Noi romani e italiani dovremmo valorizzare al massimo le nostre bellezze storico-artistiche, le chiamano giacimenti culturali, da questo immenso patrimonio culturale dovremmo guadagnarci, creare occupazione, e invece lo maltrattiamo così!
La piazza è uno dei complessi urbanistici più
armoniosi, spettacolari e caratteristici di Roma barocca, delimitata dagli
edifici che sorsero sui resti dello stadio di Domiziano, del quale conserva la
forma e le dimensioni (circa 240 X 65 metri ).
Il
nome deriva per corruzione dai giochi agonali che si tenevano in quel circo, di
cui sono conservati resti cospicui sotto l’atrio della casa al n. 49, sul lato
curvo (visibili dalla retrostante via Zanardelli, il sito è stato restaurato
nel marzo 2014). Pompe storiche, feste popolari, corse e giostre si svolsero
attraverso i secoli nella piazza. Dal Quattrocento al 1869 si teneva nella
piazza un mercato di frutta e verdura poi trasferito a Campo de’ Fiori. Dal
secolo XVII alla metà del XIX, i sabati e le domeniche di agosto, la piazza,
che allora aveva il fondo concavo, veniva in parte allagata e vi entravano,
ornati a festa, gli equipaggi dei prelati e dei principi, intorno ai quali si
sfrenava la più vivace gazzarra del popolino. Oggi vi si tiene, in occasione
dell’Epifania, un mercato di giocattoli e di dolciumi.
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