giovedì 5 settembre 2013

Uno dei simboli di Roma? Il GRA, naturalmente.

   Alla mostra del cinema di Venezia sarà presentato il 5 settembre,
il documentario realizzato dal grande regista romano Gianfranco Rosi,
in esso prende a pretesto il Grande Raccordo Anulare di Roma, la più
lunga autostrada urbana d'Italia, per incontrare una varia e particolare
umanità che vive o si aggira intorno al Gra.
   "Sacro Gra" prodotto da Marco Visalberghi è il primo documentario
italiano ammesso in concorso alla mostra del cinema di Venezia.
E' dedicato alla memoria di Renato Nicolini indimenticato assessore
alla cultura tra gli anni Settanta e Ottanta.
"Sacro Gra" è un progetto ambizioso, non è solo un film, ma una ricerca
multidisciplinare sulla Roma contemporanea che comprende un libro,
una mostra e un sito internet.
Il ponte di Mezzocammino,
in questo punto il GRA scavalca il Tevere.
   Con questo film il regista compone una mappa di persone e storie
che trasformano questo film in un film del reale. Tale lavoro produce
uno spaesamento, per cui non si sa mai dove ci si trova.
   La trama umana che compone la storia parte da un palmologo, l'uomo
che caccia il punteruolo rosso, l'insetto che ha decimato le palme
romane e non solo.Vi è poi il barelliere di un'ambulanza che spesso
sfreccia sul Gra a causa degli incidenti che vi si verificano. Vi è
anche un nobile piemontese colto e poliglotta che vive con la figlia
in un'abitazione provvisoria in attesa che il comune gli assegni un
alloggio popolare. Segue l'attore di fotoromanzi alla ricerca ostinata
di fama e di eterna giovinezza.
   Insomma questo raccordo anulare è una strada che percorriamo velocemente
per raggiungere altri luoghi, un non luogo, nel quale si rimane spesso
intrappolati per le lunghe code (specie nel tratto tra Flaminia e Appia),
un non-luogo, dove non vorremmo esserci, ma dal quale dobbiamo passare
per necessità. Ci resta l'immagine delle fabbriche di lampadari che
mostrano la loro merce il bella vista, i grandi svincoli che sembrano
tutti uguali, il sottopasso dell'Appia Antica, una bella opera voluta per
il Giubileo del 2000 e che ha permesso la ricostruzione della collina
su cui passa la "Regina Viarum". Chi è più attento avrà notato che
presso l'incrocio con l'Appia Nuova c'è anche un "Monumento all'incidente
stradale", la Croce di Cristo è fatta a forma di svincolo autostradale,
al di sotto vi era una sorta di altare con una statua della Pietà in
bronzo, qualcuno l'ha rubata, ormai diversi anni fa. Non si sa l'autore
nè dell'opera nè del furto.
   A me piace ricordare il Gra come lo ha descritto il grande ciclista
Francesco Moser che era a Roma per preparare la gara olimpica del 1960.
In una intervista disse che per allenarsi facevano il giro completo
del Raccordo che allora non era una autostrada, ma una normalissima
strada di campagna a due corsie!

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