mercoledì 13 aprile 2016

Che bella la Caffarella illuminata dal sole!!!

Che bella la Caffarella in una bella giornata di sole, piena di gente, bambini, famiglie, coppiette di giovani e anziani, piena di vita! Questo è lo spettacolo che la Caffarella ha offerto di se domenica scorsa mentre la attraversavo in bici verso le ore 13,30. Ora la Caffarella è sempre bella, ma in una giornata radiosa di pieno sole, il suo fascino era ineguagliabile!



     La valle della Caffarella è una caratteristica valle fluviale a V con un fiume al centro la cui vita inizia - geologicamente parlando - tra i 360.000 e gli 80.000 anni fa. A quel tempo vari strati di materiale vulcanico, espulso dal vulcano Laziale (gli odierni Colli Albani o Castelli Romani) si andarono ad accumulare sopra sedimenti fluviali e marini più antichi.

     Il corso d'acqua che scorre al centro della valle è il fiume Almone o marrana della Caffarella che dalle pendici dei Colli Albani giunge in quest'area fino alla via Appia Antica dove è stato intubato per finire nel Tevere all'altezza del Gazometro.

    Nel periodo di Roma antica la Caffarella fu luogo per la coltivazione di frutta e ortaggi infatti, se la città poteva importare il grano da paesi lontani (Sicilia), doveva per forza coltivare nei suoi dintorni i prodotti di rapido deterioramento. Nel secondo secolo d.C. qui sorse la villa e la tenuta agricola di Erode Attico. Era un ricchissimo e famosissimo personaggio della Roma imperiale, fu precettore degli imperatori Lucio Vero e Marco Aurelio, greco di nascita, per le sue grandi ricchezze si permise di erigere un teatro sull’acropoli di Atene. Sposando Annia Regilla ebbe in dote questo fondo, il suo centro era dove in seguito venne costruita la villa di Massenzio, al di là dell'Appia Pignatelli. Morta la moglie, il marito fu accusato di omicidio dai parenti della moglie per una questione di eredità, processato, ne uscì assolto. In seguito si dette a esagerate manifestazioni di lutto. Il serve che venne condannato per l’uccisione rimase a servizio nella casa di Erode Attico fino alla morte. In suo onore chiamò il fondo Trioprio, in ricordo di Triopas, re di Tessaglia, che aveva dedicato a Demetra, dea delle messi, un santuario nella città di Cnido in Asia Minore. Erode Attico dedicò un tempio a Cerere e Faustina (l'imperatrice da poco morta), oggi chiesa di Sant'Urbano. Fece inoltre costruire una tomba per la moglie oggi conosciuta con il nome del tempio del Dio Redicolo.

     Morto Erode Attico divenne proprietà imperiale, quindi iniziò la decadenza comune a tutta la città aggravata dal fatto che le vie Latina e Appia si trovavano sulla strada degli eserciti barbarici. Le opere di irrigazione e di bonifica andarono in rovina mentre la natura selvatica riprendeva il sopravvento.

     Nel medioevo il fondavalle venne diviso in vari fondi, vennero erette almeno cinque torri di guardia lungo l'Almone. Intorno all'anno 1000 venne edificate le cosiddette Valche o Mole, specie di mulini ad acqua destinati alla lavorazione e al lavaggio dei panni di lana (valche) o per la produzione di farina (mole). Nel medioevo venne chiamata Vallis Marmorea in quanto legata alla cospicua presenza di statue e marmi dell’antichità. Fu teatro di accampamenti di eserciti: nel 1412 le armate di Ladislao I re di Napoli, nel 1417 quelle della regina Giovanna II che gli succedette al trono, nel 1536, l’ingresso trionfale a Roma di Carlo V reduce dalla conquista di Tunisi.

     Nel Cinquecento la famiglia Caffarelli (che aveva ospitato a Roma l'imperatore Carlo V) acquistò da vari proprietari la valle, Giovanni Pietro Caffarelli fece costruire nel 1547 la splendida Vaccareccia, casale centrale della tenuta agricola, oggi in restauro. La valle così riunificata prese il nome definitivo di Caffarella. Il fondovalle venne bonificato, i vecchi canali furono riattivati e ne furono creati di nuovi.

     Nel 1695 la tenuta fu venduta ai Pallavicini e nel 1816 ai Torlonia che all'inizio dell'Ottocento curarono e completarono l'impianto idrico. Dopo l'unità d'Italia e ancora nel Novecento la Caffarella divenne meta delle passeggiate "fuori porta" del popolo romano, una sorta di vacanza estiva allora l'unica possibile per la gran massa della popolazione. Sorsero, lungo le strade consolari e in Caffarella stessa delle osterie, la più celebre quella che si trovava nel Ninfeo di Egeria frequentata da scrittori, poeti e pittori di tutta Europa.

     Ai Torlonia sono subentrati i Gerini. Il PRG del 1931 e il piano particolareggiato del 1953 preannunciava una suddivisione in strade e lotti edificabili. Il PRG del 1965, a seguito delle accese battaglie di Italia Nostra e dell'INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) vincolò a parco pubblico l'intero comprensorio dell'Appia Antica. La lotta degli ambientalisti, guidati da Antonio Cederna, ha portato, negli anni Settanta ad un primo tentativo di esproprio e di utilizzo del parco con l'assessore Renato Nicolini (giunte Argan, Petroselli e Vetere), e nel 1988 alla creazione del parco Regionale dell'Appia Antica[1] (che comprende i primi 16 Km della via Appia Antica) con pochi effetti pratici per la conservazione e la valorizzazione della Caffarella. Per il 2000 grazie ai fondi per l'anno Santo si sono svolti grandi lavori per il restauro dei monumenti presenti nella valle, sono state bonificate molte aree che erano diventate discariche, è stata resa praticabile la via della Caffarella che attraversa il parco da Est a Ovest, da via Nicola Nisco (via Latina) al Quo Vadis (Appia Antica), sono stati eliminati gli orti abusivi, è stato regolamentato lo stagno sotto via Bitinia. Un grande merito va riconosciuto al Comitato del Parco della Caffarella, nato nel 1984 ad opera di un gruppo di giovani guidati da Mario Leigheb, che in questi anni si è battuto per la salvaguardia e la valorizzazione della valle, inoltre la sua incessante attività ha fatto conoscere questa zona ai cittadini stessi del quartiere che non vi si avvicinavano, di grande importanza il ruolo svolto nelle scuole verso le nuove generazioni. Il primo esproprio di 70 ettari è stato ottenuto nel 1999 (Rutelli sindaco), altri 40 con i casali nel 2005 (Veltroni sindaco). Recentemente è stato creato un orto didattico e un frutteto con lo stesso scopo, molto interessante la ricostruzione di uno stazzo della campagna romana presso la Vaccareccia, ora ricostruito presso la Cartiera Latina sede del parco. Nel febbraio 2010 è stata restaurata la cisterna romana presso via Bitinia. Nell'agosto 2011 sono state impiantate dall'ente parco delle telecamere anti-incendio. Nello stesso anno un crollo ha interessato la cisterna romana verso via Appia Pignatelli. Nel gennaio 2012 è partito il restauro della Vaccareccia. Si sta restaurando una cisterna ninfeo sotto via Latina ang. via Franco Bartoloni.




[1] Nascita del parco Regionale presidente della Regione Lazio era il socialista Bruno Landi (1987-90, lo era già stato tra il 1983 e il 1984). Nato a Capalbio nel 1939, è stato deputato del PSI all'XI legislatura tra il 1992 e il 1994. Legge regionale n. 66.

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