domenica 29 novembre 2020

Imonumenti peripatetici di Roma

    Ovvero quei monumenti che hanno cambiato sede. La passeggiata in bici di oggi, organizzata da VediROMAinBici, ha avuto questo tema, abbiamo visto alcuni di questi monumenti.

     Per primo abbiamo visto il Monumento ai Caduti di Dogali, in via delle Terme di Diocleziano (stazione Termini). Monumento del 5 giugno 1887, anniversario dello Statuto Albertino, di Francesco Azzurri, sormontato da obelisco (uno dei tredici  presenti a Roma di cui tre di imitazione: Pincio, Esquilino e Sallustiano) ritrovato nell’Iseo Campense, nei geroglifici si esalta Ramsete II il Grande (Sesostri), proviene da Eliopoli in Egitto. Fu rinvenuto casualmente nel 1719 in via di Sant’Ignazio durante lavori di ristrutturazione della Biblioteca Casanatense, ma solo nel 1883 da Rodolfo Lanciani presso la chiesa di Santa Maria sopra Minerva. Il solo monolite è alto m 6,34. E’ alto m 16,92 compresa al stella in cima.

     Il monumento vuole ricordare un tentativo coloniale italiano compiuto a fine Ottocento. L’Italia possedeva già la colonia dell’Eritrea, da lì si avanzò verso l’Etiopia al comando del tenente colonnello Giovanni De Cristoforis ma, giunti a Dogali il 26 gennaio 1887, i soldati italiani si trovarono soverchiati da quelli etiopi comandati dal Ras Alula. Nella battaglia morirono 413 soldati e 22 ufficiali. La proposta di un monumento partì da intellettuali come Giosuè Carducci e Gabriele D’Annunzio. Nel 1916 la stessa piazza venne intitolata ai Cinquecento.

     Siamo poi stati a piazza del Popolo.  La sosta in questa piazza è dovuta per la presenza di uno dei tanti obelischi che hanno cambiato sede nella città. L’obelisco Flaminio venne alzato per volere di  Sisto V (Domenico Fontana), è alto m 24, proveniente dall’Egitto, datato al XIV secolo a.C. era intitolato al faraone Ramses, Augusto lo fece portare a Roma e innalzare nel Circo Massimo. Fu il primo obelisco ad essere trasferito a Roma per celebrare la vittoria sull’Egitto.

     Eccoci quindi in piazza Nicosia (vicino all'Ara Pacis).      La fontana al centro della piazza è detta del Trullo, perché proviene da una piazza così detta, cioè piazza del Popolo. Progettata da Giacomo della Porta per volere di Gregorio XIII Boncompagni. La fontana consiste in una vasca ottagonale di marmo sulla quale quattro delfini sorreggono una tazza tonda (draghi dei Boncompagni), sormontata da un’altra più piccola. Ma risultava troppo piccola per quella piazza, vennero allora ordinati dei tritoni, ma posti in loco risultarono sproporzionati e dirottati alla fontana del Moro in piazza Navona (è quella meridionale, più vicina a palazzo Braschi). Definitivamente spostata da Valadier la sostituì con i quattro leoni che circondano l’obelisco. Dopo un soggiorno davanti a San Pietro in Montorio, finì nei magazzini comunali, nel 1950 arrivò in questa piazza.

     Abbiamo poi proseguito per piazza Cesarini Sforza, lungo Corso Vittorio, dove c'è il monumento a Nicola Spedalieri che ha cambiato posto, quindi piazza Campitelli con ben tre siti cambiati: la chiesa di Santa Rita, il palazzetto di Flaminio Ponzio e la fontana.


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