mercoledì 12 febbraio 2020

Pericolo per la bellissima chiesa di Sant'Andrea delle Fratte



   Triste notizia per gli amanti di Roma: si sgretola il campanile del Borromini della Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte. Uno dei campanili più belli di Roma, una di quelle composizioni nelle quali si sbizzarriva la fantasia del genio del barocco. Chiusa dal 24 gennaio via di Capo le Case. Per la Soprintendenza si tratta di un distacco di intonaco, per i Vigli del Fuoco di caduta di parti dell’ornamento del campanile.
   Dai giornali del 13.2.20 apprendiamo che sono pronti 300.000 euro dal Fondo per gli Edifici di Culto del Viminale per la messa in sicurezza del campanile del Borromini. Via di Capo le Case è ancora chiusa.

Chiesa di antichissima origine (sec. XII) venne ricostruita alla fine del Cinquecento per l'Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, è una caratteristica chiesa a croce latina con cupola e un corto transetto, il nome è dovuto al fatto che qui eravamo alla periferia della città dove si trovavano cespugli e alberelli, detta anche infra hortos.

     Ma l'impronta alla chiesa l'ha lasciata il genio di Francesco Borromini[1] che fra il 1653 e il 1667 costruì lo stupendo campanile a due ordini con i capitelli costituiti da erme di Giano Bifronte e la cupola rinforzata da contrafforti diagonali che fanno assumere all'architettura l'immagine della croce di Sant'Andrea. Singolare è il contrasto tra il tiburio - ancora in mattone grezzo - e il campanile bianco e curatissimo. Filippo Juvarra[2] si è ispirato a questa chiesa per la costruzione della cupola della basilica di Sant'Andrea a Mantova. I romani hanno soprannominato il campanile "ballerino" perchè quando la campana suona oscilla paurosamente.
     La facciata fu costruita dal card. Consalvi a proprie spese, era il cardinale segretario di Stato che rappresentò lo stato della Chiesa al Congresso di Vienna. La facciata venne eretta su disegno di Pasquale Belli che probabilmente seguì i consigli del Valadier[3], cioè di imitare le chiese del Cinquecento a due ordini sovrapposti ma con diversa sensibilità spaziale.
     Sulla destra si trova un chiostro rigogliosissimo con un ciclo di affreschi del Seicento, opera di diversi artisti e compiuta in anni diversi, rappresentano la vita di San Francesco di Paola. Con il 1870 venne confiscato dallo Stato, ospitò una scuola elementare e una caserma, con  il Concordato tornò in parte ai Minimi, il 20 febbraio 2013 il ministro della Cultura Ornaghi ha consegnato le chiavi del convento con il chiostro al direttore del Conservatorio di Santa Cecilia Edda Silvestri, così i 1.600 studenti avranno altri 1.400 mq a loro disposizione.

     L'interno è a navata unica con tre cappelle per lato, senza contare la prima che è piccolissima e l'ultima che è un passaggio.
     L'elemento di spicco dell'interno della chiesa sono le due monumentali statue con Angeli e i simboli della Passione del Bernini[4], realizzate per il ponte Sant'Angelo ma ritenute troppo belle per essere esposte agli agenti atmosferici. I nipoti dell'artista ne fecero dono alla chiesa. Si trovano prima dell'altare maggiore, ai lati di questo.
     La seconda cappella di sinistra è dedicata alla Madonna del Miracolo, una immagine per intero di Maria con le stelle intorno al volto di bambina e due fasci di luce che escono dalle mani, cosiddetta perchè il 20 gennaio 1842 apparve sorridente ad un ebreo di nome Alfonso Ratisbonna, entrato in chiesa per ammirare le bellezze artistiche ma colpito dall'immagine sacra decise di convertirsi. Tanti ex voto precedono la cappella. In questa cappella disse la prima messa padre Massimiliano Kolbe[5]. I due altari dell'appena accennato transetto sono opera di Luigi Vanvitelli[6] (a sin.) e Filippo Barigioni[7] (dorato, a destra). Nel presbiterio tele di grandi dimensioni di vari artisti tra cui il Martirio di Sant'Andrea di Francesco Trevigiani.
     La prima cappella è stata dedicata ai marinai dispersi in mare del cacciatorpediniere Ascari affondato, per aver urtato una mina, il 24 marzo 1943, 28 miglia a Nord di capo Bon, mentre portava, in convoglio con altre navi, soldati tedeschi a Tunisi. Scomparvero il comandante Mario Gerini e 193 ufficiali, sottufficiali e marinai della nave oltre a un centinaio di tedeschi.  
     Sotto l'altare maggiore si trova la cripta che conserva l'unico esempio a Roma di putridarium. I frati e le suore morte venivano poste sedute con uno buco sotto il sedile per permettere lo scolo degli umori. Quando il corpo era completamente andato in putrefazione le ossa venivano raccolte e deposte nell'ossario.



[1] Francesco Borromini  Architetto italo svizzero tra i massimi del periodo barocco. E' autore della scala in palazzo Barberini, del baldacchino di San Pietro, di san Carlino alle quattro Fontane, del Palazzo di Propaganda Fide e di Sant'Ivo alla Sapienza, della chiesa di Sant'Agnese in Agone.
[2] Filippo Juvarra nato a Napoli morto a Madrid nel 1736. Architetto e scenografo tra i massimi del barocco, lavorò alla corte dei Savoia. Palazzo Madama a Torino, Sant'Andrea a Mantova, la reggia di Stupinigi e la basilica di Superga.
[3] Giuseppe Valadier  architetto orafo e argentiere italiano, oltre a piazza del Popolo e al Pincio, gli orologi della facciata di San Pietro e il duomo di Urbino.
[4] Gianlorenzo Bernini napoletano, architetto e scultore barocco, il colonnato di piazza san Pietro, Apollo e Dafne, Sant'Andrea al Quirinale, la Beata Ludovica Albertoni, palazzo Chigi ad Ariccia, la fontana dei Quattro Fiumi in piazza Navona.
[5] Massimiliano Kolbe (1894-1941) frate francescano polacco si offrì di prendere il posto di un padre di famiglia destinato al bunker della fame del campo di concentramento di Auschwitz. E' stato beatificato da Paolo VI nel 1971 e proclamato santo da Giovanni Paolo II nel 1982.
[6] Vanvitelli architetto neoclassico, autore della reggia di Caserta,foro carolino a Napoli, lazzaretto di Ancona.
[7] Filippo Barigioni architetto romano morto nel 1753. Allievo di Carlo Fontana.Diede volto barocco alla chiesa di San Marco, cosiderata da Portoghesi uno dei più bei lavori barocchi di Roma. Suo il monumento a Maria Sobieski in San Pietro in Vaticano. Collocò l'obelisco sulla fontana del Pantheon.

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