domenica 31 gennaio 2016

Il fascino segreto di via del Mandrione

Oggi VediROMAinbici ha organizzato una splendida passeggiata in bici alla scoperta di via del Mandrione, una strada poco conosciuta, anzi sconosciuta ai romani che non abitano nella zona dell'Appio-Tuscolano, con una fama di luogo mal frequentato che si porta appresso dagli anni del Novecento.
  
Questa è l'immagine di copertina della pedalata di oggi.
Qui transitiamo per via del Mandrione, nell'ultimo tratto, quello prima di porta Furba.
Siamo in 25, il cielo è coperto ma non fa freddo.

Eccoci alla partenza, largo Corrado Ricci.

Prima tappa al casale di Tor Fiscale, da qui risaliamo via del Mandrione
fino a raggiungere piazza Lodi.

     Il casale è stato restaurato un casale nel 2012, era uno dei tanti casali agricoli della campagna romana, oggi è adibito a ristorante aperto il sabato e la domenica, al di sotto di esso è visibile un impianto termale riferibile ad una villa suburbana dell’età imperiale a lungo frequentata.  Un altro casale è diventato museo del parco. E' presente un punto informativo del parco.


 
Tor Fiscale è una magnifica costruzione del XIII secolo alta circa 30 metri, costruita proprio nel punto in cui si incrociavano gli acquedotti Marcio e Claudio in modo che si potesse rilevare maggiormente. Detta anche Torre Branca, dal nome del tesoriere (fiscale) proprietario delle vigne della zona nel secolo XVII, permetteva il controllo della via Latina e di un vasto tratto di campagna romana. La torre è situata all’incirca al IV miglio della via Latina. Anche a monte di Tor Fiscale gli acquedotti Marcio e Claudio si intersecano nuovamente tra loro, racchiudento uno spazio trapezoidale. Questo luogo così singolare porta ancora oggi il nome di Campo Barbarico perchè nell'assedio di Roma del 539 da parte dei Goti di Totila, questi, per controllare le vie di accesso alla città tenuta da Belisario, costruirono proprio qui un campo trincerato, utilizzando la particolare conformazione degli acquedotti e chiudendo con pietre e terra le luci. L’area era delimitata dall’acquedotto Marcio (oggi Felice) e da quello Claudio, i vertici erano Tor Fiscale e dove oggi passa via del Quadraro. All’interno passava la via Latina.
     Nel Seicento la torre e la tenuta divennero proprietà del fiscale o tesoriere pontificio Filippo Foppi che nel 1650 chiese al Capitolo Lateranense che venisse deviata parte dell’Acqua Mariana per irrigare la sua vigna.
     La torre venne realizzata con la tecnica a blocchetti che prevedeva l’uso di piccoli blocchi rettagnolari di peperino, alternati spesso a corsi di laterizi, ben rifiniti sulla fronte tanto da garantire un gradevole aspetto esteriore. L’interno era suddiviso in tre piani oggi non più conservati, si conserva la copertura originaria. La torre recintata all’esterno da un muro di cinta che in parte si conserva nell’angolo sud-ovest, lungo il sentiero che la fiancheggia, dove passava la marrana.

Eccoci nel parco di Tor Fiscale,
qui abbiamo scoperto la fontana di Benedetto XV Lambertini.
 
A lato della fontana di porta Furba si apre via del Mandrione che corre parallela agli archi dell’acquedotto Felice. E’ una strada molto suggestiva, nel primo tratto è fiancheggiata a sinistra e a destra da alti muraglioni di due antichi acquedotti (Claudio e Felice), sembra una fortezza. La strada trae il nome dalle mandrie un tempo allevate nella zona, specialmente quelle di bestiame grosso. Qui, dai primi anni del Novecento trovarono rifugio tanti immigrati dalle campagne, dall’Abruzzo e dal Sud, insieme agli zingari. Le baracche furono demolite in parte nel 1973, le ultime 86 nel 1981. Il luogo era frequentato da Pasolini che gli dedicò una canzone “Cristo del Mandrione” cantata e incisa anche da Gabriella Ferri. Prima di scavalcare via di Porta Furba, sulla sinistra, al civico 334 si trova una struttura che un tempo era la fabbrica del Chinotto Neri con sede a Capranica, oggi residenza universitaria.
Più avanti si arriva alla STAZIONE CASILINA purtroppo chiusa, mancano collegamenti Atac con il quartiere e non dispone di parcheggio. Davanti alla stazione c’è qualcosa di simile a una piazza o slargo. Mettendosi di spalle alla stazione, di fronte, ma leggermente spostata a destra, si trova la CISTERNA ROMANA.
 
 
E’ una costruzione in laterizio rivestito di cocciopesto, con i lati 15 x 20, ed un’alzata da terra di 2 metri. Serviva di approvvigionamento idrico di qualche villa della zona. Oltre una deviazione (via della Marrana) sottopassa l’acquedotto e (sulla destra il vivaio Antico Garden, quindi il piccolo parco San Pio da Pietralcina) raggiunge piazza Montecastrilli. La strada ha sulla destra dei capannoni industriali, mentre a sinistra gli archi dell’acquedotto. Ancora oggi, sotto queste arcate, si vedono i resti di maioliche di povere case di gente che abitava qui e sfruttava i muri dell’acquedotto Felice per trovare un riparo. La strada supera la ferrovia e termina (con il nome di via Casilina Vecchia) a porta Maggiore.
- Se per tanti anni questa strada ha offerto rifugio a tanti poveri che giungevano a Roma nella speranza di travare un lavoro, oggi che le baracche sono scomparse, sulla strada si trovano studi di artisti, circoli culturali, pizzerie e luoghi dove i giovani si trattengono la sera.
- “Notevole in questa borgata inoltre la varietà di attività artigianali, come quella del lustrascarpe o del cuoiaio. Vi era infatti una bottega, tra le tante, posta all’altezza di via della Marrana, appartenuta a un riparatore di ruote dei carri, il quale con il cuoio rivestiva i cerchi delle ruote per proteggerle dall’attrito della strada. Tra via Tuscolana e via della Marrana si trovava anche un piccolo rudere tondo con tetto di tegole dove lavorava un maniscalco che si dedicava aalla ferratura dei cavalli, nei pressi, in via della Marrana sorgeva anche un fabbricato per la rimessa delle carrozze. Nei pressi di via del Mandirone, che ad oriente si diparte dalla Casilina per inerpircarsi oltre la ferrovia verso la Tuscolana, si lega uno dei tanti ricordi di chi nella zona ha vissuto per anni. Nel dopoguerra – ricordano le memorie storiche – lungo via Casilina Vecchia era attivo il negozio di artigiano che vendeva cavalli e carretti per il trasporto della pozzolana. La strada era sterrata e non c’erano mezzi di trasporto delle merci. Bisognava pertanto arrangiarsi con le tecniche più antiche e solidificate. Simpatico e di gusto quasi neorealista, il tempo di prova cui venivano sottoposti i cavalli per testarne la prestanza atletica. Nel tratto di strada che va dalla biforcazione con la via Casilina Vecchia – sottolineato da una arcuazione dell’acquedotto Felice – tutto in salita, per una lunghezza di 250 metri, i cavalli, (uno alla volta) venivano messi alla prova legati a un carretto vuoto con le ruote appositamente bloccate dai freni, che dovevano trascinare. Questo sistema garantiva il possibile acquirente sulla buona salute della bestia”[1].
- Nel film di Luigi Zampa, “Il medico della mutua”, del 1968, il professor Guido Tersilli, interpretato magistralmente da Alberto Sordi, fa visita ad un malato in una casupola di via del Mandrione addossata all’acquedotto in una giornata di pioggia.





[1] Via del Mandrione. Tutto il paragrafo e quello successivo è preso da: Paolo Montanari, Appio Latino Tuscolano, Europa Edizioni, 2015, pag. 91-92.

 

Il tratto di via del Mandrione che confluisce in via Casilina Vecchia.

Ultima tappa presso piazza Lodi, qui una lapide ricorda che
venne rinvenuto l'obelisco Sallustiano oggi sulla scalinata di Trinità de Monti.

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