A lui Vespasiano aveva fatto condurre a termine la difficile repressione della rivolta giudaica conclusasi con la distruzione di Gerusalemme, e del tempio di Salomone, dopo un’eroica tenacissima resistenza (70). Inizia la diasporà. Da Morghen.
[4] Si dice 5.000 fiere. Da Roma, libri per viaggiare, Gallimard – Tci, 1994. Per Dione Cassio furono 9.000 le belve rimaste uccise. Da Il colore di Roma, ed. Lozzi, 1990.
[5] Combattimenti di gladiatori.  I gladiatori erano schiavi o persone prestanti fisicamente che non avevano altro reddito e così tentavano fortuna e fama. Quando entravano nell’arena salutavano l’imperatore “Ave Caesar, morituri te salutant”, alla fine del combattimento non sempre il gladiatore moriva, se immobilizzato la folla chiedeva di risparmiarlo nel caso in cui avesse combattuto validamente gridando “Mitte!” = risparmialo! In caso contrario il pollice verso indicava di giustiziarlo.
[6] Venationes erano cacce di uomini ad animali o combattimenti di animali tra loro. In questo caso era molto curata la scenografia, si costruivano collinette, boschetti, piccoli deserti e corsi d’acqua. Il tutto spuntava dal sottosuolo con speciali ascensori.
[7] Onorio (imperatore dal 395 al 423), alla morte del padre Teodosio (395) l’impero venne definitivamente diviso tra lui, che ebbe l’occidente e Arcadio che ebbe l’oriente. Grazie al valido generale di origine vandala Stilicone riuscì a difendere l’impero da invasioni barbariche e da ribellioni interne. Ma quando Stilicone cadde in disgrazia e fu ucciso (408), Onorio dovette subire il SACCO DI ROMA del 410 ad opera dei Visigoti di Alarico.
[8] Enrico VII di Lussemburgo, chiamato a Dante Arrigo (1275-1313) dal 1308 imperatore del Sacro Romano Impero, scese in Italia per essere investito dal papa del titolo imperiale vacante da Federico II. Morì a Buonconvento presso Siena, è sepolto nel duomo di Pisa.
[9] Benedetto XIV, Prospero Lambertini di Bologna, condannò lo schiavismo in America e l’usanza di ammettere le usanze locali nei riti cattolici. La commedia “Il cardinal Lambertini” di Alfredo Testoni, interpretata da Gino Cervi, fa leva sul suo carattere scherzoso.
[10] Pio VII, Barnaba Chiaramonti di Cesena (1742 – 1823), papa dal 1800, è il papa che ha incoronato Napoleone imperatore dei francesi a Parigi nel 1804, fu arrestato nel 1809, è il papa del “non possumus”. Il suo monumento funebre in san Pietro è opera del luterano Thorvaldsen. A lui si debbono le due muraglie che sorreggono la facciata esterna del Colosseo, di cui rimane in piedi i 2/5. Da Roma, libri per viaggiare, Gallimard – Tci, 1994.
[11] Pio IX, Giovanni Mastai Ferretti di Senigallia (1792-1878), il papa del risorgimento, all’inizio sembro favorevole, poi fu contrario.
[12] Guido Baccelli (San Vito Romano 1832 – Roma 1916), medico e politico, fu più volte ministro della Pubblica Istruzione. Contribuì alla costruzione del Policlinico, all’isolamento del Pantheon, agli scavi nel foro Romano e alla realizzazione della Passeggiata Archeologica. Istituì la Galleria d’arte Moderna. A Roma gli è intitolata una via e un monumento in piazza Salerno.
[13] Da Guida di Roma del Tci, 1993.
[14] Diego Della Valle, annuncio del restauro da: cronaca di Roma de “la Repubblica” del 3.11.10.
[15] Apertura terzo anello e sotterranei da “la Repubblica” del 15.10.10.

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