Il mausoleo è una tomba di eccezionale
monumentalità costruita per conservare il corpo di un grande personaggio e i
membri della sua famiglia. In genere ha al suo interno una stanza in cui si
conservano sarcofagi o urne cinerarie.
Il termine deriva dal re Mausolo di Caria,
satrapo persiano, la cui moglie Artemisia fece costruire il famoso Mausoleo di
Alicarnasso (oggi Bodrun, Turchia, sul mar Egeo, non lontano da Rodi), nel 351
a.C. una delle sette meraviglie del mondo[1]. Vi
lavorarono artisti come Prassitele, Briassi, Leochares, Timoteo e Skopas. Fu
distrutto da un terremoto, oggi sono visibili le rovine e i resti dei cavalli e
della quadriga al Britsh Museum di Londra.
SEPOLCRO DI PRISCILLA
si trova sull'Appia Antica all'altezza del Quo Vadis. Si tratta di una tomba cilindrica di cui rimane solo il
nucleo cementizio, il tutto è sormontato da una torre medioevale tronca eretta
dai Caetani nel XIII secolo. In questo sepolcro vi si riconosce la tomba di
Priscilla, moglie del potente liberto dell'imperatore Domiziano, Flavio
Abascanto.
La cella
funeraria in cui erano collocatii sarcofagi è collocata al piano inferiore e vi
si accede oggi attraverso un casale addossato al monumento nei primi del
Novecento con la funzione di “caciara” per la produzione dei formaggi prodotti
nella campagna romana[1].
MAUSOLEO DI TEODORA
NELLA CHIESA DI SANTA PRASSEDE
La chiesa si trova in via di San Martino
ai Monti nel rione Monti, molto vicina alla Basilica di Santa Maria Maggiore. A
metà della navata destra si trova la Cappella di San Zenone eretta da Pasquale
I[1] come
mausoleo per la madre Teodoro. Le due colonne di granito nero e la ricca
cornice curva sostengono un'urna cineraria con i resti di Zenone, sacerdote e
martire. L'interno è a volta con colonne negli angoli, è magnifica in quanto
ricoperta da mosaici che sono stati definiti "Il giardino del
Paradiso". Vi sono rappresentati:
il Cristo, la Madonna, Santa Prassede e Teodora con il nimbo quadrato dei
viventi. Sopra l'altare la Madonna con Bambino. Il pavimento è in opus sectile.
A destra è custodita la colonna portata a Roma da Gerusalemme nel 1223 che
secondo la tradizione è quella a cui fu legato e flagellato Gesù.
MAUSOLEO DI LUCILIO PETO
Chiuso da una cancellata, semicoperto
dalla vegetazione, si trova sulla via Salaria dopo villa Albani, di fronte a via Basento.
Grandioso monumento dell'epoca augustea, cilindrico e con grande epigrafe sulla
fronte che ci informa che Lucilio Peto lo costruì quando era ancora in vita per
sè e la sorella Lucilia Polla, era coperto da un tumulo di terra e contiene una
camera sepolcrale. Il basamento cementizio è rivestito di travertino, con
cornice a dentelli. Nella parte posteriore la porta che dà accesso al corridoio
nelle cui pareti sono scavati numerosi loculi, il corridoio conduce alla camera
sepolcrale.
Nel IV secolo al di sotto del mausoleo fu
scavata una catacomba, a questa si giunge sempre attraverso il corridoio.
Nei pressi, ma sull'altro lato della
strada, si vede villa Albani Torlonia di proprietà privata (famiglia Torlonia)
opera settecentesca dell'architetto Carlo Marchionni[1]. Conserva
un'importante collezione di arte antica, in particolare sono di notevole
interesse le pitture della tomba Francois di Vulci (IV sce. a.C.) e altri
reperti di quell'area etrusca del viterbese. Il parco della villa è sistemato
secondo il gusto dei giardini all'italiana. Nel casino centrale sono conservate
opere di Perugino, Tintoretto, Giulio Romano, David e altri.
Poco più avanti una lapide ricorda il luogo esatto in cui fu ucciso
dalle Brigate Rosse il professor Massimo D'Antona, consulente del ministero del
Lavoro, il 20 maggio 1999. Gli autori del tragico fatto di sangue sono stati
arrestati e condannati dopo tre gradi di giudizio.
Dopo di questi abbiamo visitato i due più importanti: il mausoleo di Augusto e il mausoleo di Adriano oggi Castel Sant'Angelo.
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