domenica 10 gennaio 2016

Alla scoperta di Centocelle

Questa mattina VediROMAinbici ha organizzato una bella passeggiata in bici alla scoperta del quartiere di Centocelle. Eravamo in 26, abbiamo potuto così scoprire tanti aspetti della storia e delle curiosità che sono sconosciute a tanti romani.

     La borgata di Centocelle sorse negli anni Venti del Novecento come borgata agricola in teoria autosufficiente. Nel 1921 vi risiedevano 29 famiglie con un ettaro e mezzo di terra da coltivare ognuna. Ma due fattori portarono in breve ad un incremento della popolazione: la presenza della tramvia diretta a Fiuggi e il vicino aeroporto militare di Centocelle. Il nucleo del futuro quartiere crebbe con case basse di un solo livello, o con un piano, circondate da un piccolo orto nel quale trovavano posto animali da cortile. Questi graziosi villini erano sparsi lungo strade dai nomi gentili e poetici: via dei Glicini, via delle Rose, via dei Platani, piazza dei Mirti. Ne restano ancora esempi nella stessa via dei Castani, l’asse commerciale del quartiere attuale, ma il maggior numero si trova nelle vie Ceprano, Valmontone, Ceccano dove sembra risiedesse il personale dell’aeroporto (un bell’esempio di villino è in piazza delle Giunchiglie, davanti alla scuola Fausto Cecconi). Conserva ancora oggi lo stile di vita di un paese, ad esempio c’è l’usanza di affiggere manifesti funebri. Era una borgata con caratteristiche migliori rispetto al vicino Quarticciolo, vi abitavano operai dell’industria, artigiani, contadini e tramvieri. Negli anni quaranta gli unici riferimenti monumentali erano: la chiesa di San Felice da Cantalice, l’acquedotto Alessandrino e il forte Prenestino lungo omonima consolare.
     Durante la seconda guerra mondiale l’aeroporto venne ripetutamente bombardato, la borgata partecipò attivamente alla guerra di Liberazione. In  piazza dei Mirti esisteva un’osteria con pergolato dove si riuniva il comando partigiano di zona.
     Negli anni Cinquanta e Sessanta il quartiere ha conosciuto il boom edilizio che ha investito tutta la città, gli orti e i campi sono scomparsi, ai loro posti palazzi di edilizia intensiva hanno saturato ogni spazio libero. Si sono salvati, oltre all’area dell’aeroporto e quella del forte Prenestino (possiamo aggiungere villa De Sanctis, anche se esterna al quartiere, è però vicinissima), solo il terreno che oggi è chiamato parco Madre Teresa di Calcutta.
     Negli anni Novanta ha aperto un centro commerciale lungo viale della Primavera e poco dopo il mercato di via dei Platani si è trasferito in un edificio coperto con il nome Mercato Insieme, sempre lungo viale della Primavera.
     Nel 2014 è stata aperta al pubblico la metro C che collegherà il quartiere in modo più veloce con il centro storico.


     Sono nati e hanno vissuto a lungo a Centocelle il fotografo degli anni della Dolce Vita Tazio Secchiaroli, il cantautore Claudio Baglioni e Mauro Mazza già direttore di Rai Sport.

 Eccoci a porta Maggiore, una breve sosta prima di proseguire 
sulla Casilina alla volta del parco di Centocelle.

Eccoci nel parco di Centocelle, siamo sulla pista
dell'ex aeroporto militare di Centocelle.
      Anche se fa parte del quartiere don Bosco (ma rientra nel V Municipio) non possiamo non parlarne qui. L’aeroporto è intitolato all’asso dell’aviazione Francesco Baracca[1], è stato il primo aeroporto italiano. Il 15 aprile 1909 Wilbur Wright fece volare l’aereo di sua invenzione, si chiamava Flyer, il primo velivolo a motore più pesante dell’aria.
I voli si susseguirono per 11 giorni. Gli venne attribuito un compenso fu di 25.000 £,  per le esibizioni e per le lezioni di volo (altrettando per l’aereo[2]), l’aereo l’aveva portato in treno da Parigi, smontato in varie casse. Wright dormiva insieme al suo aereo in un capannone al limitare del pratone. La contessima Mery Macchi di Cellere, proprietaria del fondo, si incuriosì dell’operazione e lo invitò nella sua villa, in cambio gli offrì un volo sul suo aereo, così la contessina divenne la prima donna volante d’Italia.
     L’aereo riusciva a sollevarsi da terra di venti-trenta metri e rimaneva in aria per dieci minuti. Ad osservare le prove c’era un cronista d’eccezione Franz Kafka. Solo un anno dopo sorsero sette hangar.
     Qui instaurarono la prima scuola di volo italiana dove si formò l’ufficiale Mario Calderara. Nel 1920 da qui partirono gli aerei Sva per il volo sperimentale Roma-Tokyo. Nel 1919 da qui passò il mitico Lawrence d’Arabia[3] in volo da Londra al Cairo, il suo aereo fu costretto ad atterrare, si ribaltò, due membri dell’equipaggio morirono, lui si salvò per miracolo. Qui venne consegnata la bandiera di guerra alla Regia Aeronautica, il 4 novembre 1923, diventata arma autonoma. Qui venne custodita la bandiera fino alla inaugurazione del palazzo sede dell’aeronautica militare presso Castro Pretorio. Durante la seconda guerra mondiale fu oggetto di ripetuti bombardamenti.
     Dal 1961 non è più utilizzato per attività di volo. Permette l’attività di elicotteri ed è classificato come pista d’emergenza per i voli diretti a Ciampino. Attualmente è sede del Comando dell’Aeronautica Militare e di una stazione metereologica dell’Aeronautica Militare.
     Il 9 agosto 2013 presso la Sala Convegno del Comando è stato scoperto l’affresco di Ciro Cellurale che rappresenta il Flyer dei fratelli Wright, di fatto il primo volo in Italia. L’affresco misura cm 150x250 ed è stato realizzato con le sfumature di bianco e nero per rappresentare lo stato d’animo dei pionieri del volo votati all’incertezza[4].
     Non possiamo tacere che per molti anni, in una parte dell’ex aeroporto, all’incrocio tra via Casilina e viale Togliatti era il campo nomadi più grande d’Europa, si chiama Casilino 900. Il 14 febbraio 2010 il campo è stato sgomberato (Alemanno sindaco).


[1] Francesco Baracca (Lugo 1888 – Nervesa della Battaglia 1918) è stato il principale asso dell’aviazione italiana e medaglia d’oro al valor militare nella prima guerra mondiale. Gli vengono attribuite 34 vittorie aeree.
[2] 25.000 £ dei primi del Novecento equivalgono a circa 100.000 € di oggi. Da answers.yahoo.com
[3] Lawrence d’Arabia. Tenente colonnello inglese, agente segreto, militare, archeologo e scrittore nativo del Galles (1888-1935), è ricordato per essere stato uno dei capi della rivolta araba degli inizi del Novecento contro l’impero Ottomano.
[4] Affresco ai fratelli Wright. La notizia da: aeronautica.difesa.it
Uno dei villini del primo insediamento abitativo di Centocelle.

 Eccoci a San Felice da Cantalice.
     La chiesa è opera degli architetti M. Paniconi e G. Pediconi[1], fu eretta nel 1935. E’ in forma di capanna a doppio spiovente e presenta il rivestimento in laterizio, la facciata è inquadrata da una grande arcata su pilastri, all’interno è affrescata dal Villa una gigantesca immagine di Fra Felice[2]. Ai lati del grande arco stanno due formici minori.
     L’interno è costituito da un’immensa navata centrale divisa da due laterali, molto strette, separate da pilastri cilindrici rivestiti di mosaici dorati su cui si leggonio i nomi dei parrocchiani che contribuirono alla costruzione della chiesa. Nell’abside l’apparizione della Madonna con Bambino a San Felice. Autore di ogni decorazione della chiesa, sia in pittura, mosaico o vetrata è opera di padre Ugolino da Belluno che ha seguito uno stile neocubista (i cartoni per le vetrate sono del 1975). All’altare maggiore sta un crocefisso in ferro battuto, in stile astratto. Le vetrate hanno per tema il Cantico di Frate Sole di San Francesco. Notare il pulpito e il fonte battesimale in peperino. Nella controfacciata l’organo e due lapidi, una ricorda la consacrazione della chiesa ad opera di Pio XII, la seconda ricorda la visita di papa Giovanni XXIII nel 1955.
     Davanti alla chiesa sono state girate alcune scene del film di Pasolini, Accattone, del 1961, con Franco Citti, Adriana Asti, Elsa Morante e altri.



[1] Paniconi e Pediconi. (1904-73) (1906)  Fontana della Sfera al Foro Italico nel 1930, la chiesa di San Felice da Cantalice a Centocelle nel 1935, i palazzi per l'INA e l'INPS all'Eur nel 1939, il quartiere INA Casa Valco San Paolo con altri nel 1950, il quartiere INA Casa Torre Spaccata con altri nel 1960, chiesa dei Sacri Cuori di Gesù e Maria in via Poggio Moiano al quartiere Trieste nel 1960, ville a Casal Palocco, la chiesa di San Gregorio VII nella via omonima nel 1961-63, chiesa di San Giuseppe Cafasso al borghetto degli Angeli nel 1968, chiesa di santa Teresa a corso Italia nel 1969 con curia generalizia, ministero delle Poste e Telegrafi in viale America all'Eur con altri.
[2] Felice da Cantalice. (1515-1587) Felice Porro,frate dal 1554, trasferitosi a Roma dal 1547, dove ebbe l’incarico di questuare il pane e il vino per i poveri. Assisteva vedove, malati e fanciulle bisognose. A Sisto V predisse il papato, divenuto papa, spesso mandava da lui qualcuno a chiedere il pane. Fu amico di San Filippo Neri e dei bambini di Roma, autore di canzonette e madrigali. I suoi resti sono nella chiesa della Concezione di via Veneto., seconda cappella di sinistra, in un bel sarcofago


 Eccoci davanti all'acquedotto Alessandrino,
nel punto in cui scavalca la Palmiro Togliatti.
Si deve all’imperatore Alessandro Severo (222-235) che volle così rifornire di acqua il Campo Marzio (qui aveva restaurato le terme di Nerone). Attingeva l’acqua presso Pantano Borghese, a sud della Prenestina e di Gabii. Tali sorgenti furono riutilizzate da papa Sisto V per l’acquedotto Felice. Diversamente dagli altri acquedotti la piscina limaria era alla sorgente. Il percorso dell’acquedotto era di Km 22 fino a porta Maggiore, da lì in poi le sue tracce sono andate perdute.
     Ancora oggi gli archi appaiono poderosi quando superano il fosso di Tor Bella Monaca, Essi misurano m 2,32 di lato, e distano tra loro m 3,50 con arcate alte fino a m 15. Un altro tratto sta in via di Torrenova e quindi oltrepassa il fosso di  Vallelunga e quello della Mistica. Un altro tratto con 33 arcate supera il fosso di Tor Tre Teste, mentre alcuni resti con una torre sono in via di Casa Calda.

     Il tratto che scavalca l’attuale viale Togliatti è forse il più spettacolare, sono da notare, alla sommità dei piloni ad una sola arcata, le coppie di mensole marmoree inserite dagli antichi nella muratura per essere utili al collocamento di ponteggi per lavori di manutenzione. Si è in grado di calcolare che l’acquedotto conduceva oltre 200 litri di acqua al secondo in città.

 La scuola del quartiere: la Fausto Cecconi.
   La scuola elementare Fausto Cecconi si trova a Centocelle, in via dei Glicini, nacque negli anni Trenta quando il quartiere era una lontana borgata agricola lungo la via Casilina collegata alla città da una ferrovia a scartamento ridotto che correva sulla strada stessa e arrivava fino a Fiuggi. Alle piccole abitazioni ad un piano con orto si unirono piccole case e baracche ad uso degli immigrati dalle campagne laziali e dall’Abruzzo. Nel 1935 viene costruita la chiesa di San Felice da Cantalice, il 28 ottobre 1933 alle ore 16 viene inaugurata la scuola Elementare intitolata all’aviatore Fausto Cecconi eroe della prima guerra mondiale. La scuola sorge in via dei Glicini in un terreno in leggera pendenza, ha una planimetria a pettine, con l’edificio principale parallelo alla strada sul quale si impostano tre corpi longitudinali. Il progetto è dell’architetto Antonelli Augusto (Venezia 1885-Roma 1960) che a Roma ha progettato anche la scuola Di Donato nel rione Esquilino (via Bixio), la scuola IV Novembre nel rione Testaccio (via Alessandro Volta) e il ponte Littorio oggi Matteotti.
   Nell’anno scolastico 1933-34 frequentano la scuola 1407 alunni + 150 della scuola Materna. Negli anni successivi la popolazione aumenta sempre più a causa della crescita edilizia e demografica della borgata. Nel 1942-43 si arriva a 1913 alunni + 272 della scuola Materna.
   Nel 1937 viene aperta una succursale in un villino in via della Bella Villa sulla via Casilina ancor più fuori Roma.
   All’inizio della guerra gli scantinati sono adibiti a ricoveri antiaerei per la popolazione. Nel 1943, dopo il bombardamento di San Lorenzo del 19 luglio, la scuola viene chiusa perché dichiarata zona di combattimento vista la vicinanza con l’aeroporto militare di Centocelle. Dopo l’8 settembre la scuola viene occupata dall’esercito tedesco. A custodia dell’edificio rimane il portiere sig. Giuseppe Lucarini che rimarrà in servizio fino al 1960. Dopo la Liberazione di Roma del 4 giugno 1944 la scuola è occupata dalle truppe alleate e rimane chiusa fino all’11 marzo 1946. Quando riapre è sprovvista di lavagne, cattedre, di qualunque sussidio didattico, soprattutto mancano i vetri alle finestre. In una relazione del 20 novembre 1948 si scrive che i locali sono in ottimo stato. Il busto di Fausto Cecconi viene sostituito in quanto il precedente portava le insegne fasciste. L’attuale è dello scultore Luigi Del Giudice.
   Nel 1951 viene realizzato l’ampliamento della Cecconi prolungando il dente parallelo a via Tor de Schiavi. Con l’istituzione della Scuola Media Unica, in tale ampiamento trova posto la scuola Media Catullo.

   Negli anni Sessanta e Settanta vi è un continuo incremento di alunni, negli anni Novanta un cospicuo inserimento di alunni provenienti dai paesi arabi o dell’Est Europeo, oppure di bambini nati a Roma ma da genitori provenienti da quelle aree geografiche. Tra gli alunni diventati famosi c’è il cantautore Claudio Baglioni.

 Piazza dei Mirti oggi riqualificata.
Si può considerare il centro del quartiere.

 Ecco la casa dove è nato Claudio Baglioni.
L'itinerario si è poi concluso nel parco di villa Gordiani.

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