La foto di ieri era il villino Andersen, già casa-abitazione dello scultore Hendrik Christian Andersen che si trova in via Mancini 20 tra p.le Flaminio e il ministero della Marina Militare.[1].
Si tratta di un museo collegato alla Gnam.
Contiene le opere, oltre 200 sculture in gesso o bronzo e 300 opere grafiche
dello scultore Andersen. L’artista dedicò tutta la sua vita alla realizzazione
di una utopica “Città mondiale” laboratorio delle arti, scienze, filosofia,
cultura fisica. La città doveva sorgere dove oggi si trova l’aereoporto di
Fiumicino e doveva comprendere un porto alla cui imboccatura si sarebbe trovata
una gigantesca scultura simile al colosso di Rodi. Andersen era uno scultore
norvegese, nato nel 1872, naturalizzato Usa, giunto in Italia per gli studi, si
stabilì a Roma, dove visse oltre 40 anni fino alla morte, avvenuta il 19
dicembre 1940. L’artista lasciò la sua palazzina-studio allo Stato italiano con
l’unico obbligo di permetterne la piena diponibilità alla sorella adottiva
Lucia, morta anche questa nel 1978 il ministero dei Beni Culturali ne ha
iniziato il restauro. Finalmente il 19 dicembre 1999 il museo ha aperto al
pubblico.
La palazzina, costruita su progetto dello
stesso Andersen, tra il 1922 e il 1925, come studio e abitazione in stile neo
rinascimentale, sulle facciate si trovano le teste ritratto dei familiari. Al
piano terra due grandi ambienti sono gli atelier dell’artista con le sue monumentali statue. In quello di
destra al centro il gruppo del “Giorno” per la “Fontana della vita”. Nell’atelier
di sinistra al centro: “La notte”, “Tre nudi femminili danzanti”, “Nudi
femminile e maschile su cavallo al passo”, “Il bacio”.
Al primo piano si trova l’appartamento
dell’artista oggi destinato ad esposizioni temporanee. Un salone centrale con
soffitto dipinto dall’artista, alcune stanze intorno e un moderno caffè su
progetto dell’architetto Laura Gallucci, compongono il primo piano. Al piano
superiore gli uffici della Soprintendenza.
[1] Museo Andersen. Tutte
le notizie sul museo da: Elena di Majo, Il museo Andersen, ed. Sacs, 2001. E
dal sito internet: gnam.arti.beniculturali.it.
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