domenica 29 maggio 2016

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova il palazzo che vedi sotto.

Nella foto di ieri palazzo Venezia. 
     Il palazzo sorge sul lato Ovest di piazza Venezia, è la prima grande opera rinascimentale di architettura civile in Roma. La possente e severa costruzione, bruna e merlata, armonizza la robustezza del castello medioevale con l’eleganza del primo Rinascimento. Il principale corpo del fabbricato ha la facciata rivolta verso la piazza e s’innalza all’angolo sinistro con una massiccia torre quadrangolare; sulla destra l’edificio continua con un altro corpo di fabbrica che volge ad angolo retto lungo via del Plebiscito, una nuda muraglia chiude il lato su via degli Astalli, l’ultimo lato include il portico della chiesa di San Marco e si raccorda la palazzetto Venezia.

     STORIA. Si attribuisce a Leon Battista Alberti[1] il progetto del palazzo, iniziato nel 1455 da Pietro Barbo - poi papa Paolo II[2] - e ultimato da suo nipote Marco Barbo, patriarca di Aquilea, titolare della vicina basilica di San Marco. Nel 1564 fu dalla Chiesa ceduto in uso alla Repubblica di Venezia per i suoi ambasciatori e per il cardinale titolare di San Marco, sempre veneziano. Passato in proprietà all’Austria per il trattato di Campoformio (1797), nel 1916 il governo italiano lo rivendicò a se, facendone iniziare i restauri a F. Hermanin. Durante il periodo fascista fu palazzo di rappresentanza del capo del governo che, nella sala del Mappamondo, ebbe il suo gabinetto di lavoro. Riaperto ai visitatori nel 1944 e sede del museo omonimo e di mostre temporanee.

     FACCIATA. E’ tripartita orizzontalmente da due cornici marcapiano continue che ne accentuano lo sviluppo in larghezza, al primo piano le finestre sono centinate, ma fra queste e quelle minori del terzo piano, architravate, si impongono, in superba sfilata, le grandiose finestre marmoree e a croce del piano nobile, caratteristiche di questo periodo specialmente in Roma e nel Lazio. Il coronamento è ancora di tipo medioevale, con merlatura guelfa a sbalzo su archetti e beccatelli. Sull’asse mediano della facciata si apre in basso un portale finemente ornato, con finestra sopralume e stemmi del cardinale Barbo, elegantissima opera attribuita a Giovanni Dalmata; al secondo piano è un balcone.

     Un altro portale è su via del Plebiscito, fiancheggiato da eleganti semicolonne con capitelli compositi, con gli scudi dei Barbo sugli alti plinti e coronamento a timpano, anch’esso attribuito a Giovanni Dalmata. Questo immette in un atrio e quindi nel CORTILE, piantato a giardino e cinto su due lati da un elegantissimo PORTICO sormontato da loggia, opera incompiuta - che doveva contornare tutto il cortile, di Giuliano da Maiano, il quale si ispirò agli ordini architettonici del Colosseo. Nel mezzo Fontana con Venezia che sposa il Mare, di G. Monaldi (1730).

     Il Museo Nazionale di Palazzo Venezia racchiude opere di arte medioevale e rinascimentale provenienti dal museo Kircheriano, da Castel Sant'Angelo e da donazioni o lasciti privati (tra i più consistenti: le armi del conte Carlo Calori, le porcellane e i dipinti di Fabrizio Ruffo di Motta Bagnara, le medaglie di Paolo II dell'antiquario Scipione Bonfigli, le sculture lignee e le opere di oreficeria provenienti dalla Marsica colpita dal terremoto del 1915, la collezione del conte George Wurts e della moglie Henriette del 1933). In mostra si trovano sculture lignee, dipinti, porcellane, bronzetti, maioliche, terracotte e armi. Sono da menzionare le sculture di Algardi, Bernini, Gianbologna, Nicola Pisano, Sansovino; le pitture di Guercino, Giorgione e Maratta.


[1] Leon Battista Alberti (Genova 1404 – Roma 1472), architetto, matematico, poeta, umanista, crittografo, linguista, filosofo, musicista, archeologo. Ha progettato la faciata di Santa Maria Novella e il palazzo Rucellai a Firenze, il tempio Malatestiano a Rimini, la chiesa di Sant’Andrea a Mantova, il palazzo munipale e il campanile del Duomo a Ferrara. Ha scritto un trattato sull’architettura e uno sulla pittura.
[2] Paolo II Pietro Barbo (Venezia 1417 – Roma 1471) papa dal 1464, nel suo stemma un leone rampante con una banda diagonale. Successore di Pio II, eletto all’unanimità con l’impegno di combattere il nepotismo e promuovere una guerra contro i turchi, promesse non mantenute. Nipote di Eugenio IV, fece incarcerare Bartolomeo Sacchi, Stefano Infessura ne parla malissimo nella sua cronaca. Scomunicò il re di Boemia Giorgio che seguiva Jon Hus, stabilì che il giubileo avesse una cadenza venticinquennale, è morto per una indigestione di melone o per un attacco di cuore (paggio), è sepolto nelle grotte vaticane. Suo successore fu Sisto IV.

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