mercoledì 25 novembre 2020

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova la chiesa che vedi sotto.


Nella foto di ieri la chiesa di Santa Costanza sulla via Nomentana.

     La chiesa è stata costruita per essere il mausoleo di santa Costanza, eretto agli inizi del IV secolo per Costanza ed Elena figlie di Costantino e trasformato dapprima in battistero e nel 1254 in chiesa.

     Singolare e magnifico esempio di struttura a pianta centrale è preceduto dai resti del nartece absidato ai lati e con due nicchie rettangolari fiancheggianti l’ingresso.

     L’interno è impressionante per lo stupendo ritmo strutturale ancora legato ai modi dell’architettura romana e per l’effetto della luce proveniente ai dodici finestroni centinati che si aprono sotto la cupola di 22,50 m di diametro. La cupola è sorretta da 12 coppie di colonne di granito poste radialmente, con capitelli compositi ed è ornata di affreschi guasti del 1620.

     L’ambulacro che gira all’intorno è coperto da una volta a botte rivestita da magnifici mosaici tra i più antichi (sec. IV) murali giunti fino a noi, che conservano i caratteri dell’arte musiva romana (fondo bianco, alcuni geometrici, altri ornamentali, tra cui vendemmiali). A sinistra e a destra dell’ingresso Costanza e suo marito Annibaliano. Nella nicchia opposta all’ingresso decorata con un cielo stellato, calco del sarcofago di Costantina (l’originale è ai musei Vaticani). Da Guida di Roma del Tci, 1993.

     Per Marco Lodoli (27 aprile 2003) a Santa Costanza c’è lo specchio dell’esistenza, “in un punto del soffitto del deambulatorio vicino al sarcofago di Costanza, il mosaico finge i residui di un pranzo caduti a terra. E’ un’ idea grande e antica, il disordine che diventa opera d’arte, qualcosa che anticipa il jazz e l’action painting, le colature di Pollock… viene da aguzzare gli occhi cercando le chiavi di casa… o qualcos’altro perso nella vita e bisogna amarlo prima che passi la Grande Scopa”.

     Ilaria Beltramme in “101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita”, ed. Newton, 2007, invita a farsi girare la testa per vedere i mosaici di santa Costanza. Afferma inoltre che Santa Costanza “è l’unico esempio di luogo di culto religioso dedicato a una santa che santa non è mai stata”. 

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