Questa è l'immagine di copertina della pedalata di oggi.
Qui transitiamo per via del Mandrione, nell'ultimo tratto, quello prima di porta Furba.
Siamo in 25, il cielo è coperto ma non fa freddo.
Eccoci alla partenza, largo Corrado Ricci.
Prima tappa al casale di Tor Fiscale, da qui risaliamo via del Mandrione
fino a raggiungere piazza Lodi.
Il casale è stato restaurato
un casale nel 2012, era uno dei tanti casali agricoli della campagna romana, oggi è adibito
a ristorante aperto il sabato e la domenica, al di sotto di esso è visibile un
impianto termale riferibile ad una villa suburbana dell’età imperiale a lungo frequentata. Un altro casale è diventato museo del parco.
E' presente un punto informativo del parco.
Tor Fiscale è una magnifica costruzione del XIII secolo
alta circa 30 metri, costruita proprio nel punto in cui si incrociavano gli
acquedotti Marcio e Claudio in modo che si potesse rilevare maggiormente. Detta
anche Torre Branca, dal nome del tesoriere (fiscale) proprietario delle vigne
della zona nel secolo XVII, permetteva il controllo della via Latina e di un
vasto tratto di campagna romana. La torre è situata all’incirca al IV miglio
della via Latina. Anche a monte di Tor Fiscale gli acquedotti Marcio e Claudio
si intersecano nuovamente tra loro, racchiudento uno spazio trapezoidale.
Questo luogo così singolare porta ancora oggi il nome di Campo Barbarico perchè
nell'assedio di Roma del 539 da parte dei Goti di Totila, questi, per
controllare le vie di accesso alla città tenuta da Belisario, costruirono
proprio qui un campo trincerato, utilizzando la particolare conformazione degli
acquedotti e chiudendo con pietre e terra le luci. L’area era delimitata
dall’acquedotto Marcio (oggi Felice) e da quello Claudio, i vertici erano Tor
Fiscale e dove oggi passa via del Quadraro. All’interno passava la via Latina.
Nel Seicento la torre e la
tenuta divennero proprietà del fiscale o tesoriere pontificio Filippo Foppi che
nel 1650 chiese al Capitolo Lateranense che venisse deviata parte dell’Acqua
Mariana per irrigare la sua vigna.
La torre venne realizzata con
la tecnica a blocchetti che prevedeva l’uso di piccoli blocchi rettagnolari di
peperino, alternati spesso a corsi di laterizi, ben rifiniti sulla fronte tanto
da garantire un gradevole aspetto esteriore. L’interno era suddiviso in tre
piani oggi non più conservati, si conserva la copertura originaria. La torre
recintata all’esterno da un muro di cinta che in parte si conserva nell’angolo
sud-ovest, lungo il sentiero che la fiancheggia, dove passava la marrana.
Eccoci nel parco di Tor Fiscale,
qui abbiamo scoperto la fontana di Benedetto XV Lambertini.
A lato della fontana di porta Furba si apre via del
Mandrione che corre parallela agli archi dell’acquedotto Felice. E’ una strada
molto suggestiva, nel primo tratto è fiancheggiata a sinistra e a destra da
alti muraglioni di due antichi acquedotti (Claudio e Felice), sembra una
fortezza. La strada trae il nome
dalle mandrie un tempo allevate nella zona, specialmente quelle di bestiame grosso. Qui, dai primi anni del Novecento trovarono rifugio
tanti immigrati dalle campagne, dall’Abruzzo e dal Sud, insieme agli zingari.
Le baracche furono demolite in parte nel 1973, le ultime 86 nel 1981. Il luogo
era frequentato da Pasolini che gli dedicò una canzone “Cristo del Mandrione”
cantata e incisa anche da Gabriella Ferri. Prima di scavalcare via di Porta
Furba, sulla sinistra, al civico 334 si trova una struttura che un tempo era la
fabbrica del Chinotto Neri con sede a Capranica, oggi residenza universitaria.
Più avanti si arriva alla STAZIONE CASILINA purtroppo
chiusa, mancano collegamenti Atac con il quartiere e non dispone di parcheggio.
Davanti alla stazione c’è qualcosa di simile a una piazza o
slargo. Mettendosi di spalle alla stazione, di fronte, ma leggermente spostata
a destra, si trova la CISTERNA ROMANA.
E’
una costruzione in laterizio rivestito di cocciopesto, con i lati 15 x 20, ed un’alzata
da terra di 2 metri. Serviva di approvvigionamento idrico di qualche villa
della zona. Oltre una deviazione (via della Marrana) sottopassa l’acquedotto e (sulla
destra il vivaio Antico Garden, quindi il piccolo parco San Pio da Pietralcina)
raggiunge piazza Montecastrilli. La strada ha sulla destra dei capannoni
industriali, mentre a sinistra gli archi dell’acquedotto. Ancora oggi, sotto
queste arcate, si vedono i resti di maioliche di povere case di gente che
abitava qui e sfruttava i muri dell’acquedotto Felice per trovare un riparo. La
strada supera la ferrovia e termina (con il nome di via Casilina Vecchia) a
porta Maggiore.
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Se per tanti anni questa strada ha offerto rifugio a tanti poveri che
giungevano a Roma nella speranza di travare un lavoro, oggi che le baracche
sono scomparse, sulla strada si trovano studi di artisti, circoli culturali,
pizzerie e luoghi dove i giovani si trattengono la sera.
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“Notevole in questa borgata inoltre la varietà di attività artigianali, come
quella del lustrascarpe o del cuoiaio. Vi era infatti una bottega, tra le
tante, posta all’altezza di via della Marrana, appartenuta a un riparatore di
ruote dei carri, il quale con il cuoio rivestiva i cerchi delle ruote per
proteggerle dall’attrito della strada. Tra via Tuscolana e via della Marrana si
trovava anche un piccolo rudere tondo con tetto di tegole dove lavorava un
maniscalco che si dedicava aalla ferratura dei cavalli, nei pressi, in via
della Marrana sorgeva anche un fabbricato per la rimessa delle carrozze. Nei
pressi di via del Mandirone, che ad oriente si diparte dalla Casilina per
inerpircarsi oltre la ferrovia verso la Tuscolana, si lega uno dei tanti
ricordi di chi nella zona ha vissuto per anni. Nel dopoguerra – ricordano le
memorie storiche – lungo via Casilina Vecchia era attivo il negozio di
artigiano che vendeva cavalli e carretti per il trasporto della pozzolana. La
strada era sterrata e non c’erano mezzi di trasporto delle merci. Bisognava
pertanto arrangiarsi con le tecniche più antiche e solidificate. Simpatico e di
gusto quasi neorealista, il tempo di prova cui venivano sottoposti i cavalli
per testarne la prestanza atletica. Nel tratto di strada che va dalla
biforcazione con la via Casilina Vecchia – sottolineato da una arcuazione
dell’acquedotto Felice – tutto in salita, per una lunghezza di 250 metri, i
cavalli, (uno alla volta) venivano messi alla prova legati a un carretto vuoto
con le ruote appositamente bloccate dai freni, che dovevano trascinare. Questo
sistema garantiva il possibile acquirente sulla buona salute della bestia”[1].
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Nel film di Luigi Zampa, “Il medico della mutua”, del 1968, il professor Guido
Tersilli, interpretato magistralmente da Alberto Sordi, fa visita ad un malato
in una casupola di via del Mandrione addossata all’acquedotto in una giornata
di pioggia.
[1]
Via del Mandrione. Tutto il
paragrafo e quello successivo è preso da: Paolo Montanari, Appio Latino
Tuscolano, Europa Edizioni, 2015, pag. 91-92.
Il tratto di via del Mandrione che confluisce in via Casilina Vecchia.
Ultima tappa presso piazza Lodi, qui una lapide ricorda che
venne rinvenuto l'obelisco Sallustiano oggi sulla scalinata di Trinità de Monti.
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