domenica 17 gennaio 2016

Lo splendore del Bernini scalda una fredda mattina romana

   Questa mattina VediROMAinbici ha proposto una magnifica passeggiata in bici sui luoghi di Roma nei quali ha lasciato il segno il grande genio di Gianlorenzo Bernini.
     Scultore e architetto, ma anche pittore, massimo interprete del barocco romano. Nella sua opera riuscì a unire il virtuosismo tecnico del tardo manierismo allo studio del naturalismo ellenistico, le suggestioni dei grandi maestri del Cinquecento al classicismo della pittura dei Carracci in una rinnovata e originalissima visione. Il padre Pietro (di Sesto Fiorentino) era scultore e fu il primo maestro del figlio (autore della barcaccia in piazza di Spagna, come pittore al palazzo Farnese di Caprarola), la madre era una popolana napoletana conosciuta in quella città mentre Pietro lavorava alla Certosa di San Martino. In occasione di lavori avviati da Paolo V in Santa Maria Maggiore, Pietro ebbe modo di far conoscere il precoce talento di Gianlorenzo. Il cardinale Maffeo Barberini, il futuro Urbano VIII, disse al padre: "State attento. Questo fanciullo vi sorpasserà e sarà senza dubbio più abile del padre". Esordì con alcuni gruppi scultorei (Ratto di Proserpina, Apollo e Dafne, David). Per Urbano VIII (1623-44) eseguì in San Pietro il baldacchino , il San Longino e la tomba con la statua del pontefice, inoltre terminò palazzo Barberini. Per Alessandro VII decorò la cappella Chigi in Santa Maria del Popolo, ideò il colonnato di San Pietro e la Scala Regia, di questo periodo è anche Sant'Andrea al Quirinale. Per Clemente X (1670 - 76) concepì la Cattedra di San Pietro. Chiamato in Francia da Luigi XIV, fornì progetti per il Louvre non realizzati. Tra le opere di scultura ricordiamo: Estasi di Santa Teresa, Fontana dei Fiumi in piazza Navona, Ludovica Albertoni. Il suo corpo è tumulato in Santa Maria Maggiore. In via Capo le Case una lapide ricorda la sua abitazione romana.


 La prima tappa è stata a piazza Barberini dove abbiamo visto la fontana del Tritone, palazzo Barberini e la fontana delle Api in angolo con via Veneto.
     Al centro della piazza è la fontana del Tritone (restauro 1986-87, nuovo restauro in corso), inconfondibile e spettacolare creazione di Gian Lorenzo Bernini(1642-43) per Urbano VIII con motivi allegorici e un’abile fusione di elementi naturalistici e antropomorfi: da una vasca molto bassa, che conferisce maggior risalto all’insieme, quattro delfini con le api barberiniane, sollevano con una coda una conchiglia sulla quale poggia un tritone che manda verso il cielo uno zampillo d’acqua mentre suona la buccina che, per un singolare scherzo della natura, anzichè lo stridulo suono emette un fragoroso getto d'acqua, simbolo di prosperità.
     E' del Bernini anche la fontana delle Api utilizzata come abbeveratoio per cavalli all'angolo con via Sistina, fu inaugurata nel 1644 poco prima della morte del pontefice. Smantellata nel 1865 e arbitrariamente rimontata all'inizio di via Veneto in posizione isolata utilizzando l'unico elemento superstite (la porzione mediana della conchiglia con una delle tre api), fu inaugurata nel 1916.



La seconda tappa è stata nella chiesa di Santa Maria della Vittoria in via XX Settembre.
La chiesa è celebre per la statua di "Santa Teresa trafitta dall'Amor Di Dio", opera di Gianlorenzo Bernini, in essa un angelo sorridendo punta una freccia verso il cuore della santa, rovesciata in estasi. Al di sopra, da una finestra, scendono raggi dorati. Forse la sua opera più poetica, realizzata nel 1646. Dai lati si affacciano, come palchetti di un teatro, vari personaggi della famiglia Cornaro, scolpiti da Bernini e aiuti, una falsa prospettiva ha colonne ioniche. Sulla balaustra della cappella è disponibile il testo autobiografico di Santa Teresa della sua estasi, è in quattro lingue.
     La chiesa è così chiamata in onore della battaglia della Montagna Bianca con la quale gli eserciti cattolici al comando di Ferdinando II (1620) conquistarono Praga strappandola per sempre ai Protestanti (guerra dei Trent'anni). Sull'altare maggiore è posta una immagine della Madonna proveniente dalla Boemia, trovata tra i rifiuti del castello di Pilsen, a tale immagine i soldati attribuirono la vittoria (distrutta da un incendio il 29 giugno del 1833, l'immagine odierna è stata fatta fare a proprie spese dal principe Torlonia insieme all'altare maggiore). Il quadro è piccolissimo, si trova tra nuvole, testoline di angeli e raggi dorati.
     La chiesa fu progettata da Carlo Maderno, mentre la facciata è di Giovanni Battista Soria che si è ispirato alla facciata della vicina Santa Susanna. L'interno ha un'unica grande navata coperta da volta a botte con tre cappelle per lato. E' uno dei più lussuosi interni barocchi di Roma. Sul soffitto affreschi di Gian Domenico Cerrini con il Trionfo di Maria sulle eresie e la Caduta degli angeli ribelli. In alto, tra le finestre, grandi Angeli in stucco.

 Ancora una immagine dell'interno di Santa Maria della Vittoria.

 Oggi siamo tanti, ben 33 persone.

 Siamo sempre nei pressi di Santa Maria della Vittoria, ma la chiesa
sullo sfondo è Santa Susanna.

Ancora una chiesa del Bernini: Sant'Andrea al Quirinale.

 Una sosta rapida davanti al Quirinale,
anche nel palazzo del Quirinale c'è la mano del Bernini.

Ultima tappa a ponte Sant'Angelo, le statue che ornano il ponte sono opera di allievi del Bernini.
   Ponte Sant'Angelo è stato costruito nel 134 dall'imperatore Adriano[1] per consentire di raggiungere il proprio mausoleo, è opera dell'architetto Demetriano[2].
      Era costruito in peperino e rivestito da travertino, aveva tre arcate a cui si accedeva attraverso delle rampe dalla riva che erano sostenute da tre arcate minori sulla riva sinistra e due sulla riva destra, queste vennero distrutte nel 1893 in occasione della costruzione degli argini. Il piano stradale del ponte aveva ai lati dei marcipiedi con balaustre in travertino. Nel medioevo fu sempre utilizzato dai pellegrini per raggiungere San Pietro. Nel VI secolo prese il nome di ponte Sant'Angelo per il noto episodio di Gregorio Magno[3] che vide sulla sommità del castello un angelo che rinfoderava la spada durante una processione per chiedere la fine della peste. Il rione di Roma che si trova sulla sponda sinistra: "Ponte" prende il nome da questo ponte che era l'unico ad attraversare il Tevere a parte i due dell'Isola Tiberina e il ponte Sisto che risale però al Quattrocento e il ponte Milvio che era però fuori le mura. Di qui passò anche Dante Alighieri quando venne a Roma per il Giubileo del 1300. Durante il giubileo del 1450 le balaustre cedettero per la gran ressa e morirono 150 persone, in seguito a ciò furono abbattute le botteghe sul ponte stesso e alcune case alla testata del ponte per facilitare il deflusso dei pellegrini.   Nel Cinquecento si usava esporre sul ponte i corpi dei condannati a morte, la piazza sulla riva sinistra era il luogo di esecuzioni capitali. Nel 1535 papa Clemente VII[4] fece collocare all'ingresso del ponte le due statue di San Pietro e San Paolo ed altre statue di evangelisti e patriarchi ora scomparsi. Nel 1669 papa Clemente IX fece realizzare un nuovo parapetto disegnato dal Bernini sopra furono posizionate dieci statue raffiguranti Angeli che portano gli strumenti della passione, tutti gli Angeli sono opera di allievi del Bernini che li eseguirono sotto la  loro direzione. Questi gli angeli sul ponte partendo dal lato opposto a Castel Sant'Angelo:
1.     (a destra) Angelo con la colonna della flagellazione di Antonio Raggi[5].
2.     (a sinistra) Angelo con i flagelli di Lazzaro Morelli[6]. Prima opera ultimata e collocata sul ponte.
3.     (sin.) Angelo con la corona di spine di Paolo Naldini, l'originale di Bernini è oggi nella chiesa di Sant'Andrea della Valle.
4.     (dx) Angelo con il Sudario o con il Volto Santo di Cosimo Fancelli[7].
5.     (sin.) Angelo con la veste e i dadi di Paolo Naldini. Il volto è ispirato a quello di Alessandro Magno.
6.     (dx) Angelo con i chiodi di Girolamo Lucenti. Il più statico e meno proporzionato, sembra sorridere, detto "venditore di coni gelato".
7.     (dx.) Angelo con la croce di Ercole Ferrata[8].
8.     (sin.) Angelo con il cartiglio di Giulio Cartari con l'aiuto di Bernini, l'originale di Bernini è nella chiesa prima citata.
9.     (sin.) Angelo con la spugna di Antonio Giorgetti. Insieme alla successiva le sole ad essere completate anche posteriormente.
10.                        (dx) Angelo con la lancia di Domenico Guidi.

     Le due sculture del Bernini rimasero nello studio dell'artista perchè il Papa ne fu così ammirato che temeva gli agenti atmosferici. Fu il nipote, oltre sessanta anni dopo, a farne dono alla chiesa di Sant'Andrea delle Fratte. Il ponte rappresenta uno dei complessi barocchi più belli di Roma.



[1] Adriano imperatore per adozione dal 117 al 138, saggio quanto il suo predecessore che lo aveva adottato (Traiano) fu molto colto e ricordato come filosofo. Viaggiando continuamente attraverso l'immenso impero controllò personalmente le necessità dei sudditi. In Britannia eresse il famoso Vallo. Celebre per aver lasciato la villa Adriana presso Tivoli e questo mausoleo.
[2] Demetriano architetto di riferimento per Adriano.
[3] Papa Gregorio Magno venerato come santo e dottore della Chiesa, anche per gli ortodossi è santo. Pose le basi del dominio temporale dei papi. Della nobile famiglia degli Anici, fu prefetto di Roma, si fece monaco benedettino. Eletto papa durante la peste si diede ad organizzare il governo cittadino e a contrastare i Longobardi. Celebre il canto Gregoriano.
[4] Clemente VII Giulio de Medici, arcivescovo di Firenze, papa dal 1523 al 1534. E' il papa del Sacco di Roma del 1527. Rifutò lo scioglimento del matrimonio di Enrico VIII causando lo scisma anglicano. Dovette incoronare imperatore Carlo V.
[5] Antonio Raggi scultore seicentesco originario del Canton Ticino, fu il principale collaboratore del Bernini. Suo il gruppo Noli me tangere nella chiesa di San Sisto Nuovo (largo Magnanapoli). E' autore del Danubio nella fontana dei Fiumi a piazza Navona. Oltre a questo angelo sul ponte.
[6] Lazzaro Morelli (Ascoli Piceno 1608- Roma 1690) Autore di statue per il colonnato di San Pietro, colomba bronzea sull'obelisco della fontana dei Fiumi in piazza Navona, sculture nelle chiese gemelle di piazza del Popolo.
[7] Cosimo Fancelli (Roma 1618-1688) autore di molte statue in numerose chiese di Roma: il Gesù, Chiesa Nuova, Santi Luca e Martina, Santa Maria in via Lata, San Nicola da Tolentino.
[8] Ercole Ferrata (Pellio d'Intelvi 1610-Roma 1686) autore di numerose statue nelle chiese di Roma tra cui Sant'Agnese sul rogo nella chiesa omonima di piazza Navona.

1 commento:

  1. Bellissimo e interessante resoconto che rinsalda la bella visita fatta domenica complimenti!!

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