giovedì 5 novembre 2020

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il ponte che vedi sotto.


Nella foto di ieri il ponte Nomentano.

     PONTE NOMENTANO, con il quale la via Nomentana scavalca il fiume Aniene, è una costruzione di epoca romana di cui si conserva l’arcata centrale del I secolo, la parte superiore sopraelevata e fortificata nel medioevo appartiene al restauro di Narsete del 552 poiché precedentemente il re dei Goti Totila lo aveva distrutto. Secondo la tradizione qui avvenne l’incontro tra Carlo Magno e Leone III nell’anno 800. Nicolò V (1447-1455) lo restaurò e pose il suo stemme con le due chiavi incrociate e la scritta NPAPAV che il popolo interpretò “nissun papa volemo”. Nel 1849, durante i combattimenti della repubblica Romana venne fatto saltare. Al di là del ponte una pineta si estende tra via Nomentana e via Nomentana Nuova.

     Secondo una leggenda la notte il ponte è frequentato dal fantasma di Nerone che è morto suicida nella villa di Faonte che è stata individuata alle Vigne Nuove.

     Nel medioevo si è chiamato ponte Lamentano o Lamentato, anche ponte del casal de Pazzi per la famiglia fiorentina che poco oltre aveva un castello con la tenuta. Il ponte è stato pedonalizzato negli anni Ottanta, il traffico era regolato da un semaforo a mano, recentemente restaurato ed inaugurato il 28 ottobre 2000.

     Sul ponte è ambientato l’addio tra Andrea Sperelli e Elena Muti all’inizio del romanzo “Il piacere” di Gabriele d’Annunzio del 1889. Stendhal lo ha visitato il 18 aprile 1828 e in Viaggio in Italia parla della bellezza del posto e dell’ottimo caffè italiano.

     Il ponte è stato ritratto da pittori, artisti, fotografi per il suo caratteristico e tetro aspetto e per la maestosità dell’arcata maggiore sulla quale si alza il complesso turrito e merlato di epoca medioevale.

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