venerdì 28 febbraio 2014

Tutto sommato qualcosa mi ricordo


   Se Alberto Sordi è stato per tanti anni l'immagine vivente del romano, quello che meglio ci rappresentava con i nostri vizi e virtù in tutta Italia, io direi che adesso il vero volto del romano è Gigi Proietti.
   Nato a via di Sant'Eligio, traversa di via Giulia, proprio nel cuore della vecchia Roma, il 2 novembre 1940, è un eccezionale attore comico, regista, doppiatore e protagonista di molti film e fiction televisive tutte di grande successo. E' considerato l'erede artistico di Ettore Petrolini. Come attore teatrale è particolarmente apprezzato per i suoi monologhi e come trasformista, in questo ruolo a me piace moltissimo.
E' stato direttore artistico del teatro Brancaccio e ha diretto per molti anni una scuola per attori di teatro da cui sono usciti nomi importanti.
Questa foto autografata di Gigi Proietti
è tratta da it.wikipedia.org.
   "Roma è talmente piena di storie che potrebbe raccontarsi e portarsi in scena da sola", parola di Gigi Proietti. Ripercorrendo per la prima volta la propria vita professionale, il mattatore di "A me gli occhi please" consegna alla sua città natale molto di più di un grande omaggio dicendo: "Ho cercato di vivere al massimo la città che m'è madre". Nato da padre della provincia di Terni e madre casalinga della provincia di Rieti ha abitato in via Annia, in via Lucullo, al Tufello, all'Appio Latino (Tommaso da Celano), si è diplomato al liceo Classico Augusto di via Appia Nuova. Negli anni della formazione fa tesoro di tanti tipi di romani, respira gli umori popolari della città che tanto ama. Di tutto ciò racconta nel libro appena uscito che ha il titolo di questo post, raccontando aneddoti molto divertenti. L'adesione al centro universitario teatrale gli cambierà la vita, negli anni Sessanta aderisce al teatro di ricerca poi arrivano il doppiaggio, la tv, il cinema, la commedia musicale di Garinei e Giovannini. E' stato anche inventore e animatore del teatro Tenda, del Brancaccio e del Globe. Spesso si è chiesto se vale la pena raccontare la propria storia. Io direi proprio di sì, la carica di positività che emerge dal personaggio non può che essere accolta con favore.
Gigi Proietti, Tutto sommato qualcosa mi ricordo, Rizzoli, € 15.
L'immagine della copertina del libro è tratta da: rizzoli.rcslibri.corriere.it.


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