mercoledì 6 febbraio 2013

Roma in un libro: la Grande Madre Cibele.


   Un bel saggio, che si legge senza stancarsi, riporta alla luce
il mondo pagano in età romana repubblicana , il III secolo a.C. In
quegli anni a Roma divenne di grande popolarità una dea di origine
anatolica, Cibele, a lei venne dedicato un tempio sul Palatino le
cui tracce sono ancora visibili presso la cosiddetta "Capanna di
Romolo". Il centro principale del suo culto era Pessinunte nella Frigia,
da qui, attraverso la Lidia passò nelle colonie greche dell'Asia
Minore. Cibele viene generalmente raffigurata seduta sul trono tra
due leoni o leopardi, spesso con in mano un tamburello e con sul
capo una corona turrita.
La copertina del libro è presa dal sito:
www.ibs.it.

   Cibele era la dea della natura, degli animali selvatici e dei
luoghi selvatici. Il suo culto, i riti, vennero a Roma negli anni
della II guerra Punica dalle colonie greche dell'egeo che si
trovavano in Asia Minore (oggi Turchia). Durante la spedizione di
Annibale in Italia, i romani ebbero veramente paura, temettero che
per loro fosse arrivata la fine, allora consultarono i libri sibillini,
per salvare Roma occorreva la protezione della Magna Mater di cui
esisteva un importante santuario a Selinunte sulla costa Sud occidentale
della Sicilia (oggi presso Trapani).
   Non perdiamoci questo bel libro: Alessandro Giuli, 
Venne la Magna Madre, ed. Settimo Sigillo, pag. 228, € 22.

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