domenica 10 aprile 2016

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova il palazzo che vedi sotto.


Nella foto di ieri il palazzo Doria Pamphili.
     Il palazzo volge la facciata principale su via del Corso, mentre l’ingresso è in piazza del Collegio Romano 2, è ancora un palazzo privato, appartiene ai discendenti della famiglia Doria Pamphili ed è sede di una delle più prestigiose raccolte d’arte private (aperto al pubblico) con quadri di: Caravaggio “Riposo nella fuga in Egitto” e la “Maddalena”; di Filippo Lippi “L'Annunciazione”, di Raffaello il “Doppio ritratto” (Andrea Navagero e Agostino Beazzano), di Tiziano “La Spagna soccorre la Religione”, di Diego Velasquez “Ritratto di Innocenzo X” (1650), di Mattia Preti “Il Concerto”, il “Paradiso terrestre” di Jan Brueghel il Vecchio, il busto di Olimpia Maidalchini Pamphili marmo di Alessandro Algardi e sculture del Bernini (busto di Innocenzo X). La famiglia possedeva anche la villa omonima, oggi aperta al pubblico, iniziata nel 1630, all’interno si trova il Casino del Bel Respiro di Alessandro Algardi (1644 – 52).
     Giovanni Battista Pamphili, Papa nel 1644, col nome di Innocenzo X[1], aveva realizzato per la sua famiglia lo splendido palazzo in piazza Navona in continuità con la chiesa di Sant’Agnese in Agone. Come da tradizione il nipote Camillo fu nominato cardinal “nepote”, in pratica il vero governatore dello Stato della Chiesa. Camillo però si innamorò di Olimpia Aldobrandini, per lei abbandonò la porpora cardinalizia suscitando l’indignazione dello zio papa, sposò l’amata fuori Roma e andò a vivere lontano dalla corte pontificia. Quando le acque si furono calmate, la giovane coppia tornò a vivere a  Roma risiedendo in questo palazzo che provvide ad abbellire iniziando così la collezione d’arte che noi oggi abbiamo la fortuna di vedere.
     Il palazzo suscitò lo stupore e l’imbarazzo del kaiser di Germania Guglielmo II che, intervenuto ad un ricevimento, si scusò di non essere in grado di ricambiare tale ospitalità.
     Il palazzo si è venuto costituendo nell’arco di quattro secoli. Il primo nucleo si formò a metà del Quattrocento, accanto alla chiesa di Santa Maria in via Lata. Fu portato in dote nel 1647 da Olimpia a Camillo Pamphili che lo fece ingrandire da Antonio Del Grande[2], al quale si devono i prospetti sulla piazza e su via della Gatta. La facciata sul Corso venne rifatta nelle forme attuali da Gabriele Valvassori[3] (1731-34). Gli ultimi grandi lavori, diretti da Andrea Busiri Vici[4], iniziarono nel 1846 e si protrassero fino alla fine del secolo.
     La facciata sul Corso è una delle architetture più originali e innovative della prima metà del Settecento romano, ha un accentuato andamento orizzontale, le finestre del mezzanino e del piano terra sono fantasiose e agganciate alle fasce orizzontali, quelle del  primo e secondo piano hanno timpani diversi sul balcone centrale e sulle testate, i capitelli delle colonne dei portali hanno lo stemma araldico in sostituzione delle foglie d’acanto. Il cortile d’onore, a pianta quasi quadrata con portico ad arcate su colonne, risalente ai primi del Cinquecento, all’origine aveva un piano superiore che fu tamponato dal Valvassori che creò così la galleria sui quattro lati raccordanti i vari nuclei del palazzo.


[1] Innocenzo X Giovanni Battista Pamphili. Nunzio in Francia e Spagna, cardinale dal 1629, cercò di rafforzare lo Stato della Chiesa mantenendone l'autonomia. Protesse gli artisti, tra questi Bernini e Borromini. Lottò contro i Barberini del predecessore Urbano VIII. Condannò Giansenio, fu attivo nella Controriforma. La cognata donna Olimpia Maidalchini detta la Pimpaccia curò i suoi interessi e venne odiata dal popolo come testimonia Pasquino. Incaricò il Bernini di progettare la chiesa di Sant'Andrea al Quirinale, la fontana dei Quattro Fiumi e il palazzo Pamphili in piazza Navona.
[2] Antonio del Grande (Roma 1625-1671) autore di San Barnaba a Marino, per Innocenzo X eresse le Carceri Nuove in via Giulia, considerate le prime carceri moderne .
[3] Gabriele Valvassori architetto romano del Settecento, ha lavorato a villa Doria Pamphili, all'altare maggiore di Sant'Agnese in Agone, chiesa di Santa Maria dell'Orto a Trastevere e Santi Quirico e Giulitta in via Tor de Conti (rione Monti), piccoli interventi in villa Aldobrandini a Frascati.
[4] Andrea Busiri Vici (1818-1911) Capostipite di una famiglia di architetti, fu architetto della fabbrica di San Pietro e della famiglia Pamphili. Progettò il quartiere e la fontana di piazza Mastai nel 1863-65, la facciata, l'ampliamento e il cortile di palazzo Doria in via della Gatta, l'ampliamento di palazzo Colonna in piazza Santi Apostoli nel 1876.

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